30 aprile 2014

Partiti addio.


Per le amministrative del 2009 ci divertimmo a fare il punto sulla diaspora ex aennina in occasione delle elezioni dell’epoca. Oggi si può invece solo registrare la definitiva scomparsa dei partiti, non solo come elementi di aggregazione e condivisione, di confronto, di comunità e di mutuo soccorso, ma anche come pure e semplici “macchine” elettorali.  La proliferazione delle cosiddette liste civiche rappresenta l’ennesimo duro colpo alla credibilità della politica e del sistema sul quale ha poggiato per decenni la democrazia repubblicana. E’ vero, il fenomeno si presenta in tutta la sua virulenza particolarmente nelle elezioni di tipo amministrativo, con questo trovando una seppur labile giustificazione, ma è comunque figlio del dissolversi dei partiti come contenitori di ideali da condividere.
A chi abbia giovato questa metamorfosi non lo sappiamo, anche se qualche sospetto ci permettiamo di nutrirlo, mentre il sempre crescente abbandono della pratica del voto la dice lunga sul gradimento da parte della pubblica opinione.
Ciò ha reso possibile, nel microcosmo pratese, di avere, tra gli altri: un candidato a sindaco che si presenta con una propria lista e non sotto le insegne del partito per il quale è tuttora parlamentare (nominato) in carica; un candidato al consiglio comunale presidente uscente di circoscrizione, eletto con il centrodestra, che si presenta nella coalizione di sinistra, contro lo stesso sindaco che l’ha fatto eleggere la volta scorsa; un ex capolista di un partito neo-fascista candidato in coalizione con Sel, Federazione della sinistra e altre zecche; formazioni politiche di fresco conio che a Prato stanno in una coalizione e a Firenze invece no…
Insomma un casino. Del resto se alla politica togliamo, come è stato fatto, tutti i valori ideali, quelli etici e i riferimenti storici, quello che rimane è, nella migliore delle ipotesi, puro tifo da stadio. Chi se ne frega  di quello che pensa il tuo vicino alla partita, se è un compagno o un fascio, cattolico o ebreo, etero o omo, l’importante è che tifi per la tua stessa squadra.
Ut requiescat in pace.