19 luglio 2005

"BUFERA" IN ALLEANZA NAZIONALE?

Dopo la cosiddetta "congiura del bar" Fini revoca tutti gli incarichi fiduciari e nomina i nuovi coordinatori regionali. Sarà vera rivoluzione? O non finirà, come l'assemblea nazionale del 2 e 3 luglio, a tarallucci e vino?
Il "nuovo" coordinatore regionale toscano è...Riccardo Migliori! Non c'è che dire: un autentico segnale di discontinuità rispetto al passato!
Di questo passo è molto probabile che la direzione nazionale del 28 luglio affidi l'incarico di vice-presidenti a La Russa, Matteoli e Gasparri...

15 commenti:

  1. Parafrasando un grande della polita, Il potere logora chi pensa di averlo, stai a vedere che finalmente il Presidente si è accorto, dopo gli ultimi disastri elettorali, del nulla all'interno del partito. Confidiamo, con poca speranza, di poter ritornare ad essere i protagonisti della nostra storia.

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  2. Solo qualche giorno prima, il mortale destino era ancora ignoto ai nostri novelli "bravi" consapevoli che, come affermato nel romanzo "Il Gattopardo" dal suo autore, il Principe di Lampedusa, "se vogliamo che tutto rimanga come è, bisogna che tutto cambi", e consapevoli che niente hera cambiato nonostante le continue sconfitte elettorali, la perdita di credibilità all'interno ed all'esterno della politica italiana, si sono avventurati, forse colpa di aperitivi troppo alcolici, in una conversazione "rozzamente contadinesca" dopo essere stai per anni ossessionati dalla necessità di trovare un aggettivo che inscatolasse in un genere, il loro maggiore benefattore. Mà, per loro sfortuna questa volta il Presidente, da mero simbolo araldico, diventa limpida immagine di protagonista e con una decisione "brutalmente filodrammatica", rilega i nostri tre bravi dirigenti al ruolo di attori ignari di un copione già da tempo scritto, ed a loro sconosciuto.
    E per il bene di questo Partito da troppo tempo ormai, in cerca di se stesso, non debba valere l'espressione di don Fabrizio" e dopo sarà diverso, ma peggiore"
    Patrizio Giugni

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  3. Al peggio e dimostrato in questi anni, nonc'è mai FINI, grazie Gianfranco, per aver riportato al tuo fianco una ventata di novità.
    Bestia Nera

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  4. Cara Bestia, al peggio di Fini, c'è
    Bini

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  5. Martedì 19 Luglio 2005

    «Ora qualcuno di voi dovrà fare un partito a destra»

    Il presidente spingerebbe Alemanno e Storace verso la scissione. Obiettivo: approdare alla Casa comune

    ROMA - «Se nasce il partito unico della Cdl, qualcuno di voi dovrà pur fare un partito sulla destra», disse Fini ai suoi colonnelli, lasciandoli basiti e inquieti. Accadeva un paio di settimane fa, durante una riunione dell’ufficio politico di An. Anni luce, viste tutte le cose che sono accadute nel frattempo in via della Scrofa, eppure il piano del leader era già chiaro, di più: dichiarato.
    L’invito, serissimo, del presidente di An a fare la scissione, era rivolto soprattutto ad Alemanno e Storace, i più contrari alla dismissione per convergere insieme a Forza Italia e Udc nella casa comune della Cdl. Che Fini faccia assolutamente sul serio, anzi intenda accelerare al massimo per poter smantellare un partito ormai paralizzato da avversioni psicologiche prima ancora che politiche, è confermato anche dal testo della convocazione della direzione del prossimo 28 luglio. All’ordine del giorno, dopo la defenestrazione di tutta la classe dirigente, non c’è infatti l’organizzazione di via della Scrofa bensì «la partecipazione di An alla costituente del centrodestra e la legge elettorale».
    Il fatto è che Fini non vuole arrivare alle prossime politiche con gli assetti attuali, la sua scommessa non è rivificare un partito che non ritiene più vivificabile. La sua scommessa unica, senza preoccuparsi di diversificare il rischi, è ormai correre sotto le insegne della casa comune della Cdl. E se una parte di An non si rassegna a chiudere bottega, prego si accomodi. Anzi, è lui stesso ad averla messa non solo nel conto, ma ad auspicarla, una scissione a destra.
    Spiega un alto dirigente vicino al leader: «L’idea è bissare il modello di Fiuggi, quando Rauti se ne andò per la sua strada, facendoci il favore di ripulire An dai più nostalgici». Il favore appunto. E che di questo si tratti, di un obiettivo dello stesso Fini, è assolutamente chiaro ai leader della Destra sociale. Consapevoli che questo fine settimana a Orvieto, all’annuale convention della corrente, soprattutto di questo dovranno discutere: dell’eventualità o meno di rimanere da soli a presidiare la destra dello schieramento politico.
    Alemanno e Storace sono i primi a sapere dove va a parare Fini. E i primi a puntare i piedi contro quella che ritengono una rischiosa ghettizzazione sulla destra estrema. Per questo ai suoi il ministro dell’Agricoltura, pur cautissimo e prendendosi tutto il tempo necessario, l’ha messa così: «In ogni caso, dev’esser chiaro che non saremo mai noi a fare una scissione, noi restiamo là dove siamo sempre stati. Semmai dovrà essere chi vuole il partito unico ad abbandonare An, non certo chi al progetto di Fiuggi non ha mai smesso di credere». Differenza sottile ma essenziale: niente scissione, appunto. Resistenza, semmai.
    b.j. (da "Il Messaggero")

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  6. Tutto appare costruito per placare lo smodato desiderio di vita del “nostro” protagonista che ritiene ogni personaggio un suo frammento, quasi a darli una possibilità diversa, all’interno di una realtà soffocata dalle apparenze e da una vita politica epidermicamente ripetitiva.
    La cosa di sicuro più interessante, che ha dato ampio spazio ai dibattiti e alle polemiche è il modo un cui il “l’onnipotente” usa le parole, piuttosto che segni.
    Questo fa comprendere come un passaggio politico così importante, l’abbandono di A.N. trovi oggi nella parola la sua ragion d’essere, al di là dei formalismi stilistici e della pastosità del linguaggio,
    ed è anche la ragione del Suo lungo calvario alla ricerca di un nuovo ruolo all’interno del Nuovo Soggetto, nonostante che i “colonnelli destituiti” siano scontenti del loro marginale ruolo.
    L’idea politica “dell’onnipotente” potrebbe essere riassunta e semplificata nella sillogismo “senza vento l’aria sarebbe uno stagno putrido, ma anche le ventate risanatrici trascinano con sé tante porcherie”.
    Patrizio Giugni

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  7. I peccati, di pensiero nei confronti di Fini, dei Tre colonnelli, mi sembrano troppo meschini per farne un caso politico così importante, non sarà forse che il nostro Presidente ritenga che fosse tutta la vita politica recente ad essere colpevole, non questo singolo, se pur grave, fatto; e di ciò non aveva più voglia e tempo per sopportare
    Paper Moon.

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  8. La destra di burro al sole si squaglia. È bastata una chiacchiera al bar per azzerare i vertici di Alleanza nazionale. È bastato farsi scoprire a dire quattro fesserie per annullare tutto il travaglio dei mesi scorsi, il dissenso serio con il leader, per vedere un coro di dirigenti sussurrare come Mario Merola: Facce chello ca vuo' (facci quello che vuoi). E anche gli altri colonnelli estranei al pettegolezzo hanno cancellato ogni critica alle ultime sbandate ed hanno invocato carta bianca a Fini. E meno male che Fini ci ha ripensato e anziché azzerare tutto e rimandare a settembre, ha avviato subito il turnover. Ma quello che appare ai nostri occhi è un partito di cartapesta dove il leader può fare e disfare da un giorno all'altro per chiacchiere da bar la struttura di un partito che si diceva avesse una storia e un radicamento nel paese; dove i luogotenenti non hanno il coraggio di sostenere in pubblico quel che pensano in privato e accettano lo statuto di nullatenenti, con un atto di umiltà che somiglia troppo ad un'assenza di dignità.

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  9. La destra di burro si squaglia:
    Caro anonimo, forse non esisteva più da tempo?
    Per me che appartengo ad una generazione Politica disgraziata, a cavallo fra i vecchi tempi ed i nuovi e che si trova a disagio in entrambi, mi sarebbe piaciuto che da questa storia almeno un protagonista, forse per affinità regionale, ne fosse uscito con la solita ironia tipicamente toscana, che sa essere allo stesso modo beffardo e tagliente, accondiscende, ma mai sottomessa.
    Piuttosto devo costatare che politici, a volte pomposi, pieni di se stessi ed del ruolo che la fortuna e gli elettori gli ha assegnato, si giustificano in modo piagnone, modo con cui tutti ne escono male.

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  10. CHI HA DETTO CHE AL PEGGIO NON C'E' MAI FINE?

    "Francamente non e' una nomina di rottura, semmai una nomina per ripartire". Cosi' il ministro dell'Ambiente Altero Matteoli torna sulla decisione del leader di An Gianfranco Fini di azzerare le cariche del partito e provvedere a nuove nomine: "Se io vado a vedere le nomine che ha fatto Fini in questi giorni - ha proseguito Matteoli - sono tutte persone che conosco da anni e che hanno responsabilita' ed esperienza. Sulle vicende interne in An non ho da dire nulla, anche se sono stato purtroppo in negativo uno dei protagonisti. Le scelte che ha fatto Fini sono scelte di grande responsabilita'. Non ho nulla da eccepire. Lo dico con molta franchezza, stante la situazione. Molto probabilmente lo avrei detto qualsiasi decisione Fini avesse preso. Ma andando a vedere le scelte che ha fatto come posso dire di non essere d'accordo".
    Fonte : AGI

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  11. Grande Altero:
    Patrizio Giugni, vi aveva definito, vostro malgrado, "attori ignari di un copione già da tempo scritto, ed a loro sconosciuto".
    Se quanto riportato delle tue dichiarazione è vero,mi accorgo che siete soltanto "povere comparse" in ruoli non adatti.
    Penna Nera

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  12. la dissolvenza di AN è ormai in arrivo, Fini ci ha provato in tutti i modi, ma fino ad ora tutti avevano tenuto duro; qualcuno attaccato alla poltrona, qualcuno grazie alla passione per la destra, qualcuno in ricordo di un passato militante, qualcuno semplicemente per le amicizie. Insomma chi più chi meno tutti avevano una ragione per credere e stare nel soggetto AN.
    Come poteva credere Fini, dall'alto della sua posizione, così insensibile al suo partito, che la base fosse così dura a morire?
    E allora il colpo di genio! Il teatrino del bar!
    Adesso si che ci siamo.
    Nessuno potrà dire che la dissolvenza di AN non sia necessaria! che senso ha un partito che sancisce l'unita un giorno e quello dopo i suoi uomini sparano a zero sul presidente "amato" e "indiscusso".
    Tanto vale andare avanti, dimenticare quello che è stato e confluire in un partito unico.
    Almeno lì, la base non esisterà e ogn'uno potrà pensare per se; proprio come vuole oggi la politica, Leader di tutti Capi di nessuno!!!!

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  13. Se devo dire la mia, in sardegna la nomina del sen. Mariano Delogu non è altro che la continuità peggiore di An in Sardegna.
    Per dirla tutta, il sen. Delogu è
    capogruppo in Comune, Capogruppo in Provincia e Senato e ora anche Cordinatore ma mai iscritto ad AN.....

    http://www.simonespiga.ilcannocchiale.it

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  14. Cari nostalgici, e ora cosa farete?
    Vi hanno spogliato di tutto; il vostro passato è stato vilipeso e deriso, tutto ciò in cui avete creduto è stato travolto da una cascata di “acqua purgativa” che, pur contenendo un liquido di antica memoria, ha contribuito a rendervi “bianchi che più bianchi non si può!”
    Hanno annientato la vostra identità, inquinando la purezza delle vostre menti e dei vostri cuori.
    Dopo Fiuggi vi era rimasto solo il simbolo, anche se piccolo, per farvi credere di esistere ancora; ma adesso un colpo di spugna, manovrato da una mano che non ama le chiacchiere di “tre amici al bar”, vi cancellerà per sempre… e forse, in una notte di tempesta, il ricordo delle vostre impavide gesta si disperderà nel vento.

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  15. Bufera?...più che altro un "venticello" come diceva Bombolo...

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