29 gennaio 2014

Facce da squadristi.

Niente di nuovo, per carità; da tempo immemorabile in questo infinito dopoguerra italiano, per troncare una disputa politica e condannare senza appello il contendente del momento si è fatto ricorso al più infamante degli insulti: "fascista"!
O per meglio dire a quello che le anime belle democratiche, figlie della resistenza, consideravano e considerano tuttora un anatema insuperabile e implacabile.
Ma vedere oggi il tenero Dario Nardella accusato, per altro da compagni del suo stesso partito, di squadrismo insieme al suo pacioccoso capo politico e spirituale, ci procura un vago senso di disorientamento.
A noi che negli anni in cui uccidere un fascista non era reato abbiamo sempre orgogliosamente accettato quello che per tutti gli altri era un insulto come un vero e proprio titolo d'onore, l'accostamento con questa nuova tipologia di "camerati" fa pensare che qualcosa sia andato storto.
Una "involuzione" della specie.