21 febbraio 2008

Voto utile.


Galeazzo Fini fa appello agli elettori perché non disperdano i propri voti. Dice che solo i voti dati al PD e al PDL sono voti utilizzabili. (Forse perché l'uno e l'altro sono esattamente la stessa cosa?)
Amarcord: nella prima repubblica la DC diceva di non votare Movimento Sociale perché solo i voti dati allo scudo crociato erano "utili" alla costruzione di una solida diga anticomunista!
Ma tu guarda come va il mondo...

18 febbraio 2008

Coerenza.



"Se avessi buttato la mia storia
avrei ottenuto tutto, come Fini"

Cosa aveva messo sul piatto Berlusconi per entrare nel Pdl senza simbolo dell'Udc?

"E' ovvio che avevo capito da tempo che per me ci poteva essere spazio e grandi riconoscimenti. A condizione che si annullasse un'esperienza politica. E' quello che capiterà a Fini che avrà riconoscimenti, sarà presidente della Camera, ministro degli Esteri o quello che vuole. A patto che annulli la sua esperienza politica. Il problema è perfettamente legittimo, dal punto di vista di Berlusconi è anche coerente perché non vuole condizionamenti di altri partiti. Tranne la Lega perché probabilmente si fida. Anche se ha fatto il ribaltone, mentre io non l'ho mai fatto".

Deluso da Fini?

"L'unica persona di cui vorrei veramente non parlare in questa campagna elettorale è Fini, e credo che sia un grande vantaggio per tutti. Soprattutto per lui".
(la Repubblica)

Tanto di cappello onorevole Casini! Noi non l'abbiamo mai avuta in soverchia simpatia, ma al cospetto di tanti nani (e pigmalioni di ballerine...) della ex CdL oggi Lei giganteggia. Averla sentita dire a Berlusconi che "non tutti sono in vendita" ci ha procurato un brivido e una buona dose di nostalgia. Che poi i maligni si affrettino a obiettare che non vi siete trovati daccordo sul prezzo non cambia la sostanza delle cose: l'UDC ha messo a repentaglio la sua stessa sopravvivenza pur di non rinnegare la propria storia. Una scelta la sua, come quella di Storace in precedenza, che forse non sarà la più remunerativa in termini elettorali e di carriera personale, ma che fa sperare in un ritorno ad un'etica della politica che ormai è solo un pallido ricordo.

08 febbraio 2008

Berlusconi: FI e AN addio. Solo simbolo PdL

E così è successo. Il cavaliere porta a compimento la "strategia del predellino" e vara, per le prossime elezioni, la lista unica del centrodestra. La mancata adesione di Udc e Lega, l'uno impegnato nel progetto neo-centrista delle mani libere e l'altra rocciosamente decisa a salvaguardare la propria identità, anche territoriale, fa sembrare il tutto una vera e propria annessione di AN da parte di Forza Italia. Quel campione di coerenza che risponde al nome di Gianfranco Fini smobilita armi e bagagli dopo aver solennemente dichiarato che mai e poi mai avrebbe aderito al partito unico nato da cotale operazione di ingegneria politica. Da un punto di vista psicoanalitico è la conferma che Fini necessita di un tutore: prima Almirante, poi Tatarella infine Berlusconi. La dimostrazione provata del suo personalissimo "mito incapacitante". L'essersi circondato di yes-men, di grotteschi "colonnelli" (anche loro ormai in via di pensionamento) e di pseudo intellettuali adoranti, non è bastato, ovviamente, a fare di lui un vero leader, un capo, uno statista.
Da un punto di vista squisitamente tecnico il rifugiarsi sotto le comode insegne della lista di Berlusconi, vittorioso secondo tutti i sondaggi, rappresenta il tentativo di diluire e mimetizzare una eventuale débacle elettorale di AN che evidentemente Fini e i suoi consigliori non devono giudicare così "eventuale".
Infine, per noi che diamo importanza a queste cose, una riflessione: le prossime saranno le prime elezioni del dopoguerra in cui non sarà presente la fiamma tricolore del Movimento Sociale Italiano. Peccato. Perché anche così ridotta, inutilmente sovrastata, tenuta in ostaggio da proprietari immeritevoli, era pur sempre l'ultimo simbolico legame con le nostre radici, con la nostra giovinezza, i nostri sogni e con un mondo che avremmo voluto, che avrebbe potuto essere e purtroppo non è stato.

04 febbraio 2008

Sòr Tentenna.

Il sempre più patetico Gianfranco Fini gioca a fare lo statista. Scimmiotta Veltroni, al quale per altro dà del "Crozza" beccandosi in risposta una serie trasversale di frizzi lazzi e pernacchie, e cerca di presentarsi come politico serio e responsabile, che ha a cuore gli interessi degli italiani ancor prima di quelli della sua parte politica. Quindi se il Walter proclama che il PD correrà da solo alle prossime elezioni, anche Fini propone al Cavaliere di fare la prossima coalizione di centrodestra senza i "piccoli partiti". Che anima bella! Qualcuno gli può spiegare che Veltroni ha detto una cosa diversa? Che se Berlusconi dovesse fare altrettanto a competere in solitaria sarebbe Forza Italia (o Popolo delle Libertà) e tutti gli altri, AN compresa, si attaccano al tram?
Ma parliamoci chiaro: l'ultima pensata di Fini nasce esclusivamente dalla speranza di liberarsi della Destra di Storace, la cui prossima consistenza elettorale lo preoccupa più di un'eventuale vittoria della sinistra. Già perchè, dato per certo che si voterà con l'attuale legge elettorale, Fini è disposto a far perdere le elezioni a Berlusconi pur di consumare la propria, personale vendetta nei confronti dei suoi ex camerati che hanno avuto l'ardire di mandarlo gentilmente a quel paese.