12 marzo 2013

Strade.


La commissione toponomastica del comune di Prato ha respinto la proposta di intitolazione di una strada cittadina al segretario nazionale del MSI, Giorgio Almirante, uno dei principali protagonisti della politica italiana del secolo scorso. Abbiamo letto le risibili argomentazioni con le quali il presidente assessore Caverni ha rigettato la richiesta ufficialmente presentata dal consigliere comunale Giancarlo Auzzi, tra le quali merita di essere segnalata quella relativa a una presunta parità di trattamento con altri personaggi della storia recente. In fondo, dice l’assessore, a Prato non c’è neanche via Palmiro Togliatti. La stupidaggine di questa affermazione non meriterebbe neanche un commento, ma facciamo uno sforzo sperando che l’assessore riesca a capire che il paragone, vano tentativo di par condicio, non ci incastra un tubo. Più calzante sarebbe equiparare il personaggio Almirante ad un altro personaggio che invece la toponomastica ha, giustamente, accolto: Enrico Berlinguer, o, perché no, Alcide De Gasperi. Troppa grazia per le truppe ex democristiane, ex socialiste, ex vattelappesca che amministrano – si fa per dire – l’unico comune capoluogo della Toscana in nome e per conto del centrodestra?
Invano abbiamo sperato che la fine del monopolio di sinistra sulla città producesse effetti positivi sulla vita dei pratesi. La pressappochezza con cui i nuovi amministratori hanno gestito la cosa pubblica ha fatto rimpiangere ai più i tempi bui delle giunte comuniste, almeno loro qualche esperienza amministrativa la potevano vantare. Qui invece i debuttanti sono stati proprio allo sbaraglio.
Ma quello che non c’è stato è il cambio di passo a livello culturale e, Dio ce ne scampi, ideologico.
La società si cambia anche, se non soprattutto, con provvedimenti di forte impatto simbolico e a costo zero. Come quello di celebrare, quando si può, i propri miti fondanti.
Ma questa è la giunta che ha patrocinato il concerto dei 99 Posse, formazione pseudo-musicale dei centri sociali napoletani e punta di diamante del più becero e violento antifascismo.
Questo è il consiglio comunale dove, allo scadere dei canonici dieci anni dalla scomparsa, nessuno dei consiglieri di Alleanza Nazionale osò mai presentare la richiesta di dedicare una via al leader del partito dal quale la stessa scaturì. Abbiamo dovuto aspettare più di vent’anni e un consigliere di “Prato Libera e Sicura” al quale va comunque il nostro pubblico ringraziamento per aver colmato almeno questa lacuna. Una lacuna che ancora invece sovrasta la memoria di Danilo Michelacci, per quasi trent’anni consigliere comunale pratese del MSI, figura universalmente tributata di rispetto e stima e per il quale, caro assessore Caverni, non vale nemmeno l’alibi di non essere personaggio di interesse “locale”. Un gigante, quell’unico consigliere d’opposizione in tempi straordinariamente difficili, che lei non può neanche immaginare.

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