21 ottobre 2005

Rockpolitik.

Francamente non ci aveva appassionato per niente la polemica preventiva e la "suspence" che ammantavano il debutto della trasmissione televisiva dell'ex molleggiato nazionale. Celentano, icona di se stesso, oggi musicalmente sopravvissuto solo grazie a dei brani confezionati dalla coppia Mogol-Bella, non rientra nella lista dei nostri riferimenti artistici. Figuriamoci in quella dei pensatori! Il tipo, che giustamente si definisce "re degli ignoranti", parla a vanvera di cose fuori dalla sua portata (mirabolante la sua definizione dell'Illuminismo come "movimento culturale") e sciorina per ore una sequela di ovvietà in puro stile post-comunista, post-ecologista, post-noglobal ecc.ecc.
Però sul tormentone del ritorno in Rai dei vari Santoro, Biagi, Luttazzi e compagnia bella ci sembra il caso di fare una semplice, banale considerazione.
Il governo di centrodestra, che in quanto tale non può che essere composto da loschi figuri dediti alla repressione di ogni forma di dissenso e allo smantellamento dell'ordinamento democratico, ha concesso all'opposizione la Presidenza Rai (Petruccioli), la Direzione Generale (Meocci) e la Vigilanza (Gentiloni). Il tutto alla vigilia delle elezioni, quando il monopolio dell'informazione televisiva da parte della sinistra assumerà ancor più valore. I parlamentari del centrodestra sono stati capaci di fare le barricate e di arrivare quasi allo scontro fisico per imporre la legge elettorale, la ex-Cirielli, la devolution e altre simili amenità, mentre sulla Rai hanno dimostrato un così britannico "gentleman agreement". Che ganzi!

13 ottobre 2005

Quote rosa.


La camera, con un voto insolitamente bipartisan, ha affossato l'emendamento alla nuova legge elettorale che obbligava i partiti a comporre le liste salvaguardando il 25 percento di uno dei due sessi. Niente posti riservati alle donne, quindi. Con buona pace delle Prestigiacomo, delle Santanchè e delle Melandri che solo in queste occasioni si accorgono del deficit di democrazia interna dei loro partiti. Sinceramente non abbiamo mai condiviso l'idea delle cosiddette "riserve indiane" per categorie protette, convinti come siamo che la meritocrazia sia la stella polare a cui ogni forza politica debba fare riferimento. Per cui se una donna, un giovane o chicchessia dimostra di valere qualcosa deve trovare naturali evoluzioni di "carriera" senza bisogno di norme a tutela. Certo, in una società e all'interno di una politica come noi la vorremmo. Ma poiché conosciamo i nostri polli, ci viene da sorridere di fronte a tanto ipocrita schiamazzo da parte delle deputate "deluse" e "indignate". Ma signore mie, con il meccanismo delle liste bloccate a cosa servirebbero le quote? Chi impedirebbe al ras regionale di turno di collocare le gentili candidate nelle ultime posizioni pur rispettando le percentuali di salvaguardia? Facciamo un esempio: se AN prevede di eleggere in Toscana quattro deputati che numero di lista daremo alla prima donna? (Per inciso: noi abbiamo già un'idea su chi saranno i primi quattro in lista). E poi: chi decide quali saranno le donne da inserire in lista? Quale criterio autenticamente meritocratico sarà seguito? Infine, la signora Santanchè e le sue colleghe catapultate dai fornelli e dai salotti in parlamento, senza nessuna gavetta, senza preferenza, chi le ha scelte?

10 ottobre 2005

La strada nuova.

(…)AN è un partito che è stato creato dalla gente, col suo voto, inimmaginabile prima di “Mani pulite”, che ha catapultato il MSI ad uno strepitoso 15%, nelle elezioni del 1993. Un partito al 15% non poteva mantenere l’assetto del vecchio MSI, perciò è nata Alleanza Nazionale. Alleanza di chi? Di vecchi liberali, democristiani di destra, monarchici, missini, cani sciolti, radicali liberi, che si sono accordati su di un progetto di massima (un minimo comun denominatore, livellato inevitabilmente verso il basso), allo scopo di incrementare il successo elettorale e diventare destra di governo. Qualcuno citò a vanvera il gollismo, qualcun altro la destra cattolica tedesca: per farla breve, nessuno pensò di mantenere e migliorare il modello missino, ritenuto, da un lato, ingombrante e, soprattutto, imbarazzante e, dall’altro, inadeguato ai tempi nuovi. Eppure, la gente aveva decretato il successone del MSI proprio perchè era il MSI: un partito che sapeva essere durissimo su alcuni temi forti, un partito che vantava un’invidiabile tradizione di onestà (anche, forse, perchè non aveva mai avuto reali occasioni di rubare...), un partito che richiamava, istintivamente, le tradizioni di un’Italia più povera, più sobria e più seria. Un’ Italia meno americana. Meno pubblicitaria e meno televisiva.(…) Da allora, AN non ne ha azzeccata una, e ha continuamente perso terreno: gli espertoni del partito lo hanno spiegato in mille modi. La verità è che AN è un partito dalla debolissima immagine, che ha combattuto una serie di battaglie politiche dalla parte opposta rispetto a quel suo elettorato missino del 1993: ha cercato, per dirla in breve, di diventare una cosa diversa rispetto a quello che la gente si aspettava che diventasse, ossia un partito di notabili.(…) La politica è diventata solo conservazione del potere: del proprio potere feudale, privato, assoluto. La gente questo lo sa: vede la faccia dei potenti e vi riconosce il solito, arcinoto, sorriso di chi si sente intoccabile, invincibile, incriticabile.(…) Basterebbe fare una specie di minireferendum in ogni circolo, per vedere che chi comanda non è quasi mai chi merita di comandare. Io di nomi, se volete, ne ho parecchi: guardatevi intorno e, smettendo di lamentarsi e basta, cercate una strada nuova. Che è poi la strada vecchia.

Marco Cimmino
(tratto da Destrasociale.org)

06 ottobre 2005

Ondivago.


"Senza la proporzionale la CdL è finita." Parola di Gianfranco Fini.

Gli elettori di AN sono ormai assuefatti alle "svolte" del loro leader, ma che ne pensano di questa ennesima giravolta? Non era il prode Gianfranco che si autonominò paladino del maggioritario? Dopo che da Segretario missino aveva difeso fino alla morte la proporzionale? Onorevole Fini, si decida!