
di Patrizio Giugni
Chissà a quali giochi giocava Cenni da piccolo? Ho qualche dubbio vista la poliedricità del personaggio in questione, ma sono pronto a scommettere che amava i giochi di società.
A me non ha mai convinto l’immagine de “l’uomo solo al comando” che in questa consultazione elettorale è riuscito a costruirsi con il suo carisma da imprenditore di fama, complice anche l’inconsistenza dei suoi alleati nessuno dei quali riusciva a rubargli la scena.
Già lo vedo arrivare al campetto con il pallone nuovo sottobraccio e dire: “Giochiamo insieme? Sia chiaro però che il pallone è mio e se non mi fate fare il centravanti e calciare i rigori me ne vado e non gioca più nessuno”.
Il politico Cenni ha giocato, da unica punta, con una squadra molto assortita fatta di ex socialisti ed ex democristi come rifinitori, uomini del PdL ed ex alleanzini come difensori e faticatori di fascia.
Una squadra con il regista a tutto campo, l’ex domocrista Borchi, capace di costruirgli gli assist mediatici che, di fatto, lo hanno incoronato primo Sindaco non comunista della rossa Prato.
Gli allestitori di questa squadra hanno capito prima degli altri che bisognava adeguare l’immagine reale a quella percepita attraverso la mediazione dei partiti politici tradizionali, cambiare la “tecnologia” di trasmissione dell’immagine, cambiare il fondotinta, rifare il cerone e la manicure ai sempre-verdi politici nostrani.
Mostrare agli elettori di centro-destra di poter giocare sempre in attacco è stata la scelta vincente dei suoi registi, che puntualmente hanno trovato in questa campagna elettorale schiere di fedelissimi amici e sostenitori “in grembiulino” che hanno incoraggiato e sostenuto la punta nella logica del monologo e dell’azione solitaria, quasi come aspettandosi dai suoi “tiri” la risoluzione a tutti i problemi che angustiano la città.
Il polverone di rivendicazioni, mistificazioni, teatrini e promesse in cui si è svolta questa complessa e allo stesso tempo semplicissima campagna elettorale disvela ancora una volta che forse il merito più grande di Cenni è quello di essersi circondato di amici che lo hanno portato nella Storia pratese.
Sono amicizie apparentemente più innocue di quelle maturate negli anni passati nelle congreghe di partito ma forse ancora più pericolose, avvolgenti e inestricabili.
Il “campionato” è stato vinto, ora il “goleador” dovrà trasformarsi in “selezionatore”.
Il “mercato“ è aperto, auguriamoci che gli ”acquisti” rispondano appieno alle aspettative degli elettori, non relegando in “panchina” coloro che di questa vittoria sono stati compartecipi.
Nulli nocendum: situi vero laeserit, multa dum simili iure (Fedro)

