17 novembre 2009

Se Prato ricorda Danilo Michelacci.

In occasione della visita di Gianfranco Fini al consiglio comunale di Prato riunito in seduta straordinaria, Maurizio Bettazzi, che del consiglio comunale è il presidente, ha ricordato nel suo intervento Danilo Michelacci, storico consigliere del Movimento Sociale. Da quanto abbiamo appreso dai resoconti della stampa, Bettazzi ha voluto stigmatizzare l'inciviltà dell'emarginazione cui le forze egemoni della sinistra sottoponevano Danilo negli anni duri e difficili delle ideologie. Vogliamo ringraziare Bettazzi per questo sasso lanciato nello stagno della memoria, ma ci teniamo anche a rassicurarlo, per aver vissuto sulla nostra pelle le stesse vicissitudini, che l'emarginazione patita ad opera della sinistra era, all'epoca, l'ultima delle nostre preoccupazioni. Semmai il fatto che i comunisti abbandonassero l'aula ad ogni nostro intervento, era motivo di orgoglio e di soddisfazione. Una piccola medaglietta al valore. Il nostro.
Non sappiamo, invece, che effetto avrebbe potuto fare al nostro Michelacci, fascista di provata fede, reduce dai campi di prigionia americani di Hereford, assistere alla riunione di quel consiglio comunale pieno di antifascisti e di massoni, dal quale è stato bandito da tempo ogni riferimento a quelli che furono i suoi ideali.
Non possiamo saperlo perché sono vent'anni che ci manca. Ma noi che siamo ormai gli ultimi che hanno avuto la fortuna e il privilegio di essergli stati camerati e discepoli, possiamo tranquillamente immaginare che avrebbe, fascisticamente, preso qualcuno a calci in culo.


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