15 gennaio 2007

Un uomo di destra alla Farnesina.



"Nei nostri cinque anni di governo abbiamo dato vita a una politica estera leale nei confronti dell'alleanza atlantica. Al contrario questa Italia di Prodi, servendo l'asse fra Parigi e Madrid, insegue l'ambizione francese di una strategia euro-araba. Una strategia che mira ad escludere l'influenza americana e che ha come interlocutore, purtroppo, l'Iran di Ahmadinejad. Come conseguenza di ciò, l'America ci ha messo ormai nella lista dei paesi non affidabili."
Queste, in sintesi, le parole di Berlusconi.
Insomma, D'Alema è bravo solo a criticare gli stati uniti: per la guerra in Iraq e per i bombardamenti in Somalia. Invia i soldati italiani in Libano per difendere gli Hezbollah dalle rappresaglie israeliane, chiede la costituzione di uno stato palestinese, vuole escludere l'influenza americana dall'Europa e dal medio-oriente...
Qualcuno nota la differenza dal suo scialbo predecessore che scodinzolava di fronte alla Rice e faceva il pendolare a Tel Aviv?

12 gennaio 2007

Idealismo e pragmatismo.

Alcuni amici della cosiddetta destra radicale sostengono che non sia conciliabile la critica al sistema con l’accettazione dei rituali democratici e in particolar modo di quelli parlamentari. A sostegno di questa tesi portano l’esempio di Pino Rauti, un tempo icona nera dell’alternativa al sistema e oggi costretto, per ragioni di bottega, all’alleanza con Berlusconi, emblema vivente dell’odiato liberal-capitalismo e del sistema che lo sorregge.
Attendiamo come sempre le opinioni dei nostri utenti, limitandoci a una breve considerazione: il limite di certe forze politiche della destra “antagonista” è sicuramente quello di non aver saputo tenere su due piani separati l’idealismo dal pragmatismo. Perché le idee, anche le migliori, possano affermarsi devono reggere la prova dell’immersione nella realtà contemporanea. L’obbiettivo di lungo termine sarà senza dubbio quello della costruzione di una società migliore, ma nell’immediato questa è la società nella quale ci si trova ad agire. Per cui, massimo rispetto per chi sogna più o meno utopiche terze posizioni, ma nel frattempo il buon Rauti e tutti quelli che, bontà loro, si dilettano a fare attività politica che cosa dovrebbero fare?
Del resto se Mussolini non avesse dato prova di grande pragmatismo alleandosi con il capitale, con la chiesa, con la massoneria e via discorrendo, non avremmo avuto, nel secolo scorso, l’unica vera rivoluzione (quella si, autentica terza via) che l’Italia abbia mai conosciuto.