In occasione della visita di Gianfranco Fini al consiglio comunale di Prato riunito in seduta straordinaria, Maurizio Bettazzi, che del consiglio comunale è il presidente, ha ricordato nel suo intervento Danilo Michelacci, storico consigliere del Movimento Sociale. Da quanto abbiamo appreso dai resoconti della stampa, Bettazzi ha voluto stigmatizzare l'inciviltà dell'emarginazione cui le forze egemoni della sinistra sottoponevano Danilo negli anni duri e difficili delle ideologie. Vogliamo ringraziare Bettazzi per questo sasso lanciato nello stagno della memoria, ma ci teniamo anche a rassicurarlo, per aver vissuto sulla nostra pelle le stesse vicissitudini, che l'emarginazione patita ad opera della sinistra era, all'epoca, l'ultima delle nostre preoccupazioni. Semmai il fatto che i comunisti abbandonassero l'aula ad ogni nostro intervento, era motivo di orgoglio e di soddisfazione. Una piccola medaglietta al valore. Il nostro.
Non sappiamo, invece, che effetto avrebbe potuto fare al nostro Michelacci, fascista di provata fede, reduce dai campi di prigionia americani di Hereford, assistere alla riunione di quel consiglio comunale pieno di antifascisti e di massoni, dal quale è stato bandito da tempo ogni riferimento a quelli che furono i suoi ideali.
Non possiamo saperlo perché sono vent'anni che ci manca. Ma noi che siamo ormai gli ultimi che hanno avuto la fortuna e il privilegio di essergli stati camerati e discepoli, possiamo tranquillamente immaginare che avrebbe, fascisticamente, preso qualcuno a calci in culo.
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Onore a Danilo Michelacci.
RispondiEliminaAl boia Fini e tutti i rinnegati.
Leggendo l'intervento del presidente del consiglio comunale ho avuto la sensazione che Maurizio, nel ricordare Danilo Michelacci, abbia sentito il bisogno di coronare il proprio operato usando un passato politico, di cui non ha fatto parte,carico di ideali ormai sopiti o volutamente dimenticati.
RispondiEliminaRicordare Danilo Michelacci, il “dottore”, come noi lo chiamavamo amichevolmente, è certamente la vittoria postuma non soltanto dell’uomo e politico Michelacci ma anche di tutto il nostro Movimento che si vede riconosciuto sue qualità di onestà, di lealtà, e di intelligenza.
Rimane, comunque, il rammarico che la figura di Danilo Michelacci ed il suo ruolo che per anni ha dato voce alle idee del Movimento Sociale Italiano, non sia stata ricordata dal Presidente della Camera On. Gianfranco Fini, che di quel movimento ne è stato Segretario Nazionale.
Forse nella nuova dialettica dell’uomo che voleva portare il “fascismo” nel terzo millennio, serbare memoria del recente passato non rappresenta titolo di merito.
Noi che insieme a Danilo Michelacci, se pur con ruoli diversi abbiamo condotto il Movimento Sociale lungo un trentennio, diversi per carattere, per formazione culturale, per il ruolo stesso di concepire la funzione politica del partito, ma sempre ci ha uniti l’enorme fiducia nelle sue capacità di tenere specialmente negli anni difficili della politica nazionale e cittadina alta la bandiera della “Destra Nazionale”.
Noi che insieme a lui credevamo nei valori della libertà, della democrazia e nei valori della nazione, nell’unità e nella dignità nazionale, nel lavoro come soggetto dell’economia.
Noi che volevamo abbattere lo steccato ideologico fascimo-antifascismo, noi che non vogliamo essere governati oggi da ex democristiani,socialisti e comunisti uniti solo nel nome della poltrona, siamo convinti che la eredità politica di Danilo Michelacci non appartenga a questa nuova classe dirigente pratese.
Patrizio Giugni
Iddio toglie di senno coloro che vuol perdere: in altra guisa non è possibile commentare l'ondata di follia che ha sommerso tanta parte della classe politica dirigente del nostro sventurato Paese!
RispondiEliminaGiorgio Almirante
Giugni non sempre ho condiviso le tue posizioni ma riconosco che sei un camerata di fede.
RispondiEliminax Fiamma Tricolore
RispondiEliminaRicordare chi ha diviso con Noi "pane e morte" oltre ad essere un chiaro segno di rispetto è soprattutto riconoscere il valore dell'uomo.
Come affermava Giorgio Almirante, noi del M.S.I. siamo i Nostalgici del Futuro. Per questa ragione non potrò mai essere sempre compreso da coloro che del passato fanno soltanto memoria storica.
Non rinnegare non restaurare; in questa ottica ci siamo sempre confrontati, non dobbiamo andare sempre e comunque verso il popolo, ma sentirsi popolo, ed esprimere la volonta del popolo.
Entro queste linee Danilo Michelacci è stato il conducente.
Ricordarlo alle "nuove" e "vecchie"generazioni politiche è il nostro mandato.