25 marzo 2013

Una strada per Danilo Michelacci.




Vediamo se l'inconcludente esperienza dell'amministrazione di centro-destra del comune di Prato troverà, in questo ultimo anno di legislatura, il modo di lasciare una traccia del suo passaggio.
Noi, a distanza di undici anni, torniamo a rivolgere un appello all'amministrazione affinché dedichi una strada cittadina alla memoria di Danilo Michelacci, storico esponente della destra pratese.
Molti oggi si trovano a ricoprire importanti incarichi nella vita pubblica cittadina anche grazie all'opera e al lascito morale ed etico di uomini come Danilo Michelacci.
Celebrarne la memoria, a un quarto di secolo dalla scomparsa, sarebbe un minimo e doveroso passo verso il riconoscimento dell'attività politica che Danilo portò avanti con coraggio, rigore e coerenza.



Danilo Michelacci fu il primo consigliere comunale missino di Prato dal 1951 al 1956. Sucessivamente rieletto nel 1970 restò in carica fino alla scomparsa nel 1989.


Di seguito la copia dell'articolo pubblicato nell'Aprile del 2002 sul bollettino di Alleanza Nazionale "Confini".

12 marzo 2013

Strade.


La commissione toponomastica del comune di Prato ha respinto la proposta di intitolazione di una strada cittadina al segretario nazionale del MSI, Giorgio Almirante, uno dei principali protagonisti della politica italiana del secolo scorso. Abbiamo letto le risibili argomentazioni con le quali il presidente assessore Caverni ha rigettato la richiesta ufficialmente presentata dal consigliere comunale Giancarlo Auzzi, tra le quali merita di essere segnalata quella relativa a una presunta parità di trattamento con altri personaggi della storia recente. In fondo, dice l’assessore, a Prato non c’è neanche via Palmiro Togliatti. La stupidaggine di questa affermazione non meriterebbe neanche un commento, ma facciamo uno sforzo sperando che l’assessore riesca a capire che il paragone, vano tentativo di par condicio, non ci incastra un tubo. Più calzante sarebbe equiparare il personaggio Almirante ad un altro personaggio che invece la toponomastica ha, giustamente, accolto: Enrico Berlinguer, o, perché no, Alcide De Gasperi. Troppa grazia per le truppe ex democristiane, ex socialiste, ex vattelappesca che amministrano – si fa per dire – l’unico comune capoluogo della Toscana in nome e per conto del centrodestra?
Invano abbiamo sperato che la fine del monopolio di sinistra sulla città producesse effetti positivi sulla vita dei pratesi. La pressappochezza con cui i nuovi amministratori hanno gestito la cosa pubblica ha fatto rimpiangere ai più i tempi bui delle giunte comuniste, almeno loro qualche esperienza amministrativa la potevano vantare. Qui invece i debuttanti sono stati proprio allo sbaraglio.
Ma quello che non c’è stato è il cambio di passo a livello culturale e, Dio ce ne scampi, ideologico.
La società si cambia anche, se non soprattutto, con provvedimenti di forte impatto simbolico e a costo zero. Come quello di celebrare, quando si può, i propri miti fondanti.
Ma questa è la giunta che ha patrocinato il concerto dei 99 Posse, formazione pseudo-musicale dei centri sociali napoletani e punta di diamante del più becero e violento antifascismo.
Questo è il consiglio comunale dove, allo scadere dei canonici dieci anni dalla scomparsa, nessuno dei consiglieri di Alleanza Nazionale osò mai presentare la richiesta di dedicare una via al leader del partito dal quale la stessa scaturì. Abbiamo dovuto aspettare più di vent’anni e un consigliere di “Prato Libera e Sicura” al quale va comunque il nostro pubblico ringraziamento per aver colmato almeno questa lacuna. Una lacuna che ancora invece sovrasta la memoria di Danilo Michelacci, per quasi trent’anni consigliere comunale pratese del MSI, figura universalmente tributata di rispetto e stima e per il quale, caro assessore Caverni, non vale nemmeno l’alibi di non essere personaggio di interesse “locale”. Un gigante, quell’unico consigliere d’opposizione in tempi straordinariamente difficili, che lei non può neanche immaginare.

11 marzo 2013

Sovversivi del terzo millennio.


A nostro parere, per contestualizzare in modo corretto le vicende della politica pratese di questi giorni, è necessario ricordare seppur brevemente l'esito del voto che, nel Comune di Prato, dalle amministrative del 2009 alle politiche del 2013, ha visto il centrodestra passare da 43.050 a 22.480 voti, rispetto al centrosinistra passato invece da 46.636 voti del 2009 ai 42.028 voti del 2013.
Con questa premessa - oltre 20.000 voti persi dal centrodestra in tre anni e mezzo contro i "soli" 6.600 voti persi dal centrosinistra - capiamo bene le preoccupazioni del Sindaco, ma, allo stesso tempo, non riteniamo (e tanto meno accettiamo) che, come forse qualcuno vorrebbe, debbano esserci addossate responsabilità, proprio a noi che, nel PDL, per una politica più vicina alla cittadinanza ci siamo battuti fino allo stremo, tanto eravamo consapevoli di aver registrato, già in fase congressuale, un progressivo calo del consenso della compagine del governo cittadino.
Proprio alla luce di ciò, di insolita stranezza, appaiono alcune dichiarazioni di questi giorni rilasciate dal Sindaco e da autorevoli esponenti del centrodestra pratese che, con insistenza, lascerebbero intendere che le posizioni assunte dagli Indipendenti per Prato in Consiglio Comunale abbiano intenti eversivi se non addirittura  sovversivi,  fino all'esser prossime ad  arrivare alle estreme conseguenze: ossia quelle di determinare la sfiducia al Sindaco e la conseguente fine anticipata della legislatura.
Chiariamo il concetto ancora e, speriamo,  una volta per tutte: il nostro unico interesse sono le scelte politiche che dovranno essere fatte da qui fino al termine della legislatura che, per quanto ci riguarda, vedrà la sua naturale scadenza di fine mandato.  È verso la politica e verso quello che noi crediamo sia il bene della nostra città a cui rivolgeremo la nostra attenzione e la nostra azione. Quella che i cittadini ci hanno consegnato nel 2009 è una  responsabilità e un'occasione che non vogliamo perdere semplicemente con scelte fatte "per partito preso". Per noi è finita lera delle contrapposizioni. Abbiamo deciso ormai da tempo di dare importanza solo ai contenuti, lasciando ad altri le dinamiche equilibriste e i furbeschi tatticismi della "vecchia" politica. 

Questo il comunicato stampa degli "Indipendenti per Prato". Che dire? Il PdL continua a ballare sul Titanic e l'unica cosa che riesce a fare è mettere sotto processo quattro mozzi che urlano di preparare le scialuppe...
Però, via, che sovversivi! Nell'epoca del moderatismo assoluto, del politicamente corretto, ogni sussurro sembra un boato.
Per noi, a dire il vero, vale la regola che se non ti riconosci più nel partito che ti ha fatto eleggere, lasci il partito ma lasci anche la carica elettiva. Ma noi siamo di vecchia scuola. Dei tempi in cui c'era il bianco e il nero. Oggi le sfumature sembrano infinite. Quindi può capitare che alcuni si rendano conto che le "radiose giornate" del centrodestra non hanno cambiato minimamente la vita di Prato e dei pratesi, ma anziché sfasciare tutto, da veri sovversivi, sognano un improbabile risveglio dell'amministrazione e una riconferma di questa fallimentare esperienza.