06 agosto 2008

Giorgia, oh Giorgia...


Meloni. Ministro della Repubblica. La ricordiamo quando ancora in fasce Fini la impose vice-presidente della Camera, come uno sputo in faccia ai suoi colonnelli che per quella poltrona scalpitavano. Lei, pischella neo-eletta miracolata, la più giovane e la più sconosciuta della truppa parlamentare aennina. Oggi è diventata grande ma non ha ancora reciso i fili del suo grande manovratore, colui che la fece diventare presidentessa di Azione Giovani assicurandole un comodo avvenire e che oggi continua a manovrarla come un pupo. O una pupa. Si deve infatti al duo Gasparri-Meloni la polemica di questi caldi giorni di vigilia olimpica. “Gli atleti devono boicottare la cerimonia di apertura dei giochi di Pechino!” hanno tuonato all’unisono. “Occorre dare un segnale preciso!” dice la Ministra. Eja eja, alalà.
E questo segnale, ovviamente, lo devono dare gli atleti. Armiamoci e partite! Ragazzoni che corrono, saltano, lanciano oggetti, nuotano e sudano. E che se interrogati verosimilmente non saprebbero manco dire il perché di tante levate di scudi contro la perfida Cina. I diritti civili negati? L’inquinamento del globo? I cani cotti in fricassea? L’occupazione e l’oppressione del Tibet?
Noi preferiremmo che segnali e atti precisi fossero lanciati ed adottati dalle istituzioni, semmai. Quelle di cui fa parte la Ministra Meloni, per esempio. Quelle che avrebbero il potere e il dovere di contrastare l’aggressione economica sleale e letale della Cina. Quelle che avrebbero il potere e il dovere di stigmatizzare la carenza dei diritti civili e delle libertà dell’individuo nel più grande paese totalitario del pianeta. Quelle che avrebbero il potere e il dovere di reclamare la liberazione del Tibet dopo quasi sesssant’anni di occupazione. Ma sono, le nostre, istituzioni fatte di uomini, pupi e pupe, che si danno alla macchia pur di non incontrare il Dalai Lama e incorrere così nelle ire di Pechino. Allora, suvvia, lasciamo che a immolarsi per i diritti siano i nostri ragazzi in canottiera e mutanda azzurre. In fondo, “non è più tempo di santi e di eroi”…