Così il cerchio si chiude. Berlusconi chiede a La Russa di
fare un partito di destra con Storace. (forse l’ha confuso con Allegri e gli
detta la formazione…) Ora, a parte che Storace il suo partito già ce l’ha e
quindi sarebbero semmai La Russa e soci a chiedere di entrarci, si compie
quello che, modestamente, diciamo da anni: la nascita del PdL è stata una
mostruosa operazione di bio-ingegneria politica. L’esperimento cervellotico di
un deus ex machina impazzito che ha creduto di poter creare un partito così
come si crea una azienda qualunque. Senza storia, senza ideali, senza valori e
senza identità. Un fallimento del quale il principale responsabile, Berlusconi,
non sarà mai chiamato a rispondere. Anzi, con la solita protervia imputa a
tutti gli “altri” la crisi del centrodestra e rilancia uno scenario
pre-predellino. Demenza senile. C’erano già due partiti che costituivano
l’ossatura della maggioranza di centrodestra e che raccoglievano più del
quaranta percento dei voti. Un capitale dilapidato che difficilmente potrà
essere recuperato con improbabili ri-edizioni. Perché alla fuga dalle urne
degli elettori “moderati” hanno contribuito diversi fattori: il rivoltante
spettacolo dei festini di Arcore e dei bunga-bunga, l’emersione continua e
desolante dei Fiorito di ogni latitudine che sguazzavano nei privilegi e nelle
ruberie, una casta di nominati dedita alle peggiori pratiche della prima
repubblica, la evidente e conclamata incapacità di governare e di cambiare il
paese, ma soprattutto l’aver consentito e favorito, anche a causa delle
pratiche di cui sopra, la nascita del governo Monti. Il più odiato dagli
italiani, ai quali importa una sega se ha costituito una sospensione della
democrazia o una sorta di golpe, ma ai quali frega e parecchio di esser stati massacrati con l’assenso o tuttalpiù
il silenzio di chi avrebbe dovuto rappresentarli e difenderli. La classe media,
la piccola imprenditoria, le fasce sociali più deboli, tutto l’elettorato
autenticamente non di sinistra protagonista di quella grande stagione di
rinnovamento e di speranza che portò il cavaliere al governo, ha già dato. Il
risultato è questo: niente rinnovamento, niente più speranza e tra pochi mesi
la sinistra al governo. Difficile che i delusi del centrodestra tornino a dare
fiducia agli stessi soggetti che in pochi anni hanno cambiato così in peggio la
loro vita.
Concordo pienamente; il dramma vero è che la classe dirigente del PDL ha buttato al vento per miserabili interessi di corte e di cortigiani/e, una occasione storica per ridare all'Italia e agli italiani un ruolo, un progetto , una prospettiva.A questo punto la disintegrazione totale del PDL è la condizione minimale, necessaria ma non so se sufficiente, per ripartire. E deve essere chiaro che esserne stato classe dirigente dovrà essere motivo di esclusione totale in futuro da ogni mansione diversa dalla mera manovalanza.E aggiungo che mentre gli eunuchi e le odalische del sultanato si interrogano su che cosa dirà e farà il cavaliere (chissà perchè mi viene in mente Calvino e il suo "cavaliere inesistente") avanzo aggratis una proposta per il nome del nuovo partito:
RispondiEliminaFARSA ITALIA