15 dicembre 2006

Che fine ha fatto la destra sociale?


Dopo le elezioni vinte dal centrosinistra sono letteralmente scomparsi gli ex capi-corrente del partito di Fini. Storace, prima trombato alle regionali e poi stroncato dall’”affaire Laziogate”, Alemanno annichilito dalla pessima figura fatta nella corsa al Campidoglio. E la comunità militante della cosiddetta destra identitaria? Andata. Mettiamoci una pietra sopra.
Eppure non sembrerebbero mancare gli argomenti di attualità per far sentire la voce di quella che un tempo veniva considerata l’ala “intellettuale” della destra italiana.
E invece no. Spariti tutti. Ci viene un dubbio: che siano in ritiro ad inventarsi una giustificazione plausibile per il prossimo ingresso nel PPE?

04 dicembre 2006

Come ti rovino la festa.


Non c’è dubbio: con la manifestazione di sabato 2 Dicembre a Roma i partiti del centrodestra hanno dato prova di una grande capacità di mobilitazione della propria base. Ancora maggiore se si considera che i due milioni di cittadini scesi in piazza non lo hanno fatto sulla base di una piattaforma programmatica e rivendicativa specifica. Hanno manifestato, sic et simpliciter, contro il governo Prodi. Dimostrando quindi una fidelizzazione quasi ideologica di cui gli organizzatori potranno sicuramente far tesoro.
Incredibile dunque come un evento che ha dato prova di grande forza dell’opposizione si sia tradotto, nei fatti, in una vera e propria disfatta per l’opposizione stessa. Una Caporetto che è tutta ascrivibile alla scelta dell’UDC di tenere altra e contemporanea manifestazione in quel di Palermo. Una rottura maturata probabilmente dalla consapevolezza di Casini di non essere lui il bolognese prescelto per la successione a Berlusconi…
Sta di fatto che l’attenzione degli addetti ai lavori è stata ad arte deviata dalla protesta romana ai dissidi interni alla ormai ex CdL. I riflettori della diretta televisiva si sono accesi, in una improbabile par-condicio, tanto sulla debordante folla di Roma quanto sul grottesco convegno di Palermo. Tot minuti per i due milioni di italiani, tot minuti per i diecimila vetero-democristiani.
Adesso l’UDC ha dichiarato che ormai ci sono due opposizioni e che il partito di Cesa intende seguire una propria strada per creare un’alternativa a Prodi. Convinti come siamo che Casini e soci siano abbastanza intelligenti da non coltivare, in epoca di bipolarismo, sogni di egemonie centriste destinati a infrangersi (Mariotto Segni docet), ci rimane un unico interrogativo: cosa faranno i senatori uddiccini quando la risicata maggioranza prodiana avrà bisogno di una mano? Mah…