26 maggio 2010

Parliamo di cose serie...

I giudici regalano pensioni agli extracomunitari
di Anna Maria Greco (il Giornale 26/05/10)

Per l’Inps è un colpo duro. La Corte costituzionale garantisce l’assegno mensile di invalidità anche agli stranieri extracomunitari. Non più solo a quelli che dopo 5 anni hanno ottenuto la carta di soggiorno, come previsto finora, ma a tutti quelli che hanno i requisiti (non certo i clandestini) e non possono lavorare per un handicap.

Così, mentre governo e Parlamento affrontano la crisi comprimendo lo Stato sociale e tirando la cinghia anche per i benefici agli handicappati, la Consulta va in controtendenza e allarga il numero dei beneficiari dell’assegno.

Così tanto, che alcuni prevedono ora il rischio di una forma di una sorta di «turismo previdenziale» in Italia, con l’arrivo di chissà quanti stranieri invalidi o presunti tali, attirati dalla possibilità di essere mantenuti a spese dello Stato, senza lavorare.

La decisione è già stata presa dai 15 giudici costituzionali, anche se ancora non è pubblica. C’è stata una spaccatura, nella riunione a Palazzo della Consulta, ma alla fine la maggioranza ha accolto il ricorso della Corte di appello di Torino, dichiarando costituzionalmente illegittima la norma che attribuisce l’assegno di invalidità, a italiani, cittadini comunitari ed extracomunitari solo se titolari della carta di soggiorno.

È ancora presto per valutare le conseguenze economiche di questo verdetto, ma certo il nostro già disastrato Istituto per la previdenza sociale dovrà fare i salti mortali per far fronte anche a questo onere. L’assegno è basso, 242,84 euro per 13 mensilità, ma bisogna vedere per quanti si moltiplica. E poi, una volta dichiarato invalido civile, un extracomunitario potrà ottenere a cascata gli altri benefici legati allo status, come la ben più cospicua indennità di accompagnamento e le detrazioni fiscali connesse.
(...)

18 maggio 2010

Amarcord.

Ogni tanto ci vuole...

"Quando il sipario si è abbassato, in un clima di determinazione e di entusiasmo, sul XII congresso nazionale del MSI-DN, a tutti è apparso evidente che la massima assise del movimento non era stata inutile. La proclamazione aperta e senza ipocrisie, giunta al termine di tre intensi giorni di discussione e per bocca del Segretario nazionale, della nostra diretta discendenza dal Fascismo inteso in senso rivoluzionario, cioè moderno e giovane, scelta ed al tempo stesso garanzia di libertà, ha infatti rappresentato per ogni camerata, di qualsiasi età o schieramento interno, un momento magico, sognato da tempo e sempre, fino ad allora, forzatamente accantonato. Lo scrosciante applauso che ha salutato "Il Fascismo è qui" lanciato da Almirante ha quindi segnato una svolta nella vita della Destra di alternativa".

Gianfranco Fini - Dissenso n.52 del 10 marzo 1982


p.s.
Le maiuscole sono originali.