17 gennaio 2006

Sul nuovo simbolo di AN




La presentazione del nuovo simbolo di Alleanza Nazionale con l’aggiunta del nome del leader ci stimola alcune riflessioni.
La prima, per deformazione professionale, riguarda l’aspetto grafico: da tempo non si vedeva una soluzione come questa di rara bruttezza e vetustà. Possibile che in questa era in cui l’apparenza conta più di ogni altra cosa un grande partito di governo affidi ancora la sua immagine alla buona volontà di qualche militante bravino col pennarello? Un noto salumificio modenese se la ride e ringrazia…

Una volta per modificare il simbolo di un partito occorreva la celebrazione di un congresso. Ma una volta i partiti erano fatti di uomini, di carne e sangue oltre che di ideali. I partiti erano il risultato di una grande solidarietà, maturata nel tempo grazie alla sedimentazione di vittorie e sconfitte, di gioie e di lutti, di abbondanza e di carestia. E toccare il vessillo di queste vere e proprie comunità era impresa ardua. Vale la pena ricordare, tanto per rimanere in casa (si fa per dire) dell’onorevole Fini, che agli inizi degli anni settanta l’aggiunta della dicitura “Destra Nazionale” al simbolo del MSI produsse la fuoriuscita dal partito di Almirante dei “salotini” duri e puri e la scomparsa del Partito di Unità Monarchica.
Oggi che i partiti sono sempre più il risultato di operazioni di alchimia politica (vedi l’esempio del nascituro partito democratico) la sacralità del simbolo può andare tranquillamente a farsi benedire.

E’ chiaro che l’intenzione sia quella di ridurre la forbice tra i consensi del partito e quelli di cui sulla carta gode il suo presidente. La manovra, ammettiamolo, ha un suo fondamento strategico. Del resto AN dopo averle inutilmente provate di tutte e non averne quasi mai azzeccata una, per incrementare i propri consensi non può far altro che affidarsi all’indubbio appeal di Gianfranco Fini. Il quale, tuttavia, con questa operazione si espone ad un rischio gravissimo: quello cioè di rimanere vittima dell’effetto trascinamento “al contrario”. Perché se grazie al consenso personale di Fini il suo partito otterrà qualche voto in più, ci sarà festa per tutti. Ma se, come probabile, il personale consenso di Fini verrà ridimensionato dal risultato del partito, il suo sogno di succedere a Berlusconi andrà inevitabilmente a farsi friggere.

5 commenti:

  1. L'On. Fini ha raggiunto finalmente, per lui, lo scopo ultimo della sua vita politica, finalmente pur sorreggendosi alla solida base della fiamma missina, ha posto il suo nome sul simbolo e sul partito. Tutto come previsto, da post-fascista a semi-democristiano,a sostenitore della causa ebrea, a ministro della repubblica, a servo sciocco di Berlusconi. Bella involuzione da parte di chi affermava di voler portare il fascimo nel nuovo millennio. Gli auguriamo un "grande futuro" forse come nuovo Bettino, esule lontano dalla amata Patria.
    Penna Nera

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  2. EUTANASIA DI UN PARTITO
    Mi pare che il recente cambiamento nel simbolo elettorale di AN con l'introduzione del nome di Fini (significativamente in giallo) segna una svolta definitiva; sanziona infatti la definitiva rinuncia di AN a sussistere come partito, cioè come comunità umana dotata di un progetto e di una serie di strategie politiche per realizzarlo.

    Il passaggio è quello ad un cesarismo di infima qualità, nel quale in buona sostanza si dice che la storia di un partito, le sue idee, le sue proposte sono nulla in confronto alla fama di un uomo che ogni tanto, bontà sua, si degna di volgere uno sguardo tra lo schifato e il paterno, allo stuolo del suo dipendenti.

    Insomma, l'eutanasia di un partito; ed è singolare che un semplice cambio di accento ( da fini a finì) segnalerebbe anche graficamente quella scelta.

    Non credo che questa mossa ridurrà drasticamente il consenso; semplicemente sanziona il passaggio da Partito a Lista personale del leader e dei suoi amici; a chi si domandava se sarebbe stata fatta una "lista Fini" la risposta è :"eccola!"; solo che tutti si ponevano la domanda nel senso di una Lista Fini separata da AN; Invece, semplicemente AN è diventata la Lista Fini.

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  3. Niente di nuovo, siamo di fronte all'ennesimo segnale di come, oramai, la politica venga fatta da pochi leaders che autonomamente decidono le linee politiche, i nuovi valori ed ovviamente i modi ed i simboli per propagandarli...

    Carissimi, il partito azienda ormai è un dato di fatto, la politica è immagine e l'immagine nella politica è detenuta e gestita dai soliti noti che fanno il bello ed il cattivo tempo nei propri partiti senza che la base possa in nessun modo condizionarli!
    Il problema che questi signori non hanno ancora preso in considerazione è che se la comunicazione interna ad un'azienda non funzione, risulterà indebolito anche il messaggio globale che l'azienda stessa riuscirà a comunicare all'esterno, in politica se Fini ed i propri amichetti decidono per noi, noi possiamo sempre decidere che per loro noi non voteremo...

    O vogliamo ancora corrergli dietro e cercare di convincerli a cambiare idea, magari dicendogli che spostiamo 300 (inutili) voti??

    Riporre la fiduce nei leder che ci piacevano un tempo è stato giusto, continuare a dare fiducia a dei leader che non amiamo più è giusto solo se per chi lo fa fioccano consigli d'amministrazione...altrimenti, come dire, becchi e bastonati!!


    ...son ragazzi...!!

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  4. È bello essere un grande leader, tenere gli uomini a friggere nella padella della propria frase e farli saltare come marroni. Bisogna avere un grande orgoglio nel sentire che si pesa sull'umanità con tutto il peso della propria idea. Ma occorre avere però qualcosa da dire.
    "A meno di essere un cretino si muore sempre nell'incertezza del proprio valore e della propria opera."
    Patrizio Giugni

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  5. IL VALZER
    Probabilmente il Valzer prese inizialmente spunto dal Landler, la danza montanara tipica dei contadini della Baviera e del Tirolo del '700. Nell'800, grazie a musicisti compositori quali Johann Strauss padre (1804-1849), Johann Strauss figlio (1825-1899) e Josef Lanner (1801-1843), il Valzer conobbe il suo massimo splendore e divenne quel ballo sensuale e malinconico, ma anche gioioso ed affascinante, che tutti conoscono. Johann Strauss padre e J.Lanner per anni collaborarono e si contesero il titolo di Direttore dei balli di corte, tracciando così la storia del Valzer di Vienna, la quale si trasfigurò in breve tempo in un'unica grande sala da ballo. Quando il Valzer conquistò la Germania subito il perbenismo dilagante si indignò di questo ballo in cui per la prima volta le coppie ballavano abbracciate anziché staccate. Nel 1824 la Curia parigina definì addirittura "indecenza colpevole" il ballo, in quanto tentatore della gioventù. Tra gli altri, furono autori di celebri Valzer anche K.Zeller, F.Lehàar, Josef e Eduard. Con il Concerto di Capodanno ogni anno l'Orchestra filarmonica di Vienna viene seguita da più di un miliardo di persone in tutto il mondo.
    E' iniziato il VALZER politico delle candidature "che schifo", ruffiani, lecca c..o, portaborse, raccamandati, amici degli amici,partecipano alla invasione della Toscana.
    Saranno votati?
    Ai posteri "elettori" l'ardua sentenza.
    Paper Moon.

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