20 maggio 2015

Nota.



Lo confesso: a volte vengo preso dal dubbio. Saranno gli appelli di tanti vecchi e nuovi camerati; saranno le facce schifate che ti esibiscono quando ne parli; sarà l'età...
Come se sentissi nel sangue il ribollire di antiche consuetudini, una lontana eco di suoni, canti e clamori; un odore acre e familiare di carta, colla e lacrimogeni.
E’ in questi momenti che mi sfiora l’idea di trascinarmi, ancorché io non reputi nessun partito attuale degno delle mie cure, al seggio elettorale per compiervi, disciplinatamente, il mio civico dovere di bravo cittadino.
Poi, fatalmente, penso a tutta quella moltitudine di aventi diritto, intrisi di una grossolana ignoranza - e non solo politica - e di un’arroganza infinita. E medito sul fatto che il loro voto, nella giostra democratica dei ludi cartacei, conta esattamente quanto l’ipotetico mio. Un pensiero che mi fa inorridire. E allora mi esimo…

08 maggio 2015

Un'altra prova che a destra non è possibile un soggetto politico unitario.

E' chiaro adesso perché dalla diaspora ex-aennina ed ex missina non si potrà mai ricostruire qualcosa? Se non fosse  sufficiente il triste spettacolo del proliferare di sigle che alle prossime regionali si presentano, direttamente o in appoggio ad altri partiti o coalizioni, come eredi e depositarie del verbo, ci pensano certe prese di posizione, certe scelte di campo.
Un mondo variegato, quello post fascista, dove troviamo gli infatuati della Le Pen e gli alleati di Salvini; gli irriducibili berlusconiani e i nostalgici di Chirac.
Addirittura chi coltiva suggestioni impure arrivando a tifare più o meno apertamente un giorno per la Merkel e un altro per Tsipras.
Ma leggere sul sito del Secolo d'Italia, la testata che fu del MSI e che oggi fa l'occhiolino a FdI, che in Gran Bretagna con Cameron ha vinto la destra, mette una pietra tombale su ogni ipotesi di "réunion"!
Come dite? Il direttore del Secolo d'Italia è un certo Italo Bocchino? Vabbè, allora lasciamo perdere...