23 giugno 2009

Dentro la Storia.

E così è successo. Prato, la rossa, ha voltato pagina. Una sera di inizio estate, tra canti, gioia e bandiere al vento. Ma anche lacrime. Non dei vinti, che quelli ora non ci interessano, ma di alcuni vincitori. Di quelli che da tanto, troppo tempo aspettavano che il sogno si avverasse. Che in mezzo alla folla festante riandavano con la mente alle immortali parole di Giorgio Almirante: "non dobbiamo pensare possibile, per noi, di toccare con mano il momento conclusivo, il momento carnale della vittoria conquistata, accarezzata, toccata con le mani dello spirito e con quelle del corpo. La nostra generazione non è destinata a tanto, ma è destinata a qualche cosa di più: è destinata a fare il lavoro dell'ape virgiliana, dell'ape operosa e umile che lavora per gli altri e per sé nulla chiede se non la dolcezza del fato che si compie".
Con questo spirito vogliamo ringraziare tutti coloro, e sono stati davvero tanti, che ci hanno pubblicamente detto "questo successo è anche merito vostro". Dove quel "vostro" sta a significare più di una generazione di missini, i cuori neri, i maledetti e gli esclusi, che hanno reso possibile la nascita e la crescita di una alternativa all'egemonia catto-comunista.
Un riconoscimento che accettiamo, nonostante la diversità di vedute su tante cose, purché ci sia consentito di poterlo moralmente estendere a quanti non sono più tra noi e che negli anni, per la buona battaglia, raccogliendo e consegnandoci la fiaccola, hanno camminato al nostro fianco.

8 commenti:

  1. Bilbo, che ancora adesso è un po' frastornato e incredulo, si unisce al ricordo dei camerati che non sono più (ma solo materialmente) con noi con le prima parole della Preghiera del Legionario:

    Iddio, che accendi ogni fiamma e fermi ogni cuore
    rinnova ogni giorno la passione mia per l'Italia.

    Rendimi sempre più degno dei nostri morti, affinchè
    loro stessi -i più forti- rispondano ai vivi: "Presente"!

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  2. Patrizio Giugni23 giugno, 2009 11:53

    La “storia” si è fermata a Prato. L’affermazione del candidato indipendente berlusconiano Cenni e' stata e rimarrà storica.
    Finalmente il fortino rosso è stato espugnato. Si apre una nuova era, dove i problemi creati dall’immigrazione dovranno,gioco forza, essere risolti; dove il problema dello smaltimento dei rifiuti non potrà essere ancora rimandato; dove, soprattutto, la crisi economica deve coinvolgere maggiormente le classi imprenditoriali della città.
    Comunque congratulazioni al nuovo sindaco e a chi credendo in lui ha concretizzato un “sogno” e vinto una scommessa che per lunghi anni era sempre risultata perdente per le forze di opposizione.
    Ma la vittoria più importante è data dalla sconfitta dell’asse catto-comunista, rappresentata da Carlesi, che con la arroganza e la tracotanza di chi, per grazia ricevuta, si riteneva invincibile ha governato Prato per anni senza dare giuste risposte alle esigenze dei cittadini.
    E’, soprattutto, la sconfitta degli apparati del Pd. È più di ogni altra cosa la sconfitta di una “vecchia” classe dirigente che dal PCI in poi in nome della “non alternanza” si è costruita un futuro all’interno delle varie municipalizzate, consociate, partecipate, consorzi, cooperative ed associazioni, create e fatte prosperare appositamente per il mantenimento del potere politico-amministrativo della città e della provincia pratese.
    Nella sconfitta del sistema, consociativo ed affaristico della sinistra, deve essere collocata la vera Vittoria della città di Prato e dei suoi cittadini.

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  3. Jean Des Esseintes26 giugno, 2009 18:45

    Anche se pensare che personaggi ai quali potrei dedicare solo canzoni tipo "ma pippo pippo non lo sa che quando passa ride tutta la città" ora si spacceranno per i dei ex machina di questa vittoria, è innegabile che questa vittoria ha portato a tutti noi un sussulto di gioia.

    Certo, alla fine dei conti, non è una vittoria dell'MSI e della vecchia guardia, ma indubbiamente sono sicuro che senza di voi non ci sarebbero mai state le condizioni per questo cambiamento, che non è solo di colore, ma soprattutto di mentalità.
    Da oggi a Prato è tornata la possibilità di scegliere, ma se c'è un'alternativa è anche perchè in altri tempi qualcuno ha resistito in consigli comunali pieni di insulti, boicottaggi, devolvendo i propri gettoni al partito e non alle proprie tasche, lottando soli contro quel potere che solo oggi è caduto.

    Sono sincero: raccogliamo un risultato che non ci meritiamo. Ma possiamo lavorare per meritarcelo; non c'è solo del marcio e qualche insegnamento qualcuno se lo porta dietro.

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  4. Grazie Jean, a nome di tutta la "vecchia guarda".
    Ad maiora!

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  5. fiamma tricolore28 giugno, 2009 11:14

    Sinceramente non capisco questo entusiasmo di Giugni e Bellini. Con Cenni non ha vinto la destra che loro hanno rappresentato. Con Cenni hanno vinto gli industriali, qualche banca e parecchi massoni. Praticamente quelli che vincono sempre. Che c'entrano questi soggetti con la destra sociale e con l'MSI?
    Sempre boia chi molla.

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  6. Patrizio Giugni29 giugno, 2009 11:53

    Per Fiamma Tricolore:
    Forse ti è sfuggito il significato del mio commento sulla “vittoria” di Cenni.
    La vittoria per cui Noi dobbiamo essere euforici, non è il risultato del candidato “indipendente-berlusconiano” ma la sconfitta della sinistra pratese e dei suoi “avvicendati” alleati.
    Infatti Cenni, ottenuto il consenso, ha immediatamente promesso una completa spersonalizzazione nei confronti delle componenti politiche organizzate, per promuovere una “nuova” classe dirigente non indicativa dei partiti legati alla sua elezione.
    Certamente la nuova giunta pratese sarà più la raffigurazione di un candidato ”personalista” che la amalgama di partiti “idealisti” suoi “necessari” associati.

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  7. GIANBANC

    Carissimi, anche io, come Bilbo, sono ancora frastornato, non incredulo, ma estasiato. Anni a cullare un sogno ed il giorno è arrivato. Dispiaciuto solo di aver passato quelle settimane da solo senza avere accanto le persone che mi hanno cresciuto (politicamente si intende). Certo, felice, felicissimo di aver rivisto alcuni di loro, uno su tutti, lì quella sera. Altrettanto felice di averli potuti ringraziare. Perché loro è il merito di esserci stati, nostro è quello di esserci ora. Una macchina, quella toscana veramente da guerra, che sembrava invincibile. Onore a tutti quelli che l’hanno affrontata, combattuta e sfiancata. Abbiamo vinto, il muro è caduto, la ricostruzione di una città Giusta sarà ancora più difficile, ed è certo andrà fatto in tempi brevi.
    Per quello che riguarda il “Berlusconiano Cenni” (e pensare che votava AN), non credo che sarà il candidato della UIP, così come non lo è stato prima e durante la campagna elettorale. L’ho visto lavorare pochi giorni e credo che, giunta permettendo, non inseguirà sogni e idee di società, ma proietterà i suoi sforzi sui problemi della città. Come ricordava Patrizio, immigrazione, degrado, crisi e rifiuti.
    È, ahimè, il tempo del pragmatismo, non ha vinto la Destra, questo lo sappiamo tutti, ma sicuramente ha perso la Sinistra.
    E questo mi può bastare!!!

    Un abbraccio
    Gianbanc

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  8. Leggo con interesse l’intervento di Gianbanc, a riguardo della vittoria di Cenni. Il Gianbanc afferma nel suo intervento di essere “estasiato” dopo aver passato anni, cito, a “cullare un sogno”.
    Pur riconoscendo che quel sogno, che si è realizzato, può valere una intera vita politica, non comprendo quale sia il merito di chi si è semplicemente trovato al posto giusto nel momento giusto.
    Forse fortuna, forse la consapevolezza che lasciandosi alle spalle la Destra per inserirsi nel calderone del Pdl, qualunque fosse stato il risultato finale un posto in comune poteva ancora toccare.
    Il pragmatismo al quale fa riferimento l’estasiato Gianbanc è certamente figlio di un concetto tutto americano dove i pragmatisti considerano la conoscenza come adattamento soddisfacente alla realtà e le teorie non sono più domande, ma costituiscono gli strumenti che permettono l'adattamento.
    Si adatti il Giambanc a condividere il successo con i nuovi compagni di avventura e rifletta sulla sua solitudine in quelle settimane: forse chi è mancato non condivideva la sua scelta di campo.
    Una sconfitta della Sinistra, anche se storica, non può sempre bastare.

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