19 luglio 2009

Incontro col comunista.

Chissà se Guido Morselli immaginava, quando scrisse il suo romanzo, uno scenario come quello che si è presentato a noi in questi giorni. Certo non siamo nella Milano degli anni quaranta, non c'è la guerra e non c'è nemmeno il partito comunista clandestino. O quasi. Perché un po' clandestino pareva sentirsi il comunista che abbiamo incontrato noi nelle vie della Prato post-terremoto cenniano. Spaesato, confuso, deluso, ma non sorpreso. Del resto chi come lui non è andato a votare, un po' doveva aspettarsela la vittoria del centrodetra. Chi, come lui, è andato a ingrossare le fila degli astensionisti ha pesantemente contribuito alla vittoria di Cenni. Un astensionismo che ha colpito in prevalenza il candidato della sinistra e che è maturato non già al momento delle elezioni o del ballottaggio, ma molto prima. Già all'indomani dei risultati delle assurde primarie del PD, quando fu certificato che per la prima volta nella storia di Prato, comunque fossero andate a finire le elezioni, il Sindaco non sarebbe stato un ex comunista. Carlesi o Cenni, dice, per me pari sono. Certo, il neo-sindaco si è portato dietro una corte dei miracoli piena di bizzarri personaggi, gente che al nostro comunista non deve proprio restare simpatica, ma chi garantisce che con Carlesi non sarebbe accaduto altrettanto?
Ormai, dice, centrodestra e centrosinistra si assomigliano sempre di più.
Come dargli torto? Noi che da anni andiamo dicendo che ormai c'è un'unica, indistinta marmellata dove programmi, idee e valori si confondono e si sovrappongono. Dove un residuo di discrimine, se c'è, è rappresentato da quello che una volta si usava definire "cultura".
E allora non può non inquietare la nomina di Anna Beltrame come assessore alle politiche culturali pratesi. Possibile, ci chiediamo, che con tutto il patrimonio umano e politico che i partiti della coalizione avevano a disposizione, non ci fosse qualcuno in grado di ricoprire quel ruolo? Che in sessant'anni di dura scuola dell'opposizione non fosse cresciuto in Prato uno straccio di personaggio degno di rappresentare la visione culturale del centrodestra?
O forse anche sul piano della cultura gli uni e gli altri, come dice il nostro compagno, ormai son tutti uguali?