Sanità, Daniela Fini finisce sotto inchiesta
La vicenda che riguarda l'ex coniuge di Gianfranco Fini, che alcuni giorni fa ha annunciato con il marito la separazione consensuale, risale al febbraio di due anni fa ed era stata riportata nel marzo scorso da un settimanale. La deposizione di ieri è scaturita anche in seguito a quel servizio giornalistico sulla rapidità con la quale la «Panigea» -di cui Daniela Fini era socia- ottenne nel 2005, in sette giorni, la convenzione dalla Giunta regionale del Lazio allora retta dal governatore Francesco Storace, per la Tac e la risonanza magnetica. Due esami particolarmente costosi. Il coinvolgimento di Daniela Fini in questa parte dell'indagine sulla malasanità laziale deriva però dall'inchiesta della procura di Potenza, condotta dal pm Henry Woodcock, che portò in carcere anche Vittorio Emanuele di Savoia, e da un'intercettazione telefonica dell'aprile 2005 fra la stessa Di Sotto e l'ex segretario di Fini e senatore di An, Francesco Proietti Cosimi, all'epoca dei fatti anche lui socio della «Panigea».
La richiesta della convenzione a favore della «Panigea» è datata 11 febbraio 2005: la Asl Rm/C impiegò appena tre giorni per esaminare la pratica e dare parere positivo all'assessorato regionale alla Sanità. L'accreditamento arrivò il successivo 18 febbraio. Un lasso di tempo troppo breve, che ha insospettito gli inquirenti, visto che, in media, nel Lazio, per ottenere l'ok da parte della Regione ci vogliono sei mesi. Anche se, come è successivamente emerso dalle indagini, già dagli anni Novanta il poliambulatorio «Panigea» (che ha come socio di maggioranza Patrizia Pescatori, moglie di Massimo Fini, fratello del presidente di An e uno dei direttori sanitari del San Raffaele romano) godeva di altre convenzioni regionali per analisi cliniche, radiologia, cardiologia e riabilitazione.
(fonte: Corriere della Sera)
A Volte ritornano.........
RispondiEliminaSalve a tutti i blogger.
Caro cerchio sempre puntuale nel riportare le magagne di una classe dirigente che amava definirsi incorruttibile.....invece.....deve essere l'aria di Roma, sembra che nessuno riesca a scappare dal bieco clientelarismo!!!
sigh!
Stamani stavo pensando di scrivere qualcosa su “Daniela” e sulle difficoltà giudiziarie della ex “signora in nero” quando si pensa che invece in mezzo ci sia Storace, ma Fini è perfettamente a conoscenza della cosa ?), ma quando sono andato come sempre a considerare i commenti,
RispondiEliminasono rimasto di stucco, sono rimasto cioè piacevolmente raggelato dal vedere come il blog sia una specie di messaggio in bottiglia che tu lanci in mare aperto e che poi in tanti raccolgono.
A distanza di qualche mese qualcuno è infatti tornato a parlare di “favori ed agevolazioni” inerenti a concessioni accordate con solerte premura..
Devo anche confessare di essere rimasto un po’ deluso dal fatto che il post sull’argomento si scagli in modo così “sarcastico” nei confronti di chi, raggiunto il potere “ dopo averlo agognato per troppo tempo” riesca ad ottenere “finalmente” con sollecitudine permessi e concessioni, destinati ad assolvere ad una precisa ed utile richiesta di “sanità” destinata alla intera popolazione.
Non dimentichiamoci di tutti i favori ed elargizioni distribuiti dalle “giunte rosse”, non cerchiamo di essere i “puri e duri”, non facciamo di tutta l’erba un fascio, ricordiamo che “chi non ha colpe scagli la prima pietra”, non permettiamo che qualche demente (scusate, ma non saprei trovare altre parole per definirlo) pensi di fare” bassa politica” con questo caso.
Tranquillo, sant'agostino, nessuno vuol fare il "duro e puro". Solo ci piacerebbe che la destra quando va al governo non si limitasse a scimmiottare i vizi pubblici della sinistra. Se la destra non cambia la società, che governa a fare? Per alternarsi con Prodi, Mussi e Parisi nell'ordinaria amministrazione? E la differenza quale sarebbe?
RispondiEliminaNella fattispecie i "favori ed agevolazioni" così solertemente accordati non assolvevano ad una precisa richiesta della popolazione, ma servivano a determinare profitti a una azienda composta da parenti, sodali e famigli dei massimi dirigenti alleanzini.
Sarebbe bello sapere quante pratiche analoghe ha agevolato su tutto il territorio nazionale la moderna e rispettabile destra di governo.
Daniela "ex Fini", enigmatica protagonista di una stagione, potrebbe far da guida a una schiera tutta al femminile, che si muove a margine della politica italiana dove ogni scontro e incontro riuscirà in qualche modo a fare storia. Nel bene e nel male. In politica o in affari, lei la protagonista di questo “malaffare” è passata lasciando una traccia incancellabile. Segnando una pagina che servirà non solo a una propria identificazione, ma a quella di una parte politica che di lei si ricorderà soltanto per aver dato una figlia al “presidente”. Un tempo vissuto in un’Italia che nonostante le promesse non è riuscita ad evitare il tragico suono delle “sirene ammaliatrici”, dalla “camerata” baciata dalla fortuna politica del marito tutti pretendevamo un comportamento d’altissimo valore morale. Di contro, lei incurante di tutto ha scritto e poi recitato una sua storia. Con ardire, senza reticenze, senza alcun timore. In palcoscenico da vera primadonna Pirandelliana “così è (se vi pare) “ come volle essere. E la sua “grandezza” è senz’altro in questo credere nel ruolo da essa stessa assegnatosi. E poi senza esitazione vissuto. In piena convinzione che così “occorresse” fare.
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