16 dicembre 2013

La ministrina frastornata.


Giorgia Meloni. Ancora lei, l'astro nascente del centrodestra neo-gollista italiano. Fino a ieri pontificava schifata che Alleanza Nazionale rappresentava il passato e che Fratelli d'Italia non era minimamente interessata a sterili "operazioni nostalgia".
Oggi apprendiamo che FdI, folgorata sulla via del quorum, si presenterà alle prossime elezioni europee utilizzando il simbolo, gentilmente concesso, proprio di AN. In compagnia di quel rudere tragicomico di La Russa e del pluritrombato Alemanno.
Nostalgica forse no, ma confusa di sicuro.

03 dicembre 2013

Sfruttamento e illegalità.


Vogliono farci sentire in colpa. Ad ogni costo. Con una gigantesca campagna di disinformazione i media nazionali e locali, le istituzioni, i “maitre a penser” del politicamente corretto si sono mobilitati per far ricadere la responsabilità del rogo in cui sono morti sette cinesi al macrolotto su Prato e i suoi cittadini. Da Napolitano a Rossi, passando per tutto il sinistrume vario e variegato, preti rossi compresi, strillano di fronte alle miserevoli condizioni in cui si trovano costretti a vivere e a lavorare questi nuovi schiavi. Lasciando velatamente intendere che gli schiavisti, gli aguzzini, siano i pratesi stessi, che sfrutterebbero la triste e malpagata manovalanza orientale per rimpinguare vieppiù le loro già ricche fortune.
Ora, neanche a Prato c’è qualcuno che onestamente dimentichi o sottovaluti le gravissime e dirette responsabilità anche della classe industriale in ordine all’invasione cinese della città e della provincia, ma va anche detto che se tanti imprenditori grandi e piccoli si sono ridotti all’unica attività oggi possibile ossia l’affitto dei capannoni, è perché da quei capannoni avevano dovuto sloggiare con le loro manifatture a causa della concorrenza sleale dei cinesi stessi. Aggiungiamo pure che la crisi del distretto tessile è figlia della miopia di certi industrialotti nostrani che hanno inizialmente sfruttato, loro si, i sub-fornitori orientali, lucrando felici sulle tariffe stracciate, ma non accorgendosi che stavano tagliando il ramo su cui erano seduti. Ma basta qua. Le responsabilità dei pratesi arrivano fino a questo punto. Ben altre sono le responsabilità di chi ha consentito che si arrivasse alla situazione attuale. E in ben altre direzioni vanno ricercate. A cominciare dalla politica, passando per i sindacati, per  arrivare alla Magistratura.
Perché una cosa soprattutto i pratesi non sono più disposti a tollerare: che con il silenzio e spesso con il consenso delle istituzioni, Magistratura in testa, a qualcuno sia sempre consentito di infrangere le leggi e di farla franca. Certo è essenziale che quel qualcuno abbia passaporto non italiano, anzi meglio che sia senza documenti, di varia etnia e colore di pelle, che sia “migrante”, rom o clandestino.
I pratesi si chiedono perché quando si trovano nei capannoni e altrove uomini e donne entrati illegalmente in Italia non ci sia mai verso di espellerli. Perché quando commettono dei reati non vengano mai arrestati e condannati e, nel caso, non vengano mandati a scontare la pena nei loro paesi d’origine.
I pratesi si chiedono quanto ancora potranno continuare a pagare con i loro sacrifici per tutta una moltitudine di stranieri che arrivano da noi per fare, a modo loro, impresa e che, senza versare un euro all’erario, usufruiscono gratuitamente dei servizi sanitari e scolastici, della raccolta e smaltimento dei rifiuti, di tutte le infrastrutture territoriali finanziate dalla collettività.
I pratesi non hanno alcun motivo per sentirsi in colpa. Vorrebbero, prima o poi, non sentirsi più presi per il culo.