11 dicembre 2009

Consiglieri per gli acquisti.


I coordinatori provinciali del Pdl pratese, Riccardo Mazzoni e Filippo Bernocchi, invitano tutti i rappresentanti del partito nelle istituzioni (Parlamento, Regione, Provincia, Comune e Circoscrizioni) a fare una giornata di shopping natalizio nei negozi del centro storico. “Si tratta - spiegano - di un atto simbolico e insieme concreto per rendere visibile l’attenzione del Pdl su uno dei problemi cruciali di Prato, e cioè il progressivo depauperamento di quello che dovrebbe essere il cuore pulsante della città.”

Perbacco, che menti! C’è da restare sbalorditi di fronte a tanto acume! Davvero non si capisce come mai Tremonti non abbia ancora ingaggiato questi due superbi economisti nel suo dicastero…
E dire che uno dei due è anche assessore alle “grandi opere” del comune di Prato; dopo il ripristino della “cocomerata” di ferragosto, possiamo dire che mai delega fu più appropriata.
Sveglia ragazzi: non è perché adesso siete al servizio del cavaliere che la vita è diventata un programma televisivo. Non siete ad Ok-il-prezzo-è-giusto, forse, al limite su Scherzi-a-parte.

02 dicembre 2009

PdL al capolinea?




"Mordi la mano che ti nutre,
prosciuga la vena che sanguina.
A terra, inginocchiato,
rompo l'ultima parte dell'amore per te"

Post Blue (Placebo)



Nel grande frullatore che è diventata la politica italiana entra di prepotenza un nuovo elemento: il fuori-onda. Non del tutto nuovo in verità. Una quindicina di anni fa, agli albori della santa alleanza tra Forza Italia e AN, il mellifluo Buttiglione fu beccato a tentar di convincere un imbarazzato Tajani a disfarsi di quel fascio di Fini per mettersi con gli ex DC.
Oggi tocca all’ex fascio farsi pizzicare in imbarazzante colloquio con un “nemico” del suo datore di lavoro.
Da vittima dell’imboscata microfonica a carnefice. Del Popolo della Libertà. Si, perché qualcuno giura che il nuovo soggetto politico non esista più: troppo popolo, poca libertà, ha sempre denunciato l’ex leader di AN. Almeno da quando si è accorto che il “sovrano” aveva troppo potere e che il sovrano non era lui.
Adesso, si dice, deve scegliere: o dentro il PdL o fuori. O ne condivide i progetti, compresa la difesa a oltranza di Berlusconi dagli attacchi giudiziari, o se ne va.
Così, sembra che sia stato allestito in tutta fretta un sondaggio per capire che seguito elettorale potrebbe avere un nuovo partito capeggiato da Fini. Il risultato è stato deludente: poco più del cinque per cento. Meno del movimento sociale dei tempi peggiori. Complimenti a questo uomo che si era trovato fortunosamente in mano un partito del sedici per cento e che, attraverso percorsi tortuosi e incomprensibili, è arrivato a questo brillante risultato. Che fosse uno statista già lo sapevamo. Adesso sappiamo che è anche un grande stratega.