04 giugno 2010

C'è qualcosa di nuovo oggi nell'aria...



Sembrava che la componente finiana dovesse prendere quota anche a Prato, imponendosi fin da subito come da contraltare alla maggioranza dei berluscones del Popolo della Libertà. Ma, quando si è trattato di passare dalle parole ai fatti, ovvero dalla firma al web appello alla costituzione dei circoli finiani di “Generazione Italia” soltanto Federico Lorusso ha fatto il passo. Gli altri a partire dal presidente del consiglio comunale Bettazzi provano a smorzare la questione: “E’ chiaro che rimaniamo finiani, ma preferiamo che siano i giovani a farsi avanti in questo momento”. Quindi ecco la scelta di percorrere una strada diversa, quella dell’associazione “Nuova Prato” che a partire da stasera riunirà tutta la componente degli ex An, Bettazzi, quindi, insieme agli assessori Filippo Bernocchi e Gianni Cenni, i consiglieri comunali Giancarlo Auzzi, Gianluca Banchelli, Alessandro Giugni e Fulvio Ponzuoli.

Cito questo breve passo dalle notizie di Prato perché mi sembra sintomatico del caos che regna nella politica di oggi. Una sarabanda che non lascia indenni neanche i piccoli personaggi del teatrino locale, questi statistelli in sedicesimo, baciati da un'insperata sorte e, malgrado la loro insipienza, proiettati nell'empireo della casta che conta. E che di politica campa.
Vale anche per costoro, e forse a maggior ragione, quello che da tempo suggeriamo a Gianfranco Fini: che si decidano una buona volta! Non abbiamo sentito uno di loro rivendicare l'orgoglio di appartenenza allorquando l'ex presidente decise, motu-proprio, di sciogliere il partito nel quale militavano. Non abbiamo letto dichiarazioni pubbliche di presa di distanza al momento di candidarsi con il tram del PdL verso agevoli elezioni. Non abbiamo visto dimissioni sdegnate e virili. Niente renitenza alla leva quando il sacro fuoco della poltrona ha chiamato!
Adesso, seguendo le piroette del presidente della Camera, si danno da fare per riproporre anche nella nostra città il triste spettacolo di un partito che nacque dalla fusione di due diverse forze politiche affini ma non uguali; alleate ma non unificabili.
Torniamo a ripetere: c'era davvero bisogno di sciogliere due partiti, di rinnegare coloro che li avevano fondati, di disperdere una comunità intera, umana prima ancora che politica, di buttare alle ortiche un patrimonio valoriale accumulato in mezzo secolo di lotte e di sacrifici, per tornare a coltivare questi miseri orticelli seminati di patetiche ambizioni personali?
Lo diremmo a Fini, se servisse: ce l'avevi un partito. Anche troppo bello per le tue capacità. Tu l'hai voluto estirpare come se fosse un dente marcio. Ora vedi di non rompere i coglioni.
E lo diciamo anche ai suoi vecchi e nuovi seguaci in terra di Prato: questi giochetti di palazzo sono la dimostrazione di come al giorno d'oggi la politica sia espressione della parte peggiore della società. Davvero volete rimarcare la vostra identità diluita nel calderone berlusconiano? Potevate pensarci prima a dire il vero, ma se proprio non potete farne a meno, anche se tardivamente, date una prova di dignità. Dagli incarichi, specie se ben retribuiti, ci si può sempre dimettere.
Ma che ve lo dico affa'...