19 aprile 2013

Qui rinale.

Siamo alla follia. Alla manifesta sindrome di schizofrenia.
Ci è toccato di vedere un autorevole esponente del PD, candidato dagli organi decisionali interni alla presidenza della repubblica, impallinato dai grandi elettori del suo stesso partito. Schifati da tale designazione manco si fosse trattato, che so, di Dell'Utri. Mentre abbiamo visto i parlamentari del centrodestra, compatti, riversare entusiasti i propri voti sul poveretto manco si fosse trattato, che so, di Berlusconi.
Ci è toccato vedere elettori e iscritti del PD in piazza mobilitarsi contro l'elezione di uno dei loro alla carica più alta del Paese. Alcuni iscritti di antica data, in un agitar di cateteri e digrignar di dentiere, minacciare di bruciare la tessera. Dimentichi del fatto che a quei tempi là, ciò che decideva il partito e il suo segretario era legge e non si discuteva.
Abbiamo visto giovani parlamentari del PD - nominati, non eletti - farsi pubblico vanto di aver contravvenuto le disposizioni del partito che ha regalato loro l'accesso alla tanto agognata casta.
Perché è evidente che per tutti quelli che si sono abbeverati alla fonte dell'odio negli ultimi vent'anni, l'obbiettivo non è quello di indicare un presidente della repubblica di alto profilo in grado di raccogliere il massimo dei consensi e di condivisione. No, l'importante è eleggere un presidente che stronchi Berlusconi, che sia dichiaratamente suo nemico, che lo tolga dalle future competizioni elettorali. Tanto per ricordare a tutti che la discriminante nei confronti della gente di centrodestra non è politica, ma bensì antropologica. "Non siam mica tutti uguali" ha tuonato Bersani in una delle sue ultime apparizioni come leader del PD, rispolverando l'innato complesso di superiorità della sinistra. Una sinistra che come sempre vuole il potere anche senza avere i voti. Col Caimano? Mai! Con Grillo? Piuttosto la morte! Fateci governare, voi dateci solo i voti in parlamento e non ci rompete i coglioni!
E in questo desolante scenario dal centrodestra non è arrivata manco l'indicazione di un candidato di bandiera. Il vuoto assoluto. Come se non esistesse nell'area culturale e politica di riferimento nessuno all'altezza di personaggi del calibro di Marini o di Rodotà.
E allora prepariamoci con rassegnazione alla presidenza Prodi, un uomo salutato dalla standing ovation dei grandi elettori del PD, osannato dai grillini anti-euro e anticasta, dai renziani rottamatori a corrente alternata, dai rifondatori comunisti che già una volta l'hanno sfiduciato e da tutti i tifosi della curva che gli chiedono solo di abbattere il cavaliere.
Con buona pace dell'Italia vera, degli italiani e della loro drammatica situazione.

1 commento: