01 marzo 2011

Doppifini. Anzi, tripli.


Eppure c'è ancora qualcuno che lo sta a sentire. "Se Fli fallisce lascio la politica" ha detto. Ma chi crede di prendere per il culo questo buffone? Ma si può dare ancora credito a questo saltimbanco della politica? Della peggiore politica? A parte il fatto che stiamo ancora aspettando le dimissioni che aveva solennemente promesso per l'affaire Montecarlo. Per la casa, patrimonio della comunità ex missina di AN, sottratta al partito per farne gradito omaggio al fratello della sua ganza. Ma ci prende proprio tutti per fessi? Il Gianfrego si è stranamente dimenticato di definire il concetto di "fallimento". Un risultato elettorale modesto? Sotto il dieci, il cinque o il due percento? Chi stabilisce la misura dell'asticella sotto la quale scatterebbe il ritorno, auspicabile, del caghetta alla vita privata? Ma che domanda: lui stesso! E considerando l'uomo e il suo coriaceo attaccamento alla poltrona, nonché alla propria vanità, c'è da immaginarsi che per lui, comunque vada, sarà un successo!
Questo pagliaccio ha fatto fallire già due partiti. Voleva distruggerne un terzo. Ha negli anni sostenuto e rinnegato tutto quello che si poteva sostenere e rinnegare. Ha ammesso più volte di essersi sbagliato: su Mussolini, sui gay, sulla procreazione assistita, sugli immigrati, sulla legge elettorale, su Berlusconi.
Davvero ha bisogno di un'altra sconfitta per ritirarsi dalla politica?

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