19 aprile 2009

Fascisti in democrazia.

A volte ne incontri qualcuno. Erano pochi prima, sono pochissimi adesso. Sono gli ex missini che hanno aderito al PdL. 'Quanto tempo...', 'Sai, ci manchi...', 'Che vuoi, bisogna prendere atto...', 'Ma io, bada bene, son sempre lo stesso...', 'Io antifascista? Noddavvero!...', e bla, bla, bla.
Che anime belle! Così candidamente in bilico tra passato e avvenire, indecisi se stringerti l'avambraccio o porgerti, più correttamente, la mano. Pacche sulle spalle e un velo di imbarazzo. Ma solo un velo. In fondo non sono loro che hanno invertito la propria rotta politica di centottanta gradi, no, sei tu che non hai capito un cazzo. Che il mondo cambiava mentre tu te ne stavi lì, fermo, a presidiare un fortino pieno di ideali vecchi e moribondi. 'Mi fa schifo solo Fini' ti dice, 'Speriamo che il Cavalieri duri a lungo. Lui è il più fascista di tutti...' E tu che provi a dirgli che sai quanto te ne frega, di lui, di Fini e del cavaliere, ma la smania di autogiustificarsi è più forte di ogni tentativo di tagliar corto. 'L'importante è avere sempre le nostre idee nel cuore!' pontifica l'incauto.
E no! Non basta tenersi le belle idee nel cuore, non basta. Se non ci si adopera perché le idee diventino realtà a che serve qualsiasi tipo di impegno? A che cosa, soprattutto, sono serviti il nostro impegno e i nostri sacrifici? Se bastava coltivare in segreto le nostre convinzioni e proclamarsi antifascisti in pubblico, potevamo farlo trenta, quaranta anni fa, no? Ci saremmo risparmiati tanti guai, tante sofferenze e qualche decina di morti ammazzati.
E allora cari ex camerati che avete capito come muovervi nel vorticoso mondo politico di oggi, non ci venite ad ammannire sorrisi e ricordi in nome di una passata militanza comune. Quella, per voi, non conta più. Il passato è cosa che si addice a noi, voi tenetevi il vostro radioso avvenire, ma rammentate anche che la prossima volta potremmo non trovarci sulla stessa barricata.