Come previsto, non c'è voluto un granché per piegare ancora una volta l'italietta democratica e antifascista ai voleri di Washington. Da oggi dobbiamo bombardare la Libia anche noi. Dopo aver assicurato per bocca di ministri e presidenti che mai avremmo infranto il fatidico articolo 11 della nostra sacra e inviolabile Costituzione. Quella nata dalla resistenza. Visto come la giudicano inviolabile i "liberatori" a stelle e strisce?
Tutto previsto dunque. Ma un dubbio ci assale: possibile che la Nato, con la sua preponderante forza bellica, abbia bisogno dei nostri quattro Tornado per vincere una guerricciola contro l'esausto esercito di Gheddafi? Siamo davvero così determinanti per l'esito vittorioso di questo conflitto? Ovviamente no. Quello che stati uniti e alleati europei vogliono ribadire è la sovranità limitata del nostro Paese. Con l'esautorazione e l'umiliazione delle nostre istituzioni si vuole "rimettere al proprio posto" l'Italia che negli ultimi anni aveva fatto un timido tentativo di sganciarsi dal giogo politico ed economico dell'america e della sua area di influenza. Una punizione per aver stretto patti con Tripoli a tutto vantaggio dell'Italia in termini di immigrazione e di approvvigionamento petrolifero. Una punizione, in prospettiva, per aver privilegiato rapporti di reciproca convenienza con la Russia di Putin. Insomma un richiamo all'ordine che ci vuole da quasi settanta anni sudditi delle superpotenze. Possiamo dire delle democrazie plutocratiche?
La stessa cosa, in fondo, che avvenne con l'Italia fascista che cercava autonomia e sviluppo dopo aver conquistato l'unità, senza dover più chiedere il permesso ai potenti della terra.
Berlusconi come Mussolini quindi? Come dicono gli odierni antifascisti? Per carità! Per stroncare le aspirazioni dell'Italia fascista fu necessaria una lunga guerra sferrata dalla più grande coalizione armata mai realizzata nella storia dell'umanità. Oggi è sufficiente che un meticcio e un nano alzino la voce.
