23 settembre 2005

Verso le primarie della CdL.

Un’inutile perdita di tempo. Invocare le primarie per l’individuazione del candidato premier del centrodestra è un po’ come sfidare a braccio di ferro Mike Tyson. Troppo sbilanciati i valori in campo. Berlusconi scatenerà il suo partito, le sue aziende, le sue televisioni e la sua innegabile supremazia per sbaragliare ogni ipotetico avversario (chi sarebbe poi, Casini?). Perché non pensare, invece, a delle primarie per individuare i candidati al parlamento? Il fallimento del governo Berlusconi non può essere imputato alla sola responsabilità del premier. C’è tutta una classe politica sotto accusa. Impreparata, immobile e inamovibile. Chi ha selezionato una tale pletora di incapaci? Perché i partiti della CdL non lasciano scegliere i propri elettori da chi vogliono essere rappresentati?
Figuriamoci! Noi toscani abbiamo già dovuto subire la canagliesca azione degli oligarchi del centrodestra che hanno approvato insieme alla sinistra l’abolizione della preferenza. Sperare in un salutare rigurgito di democrazia partecipata sarebbe veramente utopistico.
E allora gli elettori di Alleanza Nazionale, per esempio, accorreranno in massa alle primarie che daranno la medaglia d’argento a Fini. Poi,nei collegi, si ciucceranno come sempre il peggio del peggio.

22 settembre 2005

Aria di smobilitazione.

Tutti a casa?

1.
"Non c'é bisogno di dire che
andremo da soli. Basta decidere volta per volta come
comportarsi. Saranno gli altri, eventualmente, a determinare la
nostra collocazione". Bruno Tabacci (Udc) spiega in
un'intervista al CORRIERE DELLA SERA la possibile strategia dei
centristi.
"Nei prossimi giorni ci saranno scelte
da fare alla Camera e al Senato. La legge elettorale sembra
ormai tramontata. Peccato, ci abbiamo provato, ma il
centrosinistra ha fatto blocco perché vuole vincere con il
maggioritario e i nostri alleati hanno posto condizioni tali da
logorare il percorso della normativa".
Sulla Finanziaria, continua il deputato, "daremo battaglia.
Ma c'é anche l'ex Cirielli: così com'é non può passare. Al
di là di chi dice che è fatta apposta per salvare qualcuno,
basta vedere lo sciopero dei penalisti che ha appena
provocato".
Un avvertimento anche in merito alla devolution: "Se si dice
che la riforma elettorale va fatta con larghe intese, quindi
anche con l'opposizione, il discorso deve valere anche per le
riforme istituzionali. Proporrò all'Udc di promuovere
l'assemblea costituente".
Infine una sola battuta sul premier Berlusconi: "Magari se
ne andasse veramente a Tahiti. Gli chiederei un
passaggio".(ANSA).


2.
"Provvisoria è stata la nostra
scelta di stare nel centro-destra. E provvisoria ci è sempre
apparsa la Casa delle libertà, che ora è in una crisi
irreversibile". L'analisi della Cdl arriva dal segretario del
Nuovo Psi Gianni De Michelis, intervistato dal MESSAGGERO.
"L'Unione non ci piace, abbiamo dei dubbi su Prodi ma,
siccome noi dobbiamo rimettere insieme tutto il popolo dei
socialisti sparpagliati fra Sdi e Nuovo Psi, se il
centro-sinistra ci dà questa possibilità noi andiamo con il
centro-sinistra".
L'ex ministro del Psi assicura di non aver mai negato la
possibilità di tornare a sinistra. "Anzi, i socialisti
soltanto a sinistra possono stare. (...) E la maniera in cui i
post-comunisti parlavano di Craxi negli anni '90 non e' certo
quella in cui parlano oggi".
Infine, un riconoscimento al leader dell'Unione. "Su certe
cose, siamo d'accordo con lui. Su altre, no. E' molto cresciuto
in questi dieci anni. E' un politico di valore e privo del
vizio, italianissimo, del provincialismo. Noi - conclude De
Michelis - spingeremo Prodi a somigliare il più possibile a
Schroeder e a Blair".(ANSA).

3.
VENEZIA, 18 SET- "Domani e' il compleanno di Bossi e' ci sara' l'appuntamento con l'ultimo passaggio alla Camera sulla devolution", dice Calderoli. "Non so se sia vero -ammonisce il ministro per le Riforme- che si stanno condensando delle nuvole. Domani sara' la resa dei conti: i patti vanno rispettati e visto che il messaggio e' a Roma dico 'patta servanda sunt'". Ancora piu' esplicito il ministro Maroni: 'Se la devoluzione non passa, un secondo dopo la Lega uscira' dal governo e dalla maggioranza'.(ANSA)

4.
L'esame del ddl sul federalismo, che comprende la devolution, è stato rinviato a ottobre. Lo ha detto in aula alla Camera il presidente Pier Ferdinando Casini (ANSA)

15 settembre 2005

Proporzionale: prove di grande centro.

Cosa nasconde la polemica di questo scorcio di legislatura sulla legge elettorale? E’ davvero in discussione solo il meccanismo “aritmetico” di attribuzione dei seggi in parlamento o c’è sotto qualcos’altro? Se proprio dovessimo scegliere tra i due sistemi dovremmo dire che il proporzionale ci sembra decisamente il migliore. Non solo perché la Destra italiana condusse una delle sue più belle battaglie contro il maggioritario e l’attuale, fallimentare, bipolarismo. Ma anche e soprattutto perché con il proporzionale si salvaguardano le identità e si rappresenta realmente la volontà dell’elettorato. Purtroppo c’è da temere che non siano queste le considerazioni da cui parte l’iperocchialuto Follini per reclamare a gran voce un ritorno all’ancien regime. Sembra piuttosto di intravedere un disegno tipicamente democristiano in virtù del quale un rinascente “grande centro” si riserverebbe la facoltà di scegliere di allearsi oggi con la destra, domani con la sinistra.
In realtà l’attuale panorama politico poco si discosta da questo scenario futuribile: abbiamo due fazioni della vecchia DC che si sono alleate l’una con gli ex-comunisti, l’altra con gli ex-missini. La differenza, per ora, consiste nel fatto che i due spezzoni del centro non sono uniti. Quando si produrrà questa saldatura, la controrivoluzione dei partiti di tangentopoli sarà compiuta

09 settembre 2005

Preferenza: favorevoli e contrari.

“Credo che sarebbe disastroso un ri-
torno al proporzionale con prefe-
renza. E invito tutti a una riflessio-
ne più attenta sulla scorta dell’e-
sperienza. Le elezioni regionali e
provinciali comportano costi eletto-
rali altissimi, esorbitanti. In una
città media un singolo candidato
spende per la sua elezione più di
un parlamentare. Questa strada, co-
me dimostra il passato recente, ri-
schia di trasformarsi nella madre di
tutte le corruzioni. È fin troppo fa-
cile capire che una campagna elet-
torale di questo tipo può essere af-
frontata solo dai capibastone di par-
tito che possono attingere ai fondi
pubblici, dai miliardari che dispon-
gono di risorse personale o da chi
può accedere ai finanziamenti de-
gli amici e degli “amici degli amici”.
Il proporzionale con preferenza pro-
voca la fuga della politica dal di-
battito. Si assiste a un’eccessiva per-
sonalizzazione dello scontro e a una
competizione esasperata, non con
gli avversari politici, ma con i
candidati della propria lista.”
(Intervista a Nuccio Carrara, sottosegretario alle riforme, AN)

Pubblichiamo uno stralcio dell'intervista al rappresentante del governo e di AN, che, a nostro avviso, la dice lunga sulla esasperata autotutela della classe politica nostrana. La preferenza vista come una iattura. Ovviamente da coloro che hanno usufruito della sua assenza. Da coloro che sono chiamati a ricoprire i più alti incarichi politici e istituzionali senza misurarsi con l'elettorato ma solo perché prescelti dalle segreterie dei partiti.
La Toscana è l'unica regione italiana che ha abolito, nella propria legge elettorale, l'esercizio della preferenza. Con inevitabili malumori da parte di alcune forze politiche e, trasversalmente, all'interno delle stesse. Il risultato è stato un ulteriore distacco della società civile dalla politica. Tanto che possiamo affermare che oggi ci troviamo di fronte a due schieramenti: da una parte i sostenitori del ritorno alla preferenza come forma di potere decisionale dei cittadini e dall'altra i soliti garantiti, che solo togliendo spazi di discrezionalità e di selezione all'elettorato possono perpetuare la loro sopravvivenza politica.