09 settembre 2005

Preferenza: favorevoli e contrari.

“Credo che sarebbe disastroso un ri-
torno al proporzionale con prefe-
renza. E invito tutti a una riflessio-
ne più attenta sulla scorta dell’e-
sperienza. Le elezioni regionali e
provinciali comportano costi eletto-
rali altissimi, esorbitanti. In una
città media un singolo candidato
spende per la sua elezione più di
un parlamentare. Questa strada, co-
me dimostra il passato recente, ri-
schia di trasformarsi nella madre di
tutte le corruzioni. È fin troppo fa-
cile capire che una campagna elet-
torale di questo tipo può essere af-
frontata solo dai capibastone di par-
tito che possono attingere ai fondi
pubblici, dai miliardari che dispon-
gono di risorse personale o da chi
può accedere ai finanziamenti de-
gli amici e degli “amici degli amici”.
Il proporzionale con preferenza pro-
voca la fuga della politica dal di-
battito. Si assiste a un’eccessiva per-
sonalizzazione dello scontro e a una
competizione esasperata, non con
gli avversari politici, ma con i
candidati della propria lista.”
(Intervista a Nuccio Carrara, sottosegretario alle riforme, AN)

Pubblichiamo uno stralcio dell'intervista al rappresentante del governo e di AN, che, a nostro avviso, la dice lunga sulla esasperata autotutela della classe politica nostrana. La preferenza vista come una iattura. Ovviamente da coloro che hanno usufruito della sua assenza. Da coloro che sono chiamati a ricoprire i più alti incarichi politici e istituzionali senza misurarsi con l'elettorato ma solo perché prescelti dalle segreterie dei partiti.
La Toscana è l'unica regione italiana che ha abolito, nella propria legge elettorale, l'esercizio della preferenza. Con inevitabili malumori da parte di alcune forze politiche e, trasversalmente, all'interno delle stesse. Il risultato è stato un ulteriore distacco della società civile dalla politica. Tanto che possiamo affermare che oggi ci troviamo di fronte a due schieramenti: da una parte i sostenitori del ritorno alla preferenza come forma di potere decisionale dei cittadini e dall'altra i soliti garantiti, che solo togliendo spazi di discrezionalità e di selezione all'elettorato possono perpetuare la loro sopravvivenza politica.

2 commenti:

  1. Ecco una ulteriore dimostrazione della necessità di una rivoluzione copernicana nella struttura di AN; basta dispotismi in stile levantino sia al centro che in periferia, nessuna delega e nessuna gerarchia, solo comitati di base che decidono la linea politica ed eleggono rappresentanti a mandato revocabile in ogni momento; basta cioè con l'almirantismo da quattro soldi.
    L'alternativa? La trasformazione progressiva in una brutta copia della vecchia DC con notabili a vita, nessun dibattito e dialettica interna, nessuna proposta o progetto politico all'esterno: in queste condizioni perchè gli elettori dovrebbero votarci?
    Non dobbiamo avere paura delle parole: democrazia interna è la condizione indispensabile per ripartire.
    Deve essere chiaro che sono gli eletti al servizio dei militanti e non viceversa; al posto dei soliti comizi-passerella occorre passare a incontri-dibattito in cui i vertici ascoltano e la base chiede e propone.
    E nessun tabù sugli argomenti:bisogna poter discutere liberamente di tutto.

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  2. Crediamo che, l’abolizione delle preferenze sia il miglior modo per garantire i “soliti ignoti” della politica nostrana, personaggi sconosciuti ai più e specialmente agli elettori.
    Personaggi sfaccendati che ricercano nelle segreterie e nelle anticamere dei ministeri il proprio riconoscimento politico, personaggi abituati a portare borse ed al lavoro “faticoso” della lingua, non intesa come Accademia della Crusca, ma ad un malsano riempimento di peli maleodoranti.
    Il sano attivismo di una volta è morto, ucciso dalla frenetica ricerca di visibilità attraverso presenze a fianco dei potenti di turno.
    La paura dei “soliti ignoti” di poter restare privi dei privilegi, così agevolmente acquisiti, contrae fortemente le loro meningi rendendole incapaci di elaborare proposte alternative a quelle di mera conservazione del potere, impedendo un ricambio generazionale e d’idee che, visti i recenti risultati elettorali ,riteniamo urgentemente necessario.
    Penna Nera

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