30 giugno 2009

Vaghi Cenni di cambiamento.


di Patrizio Giugni

Chissà a quali giochi giocava Cenni da piccolo? Ho qualche dubbio vista la poliedricità del personaggio in questione, ma sono pronto a scommettere che amava i giochi di società.
A me non ha mai convinto l’immagine de “l’uomo solo al comando” che in questa consultazione elettorale è riuscito a costruirsi con il suo carisma da imprenditore di fama, complice anche l’inconsistenza dei suoi alleati nessuno dei quali riusciva a rubargli la scena.
Già lo vedo arrivare al campetto con il pallone nuovo sottobraccio e dire: “Giochiamo insieme? Sia chiaro però che il pallone è mio e se non mi fate fare il centravanti e calciare i rigori me ne vado e non gioca più nessuno”.
Il politico Cenni ha giocato, da unica punta, con una squadra molto assortita fatta di ex socialisti ed ex democristi come rifinitori, uomini del PdL ed ex alleanzini come difensori e faticatori di fascia.
Una squadra con il regista a tutto campo, l’ex domocrista Borchi, capace di costruirgli gli assist mediatici che, di fatto, lo hanno incoronato primo Sindaco non comunista della rossa Prato.
Gli allestitori di questa squadra hanno capito prima degli altri che bisognava adeguare l’immagine reale a quella percepita attraverso la mediazione dei partiti politici tradizionali, cambiare la “tecnologia” di trasmissione dell’immagine, cambiare il fondotinta, rifare il cerone e la manicure ai sempre-verdi politici nostrani.
Mostrare agli elettori di centro-destra di poter giocare sempre in attacco è stata la scelta vincente dei suoi registi, che puntualmente hanno trovato in questa campagna elettorale schiere di fedelissimi amici e sostenitori “in grembiulino” che hanno incoraggiato e sostenuto la punta nella logica del monologo e dell’azione solitaria, quasi come aspettandosi dai suoi “tiri” la risoluzione a tutti i problemi che angustiano la città.
Il polverone di rivendicazioni, mistificazioni, teatrini e promesse in cui si è svolta questa complessa e allo stesso tempo semplicissima campagna elettorale disvela ancora una volta che forse il merito più grande di Cenni è quello di essersi circondato di amici che lo hanno portato nella Storia pratese.
Sono amicizie apparentemente più innocue di quelle maturate negli anni passati nelle congreghe di partito ma forse ancora più pericolose, avvolgenti e inestricabili.
Il “campionato” è stato vinto, ora il “goleador” dovrà trasformarsi in “selezionatore”.
Il “mercato“ è aperto, auguriamoci che gli ”acquisti” rispondano appieno alle aspettative degli elettori, non relegando in “panchina” coloro che di questa vittoria sono stati compartecipi.
Nulli nocendum: situi vero laeserit, multa dum simili iure (Fedro)

23 giugno 2009

Dentro la Storia.

E così è successo. Prato, la rossa, ha voltato pagina. Una sera di inizio estate, tra canti, gioia e bandiere al vento. Ma anche lacrime. Non dei vinti, che quelli ora non ci interessano, ma di alcuni vincitori. Di quelli che da tanto, troppo tempo aspettavano che il sogno si avverasse. Che in mezzo alla folla festante riandavano con la mente alle immortali parole di Giorgio Almirante: "non dobbiamo pensare possibile, per noi, di toccare con mano il momento conclusivo, il momento carnale della vittoria conquistata, accarezzata, toccata con le mani dello spirito e con quelle del corpo. La nostra generazione non è destinata a tanto, ma è destinata a qualche cosa di più: è destinata a fare il lavoro dell'ape virgiliana, dell'ape operosa e umile che lavora per gli altri e per sé nulla chiede se non la dolcezza del fato che si compie".
Con questo spirito vogliamo ringraziare tutti coloro, e sono stati davvero tanti, che ci hanno pubblicamente detto "questo successo è anche merito vostro". Dove quel "vostro" sta a significare più di una generazione di missini, i cuori neri, i maledetti e gli esclusi, che hanno reso possibile la nascita e la crescita di una alternativa all'egemonia catto-comunista.
Un riconoscimento che accettiamo, nonostante la diversità di vedute su tante cose, purché ci sia consentito di poterlo moralmente estendere a quanti non sono più tra noi e che negli anni, per la buona battaglia, raccogliendo e consegnandoci la fiaccola, hanno camminato al nostro fianco.

12 giugno 2009

Ballottaggio.



di Patrizio Giugni

L’effetto-PDL si allunga anche sul comune di Prato. Favorito o meno dal volto "nuovo" del candidato sindaco Cenni, il partito di Berlusconi ha costretto al ballottaggio la sinistra pratese.
Una notizia che profuma di svolta storica in una città amministrata ininterrottamente dalla sinistra dal ‘46 ad oggi e nella quale nel 2004 Romagnoli, al suo esordio come candidato a sindaco DS aveva fatto man bassa di voti stracciando il candidato del centro-destra Bernocchi al primo turno, con ben 20 punti percentuali di distacco.
Sarà ballottaggio. E non sarà facile per il candidato PD, il 21 e 22 Giugno. Le condizioni sono assolutamente diverse rispetto a cinque anni fa. Conteranno, certamente, i possibili apparentamenti ma anche i voti di coloro che rivedendo la loro posizione di “astensionisti” del primo turno, potrebbero recarsi questa volta alle urne.
Così il fortino dell’amministrazione comunale pratese, roccaforte storica della sinistra, dentro la quale i “democratici” avrebbero voluto resistere per consolidare il potere politico-economico sulla città, non è più, per loro, così sicuro.

08 giugno 2009

La cruda realtà dei numeri.

Ultimato lo spoglio dei voti per il Parlamento europeo, svanisce la favola berlusconiana di un popolo italiano ansioso di ribadire plebiscitariamente il proprio gradimento per la compagine governativa. Si conferma anche che la dissoluzione di AN nel partito di Berlusconi è stata una mera operazione di vertice che la base e soprattutto gli elettori non hanno assolutamente seguito. La svolta antifascista di Fini ha probabilmente garantito la sopravvivenza ai soliti oligarchi ex aennini, ma ha sicuramente dissipato un grande patrimonio ideale, valoriale ed elettorale. Si pensi che a fronte dell'odierno miserello 35 percento del PDL, alle europee del 1994 le sole Forza Italia e Alleanza Nazionale sommavano un buon 43 percento. E senza ancora essere mai state al governo. Senza le chiavi del potere, insomma. Chapeau!

05 giugno 2009

La diaspora.



Pur non avendo il minimo interesse per le prossime elezioni, ci siamo tuttavia fatti incuriosire da una domanda: dove saranno finiti i pezzi grossi pratesi di Alleanza Nazionale ora che il loro partito è stato inglobato in quello di Berlusconi? Ecco un elenco degli ex aennini impegnati a vario livello nei "ludi cartacei" nostrani.





Lista Civica Taiti per Prato
FILIPPO MORETTI

Prato Libera e Sicura
GIANLUCA BINI

Prato Civica
SILVANO AGOSTINELLI

Lega Nord
ALESSANDRO SCANDIUZZI

II Popolo della Libertà
GIANNI CENNI
MAURIZIO BETTAZZI
FULVIO PONZUOLI
GIANCARLO AUZZI
GIANLUCA BANCHELLI
ELENA TEMPESTINI
SILVIO BALDI
MATTEO COCCI
FRANCESCO MUGNAIONI
ANDREA PRIOLO
FILIPPO BERNOCCHI
LUIGI CALVANI
GIACOMO GACCI
ELENA GANUGI
MAURIZIO MARINOZZI
LUIGI AVVANZO
ROBERTO ULIVI
COSIMO ZECCHI

La Destra
MARIA REMEDIOS BESSI
ANDREA CHITI
GIANFRANCO CIAMBELLOTTI
MAURO SCARPITTA
MARIO BRUNI
MARCO SQUILLONI
SEBASTIANO CAMPO

I Socialisti per le Libertà
SALVATORE PIRRONELLO

Lista Civica Rilanciare Montemurlo
LORENZO TRAETTINO

Lista Civica Libera Vernio
MARCO CURCIO

03 giugno 2009

Tien An Men. 4 Giugno 1989



Il 4 Giugno di 20 anni fa il governo comunista cinese ordinò ai carri armati di sparare sugli studenti che si erano radunati in piazza Tien An Men a Pechino per protestare contro la corruzione dei funzionari di governo e per chiedere aperture democratiche e libertà di espressione. Morirono migliaia di ragazzi. Venti anni dopo il governo cinese non ha cambiato idea, e sostiene ancora che quei ragazzi fossero ribelli che stavano mettendo in pericolo la sicurezza e il futuro del paese.
I martiri di Tien An Men in Occidente sono diventati vere e proprie icone di libertà, in particolare uno di loro. Un ragazzo armato di due sacchetti di plastica che si mise davanti a una fila di carri armati impedendone l'avanzata. Quando il tank tentava di voltare a destra, il ragazzo coi sacchetti si spostava a destra. Se il tank si portava sulla sinistra, il ragazzo si spostava a sinistra passandosi i sacchetti di plastica da una mano all'altra. La scena è stata ripresa dalle televisioni di tutto il mondo e da un fotografo americano. E' una delle immagini che hanno segnato il secolo scorso e la storia del comunismo.
Eppure il ragazzo del carro armato è rimasto sconosciuto. Anche la sua fine è ignota anche se, purtroppo, immaginabile. Le foto lo riprendono di schiena, la sua faccia non è riconoscibile. I giornali lo chiamarono "l'uomo del carro armato". La rivista Time lo definì "il ribelle sconosciuto" e lo ha inserito nella lista dei venti più grandi rivoluzionari del XX secolo.