12 settembre 2011

Beppe Niccolai. Il missino e l'eretico

































Sabato scorso nell'ambito della Festa del Tricolore di Bacchereto è stata presentata la bella biografia dell'indimenticabile Niccolai scritta e pubblicata da Alessandro Amorese.
Un libro che consigliamo a tutti, ma soprattutto un esempio, quello di Beppe, che continueremo ad additare a tutti. Compresi coloro che sono cresciuti sotto la sua ala e che, dopo aver beneficiato della sua rigorosa repulsione per il carrierismo in politica, si sono rivelati per quello che oggi tutti possono constatare.


"Giorgio Almirante. Ci siamo voluti bene. Visceralmente. Ci siamo scontrati. Visceralmente. E sarei ingiusto, mi farei schifo, dinanzi a lui ora, se affermassi che, per il tempo che mi resta da vivere, cessa con lui ogni polemica.
Sarebbe per lui un'offesa, lui che ha sempre amato il palcoscenico, da calcare, non da guitto, ma da protagonista.
I miei amici, per ricordarlo, penseranno bene di inondarlo di ogni elogio. Non ci sarà parola alata e adomata che non troveranno, per santificarlo. Io non voglio santificarlo. Voglio tenerlo vivo, davanti a me; e con lui voglio continuare a polemizzare, così come ho fatto ieri.
So, con certezza, che questo (la pensino come vogliono coloro che gli sono stati vicini nei tempi facili e dolci del suo successo) gli piacerà. Immensamente. Si sentirà vivo, polemico, aspro, duro; come lo è stato quando, scontrandoci, ci siamo feriti tutti e due nel profondo. E su ciò che tutti e due amiamo, oltre ogni dire: l’Italia. Il diverso modo di servirla, questo ci ha fatti scontrare. Ci fa scontrare.
Perché considerare ormai tutto passato?
Almirante resta in mezzo a noi come punto irriducibile di riferimento. E con lui c'è da fare ancora i conti.
Io non lo commemoro; io lo voglio «vivo», come è «vivo», perché, nella contrapposizione, mi identifica, perché nei suoi atti positivi, nei suoi errori, nelle sue generosità, nelle sue cadute vistosissime, tutti noi ci siamo formati. E non è certo con dei manifesti e delle parole che possiamo passarlo nell’album dei ricordi sancendo la sua definitiva dipartita.
Arrivederci, dunque, Giorgio! Così, come ai bei tempi, quando di Te mi piaceva la trasgressione, lo stare contro vento, lo stare con i perdenti!
«Mi danno del cinico, vedi Beppe, e non sanno che io, davanti ad un sorriso di donna, mi innamoro... Subito».
In una giornata assolata, sul mare della Versilia, dopo una tempestosa riunione nella ribelle Federazione missina di Massa Carrara. Trentasette anni fa. Ricordi?
Arrivederci, Giorgio, al prossimo Comitato Centrale!"

Beppe Niccolai
L’Eco della Versilia
31 Maggio 1988