Quello che
oggi manca alla destra per esercitare appieno “il potere politico” è una vera Cultura di Destra.
Cultura di Destra, come cultura libera e al tempo stesso
cultura fortemente impegnata. Contraddizione in termini? Come affermava Giorgio
Almirante, assolutamente no.
Cultura libera perché riferita ai valori dello
spirito, che sono i valori della libertà; ma proprio per questo cultura
fortemente impegnata nella difesa di tali valori, della civiltà che in essi si
esprime, della concezione della vita che li sottende, delle testimonianze che
umanamente li trasmettono, con la forza e la luce del messaggio, dall’una
all’altra generazione. Mentre la nazione e la politica navigano in acque
“oscure”, mentre la crisi dei vari modelli marxisti e capitalisti appare sempre
più evidente, mentre i nuovi e vecchi comunisti sono sempre più democristiani
ed i vecchi e nuovi democristiani sono sempre più comunisti, mentre il riflusso
si fa sentire nelle coscienze dei giovani non del tutto “drogati” dalle
propagande del vecchio sistema partitocratrico, il momento sembra essere
venuto, perché l’attimo fuggente ci dice, se bene inteso, che questa è l’ora di
“cambiare la rotta”. Quindi, una cultura di Destra, per conferire pienezza di
tradizione vitale e di moderno adeguamento ad un’ispirazione politica che
sembra ormai matura per diventare, o ridiventare, una scuola politica al
necessario ed irrinunciabile alto livello. Il pericolo che adesso la Destra
deve combattere è un altro, è lo stesso che come lo definiva egregiamente,
alcuni anni fa Augusto Del Noce, “un totalitarismo che avviene per via
democratica”, un totalitarismo imposto dalla finanza internazionale al servizio
dei “poteri forti” extra nazionale ed accettato e sostenuto, supinamente, da
una classe dirigente incapace di proporre ed attuare politiche sociali di
tutela nei confronti dei propri amministrati, nell’interesse complessivo dei
cittadini. Sarà esercitazione della “nostra” Destra Culturale e Politica
contrastare e resistere a queste politiche, poiché da sempre libera dai
condizionamenti anchilosanti dello schematismo e dunque pronta all’agilità ed
all’intuito.
La tradizione della fantasia è sempre vincente, perché alla fine
costringe gli schieramenti avversi a fare i conti con il fallimento delle
proprie ideologie. Pure quando non appare.
19 giugno 2012
13 giugno 2012
Per fortuna oggi non è più così...
(Per sapere chi e quando ha pronunciato questa frase aprire i commenti)
04 giugno 2012
Poltrone...
Una polemica, non si sa quanto artificiosa, sta infuocando in questi giorni il clima nel PdL pratese. Da una parte il gruppo degli sconfitti, seppur di misura, al congresso provinciale, i cosiddetti "magnolfiani", dall'altra tutta la potenza di fuoco dei vincitori che impiegano senza mezze misure tutto l'apparato. Membri della giunta, parlamentari, stampa affiliata e organi di informazione amici, poteri forti e massoneria cantando. I primi sostanzialmente accusati di aver costituito una fronda disposta a staccare la spina al sindaco Cenni se non debitamente soddisfatti nei loro voraci appetiti. Cacciatori di sedie e di prebende. I secondi, invece, accusati dai primi di aver costituito una cupola oligarchica che soffoca il dibattito e di conseguenza la possibilità di individuare le soluzioni ai problemi della collettività. Detentori del potere fine a se stesso.
In mezzo i cittadini pratesi che osservano annoiati queste schermaglie, ben consapevoli che le elezioni si avvicinano anche nella nostra città e che, purtroppo, toccherà tornare a votare per i meno peggio. Ormai che tra i due schieramenti in competizione non esiste più alcuna differenza l'hanno capito anche i bambini.
Certo lascia alquanto perplessi il fatto che l'accusa di essere a caccia di poltrone arrivi proprio da coloro che hanno arraffato tutto quello che c'era da arraffare. Assessorati, presidenze, consigli d'amministrazione, posti al parlamento, consulenze.
Per ultimo Umberto Cecchi, che incredibilmente per la sua indiscussa esperienza, scivola sulla più classica delle bucce di banana. Forse non era proprio il caso che l'ultimo affondo contro i "cacciatori di sedie e prebende" giungesse proprio da lui. Che, se non ricordiamo male, fu catapultato da Berlusconi alla Camera dei Deputati, presidente di commissione tra l'altro. E che, sempre se non ricordiamo male, con l'elezione a sindaco di Cenni, è stato catapultato alla presidenza del Metastasio. Sempre senza un'ombra di gavetta oseremmo dire. Certo, il curriculum è di tutto rispetto e nessuno lo nega. Ma essere sempre cooptati è una gran botta di culo, no?
Ora se qualche giovane di belle speranze reclamasse per se stesso l'uso di quella stessa catapulta, non ci sarebbe niente di strano. Siamo abbastanza scafati per credere ancora che qualcuno possa impegnarsi in politica senza pensare di ottenere qualcosa in cambio.
In fondo anche noi, ai nostri tempi, si sperava sempre di tornare a casa senza aver preso legnate in testa e con l'automobile intatta...
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