di Marcello Veneziani
Che differenza c’è tra il figlio del caposcorta di Veltroni assunto all’Atac quando era sindaco Veltroni e il figlio del caposcorta di Alemanno assunto all’Atac quando è sindaco Alemanno? Un abisso. Il primo è ordinaria amministrazione, il secondo è una vergogna e Alemanno deve dimettersi.
Che differenza c’è tra un deputato eletto nelle liste del Pdl che cambia partito e ritira la fiducia al premier a cui era abbinato e un deputato eletto nelle liste dell’Idv che cambia partito e fa il percorso inverso al suo collega? Un abisso. Il primo è un eroe ravveduto, il secondo un infame traditore. E se dietro all’uno come all’altro si può supporre che ci sia un interesse personale (garantirsi un futuro incerto con seggi, incarichi, prebende), il primo resta un incensurabile politico, il secondo è un corrotto da destinare alla gogna e al tribunale.
E ancora. Che differenza c’è tra un direttore del Tg1 che spende 7mila euro al mese di spese di rappresentanza e un direttore del Tg1, suo predecessore, che ne spendeva ventimila al mese per una suite? Un abisso, il primo è un delinquente da cacciare e da censurare in azienda, in commissione di vigilanza, in tribunale e in comitato di redazione; il secondo è un galantuomo che doveva pur trovarsi un tetto per esercitare il suo mestiere.
Gli esempi potrebbero andare all’infinito, tra parenti di politici di sinistra sistemati nelle pubbliche amministrazioni e poi parenti di politici di destra che hanno goduto degli stessi privilegi. Se davvero fossimo tra persone oneste, quelli di sinistra che pagano di tasca propria le loro opinioni dovrebbero indignarsi soprattutto con quelli di sinistra che campano alle spalle loro; e viceversa quelli di destra. Invece la Repubblica dei disonesti lancia giudici, gogna e condanne per quelli di destra che imitano i loro predecessori di sinistra e si adeguano all’andazzo. Ma esonera i predecessori.
Questa campagna contro la corruzione fa vomitare. Non ho altre parole per riassumerla meglio. Mi vergogno per loro. Ma chi va con Fini, dicono, crede a una destra moderna e democratica? Non vi sfiora il dubbio che chi vota Berlusconi preferisca responsabilmente il governo in carica a una crisi al buio? Ma no, è solo un servo pagato. Voi che tenete tanto alla Costituzione, non è uno strappo alle sue regole negare il governo a chi è stato eletto dal popolo o lasciare che il presidente della Camera agisca anche da capo fazione e voglia sfasciare il governo? Che schifo. Disonesti ce ne sono sempre stati, ma la novità dei nostri giorni è che i disonesti hanno il monopolio dell’Onestà.
Dai giornali di questi giorni sembra che da pochi mesi si sia imposto in Italia uno spregevole malcostume: il clientelismo, il nepotismo, la corruzione, il mercato dei voti, il trasformismo. Tutte malattie sconosciute a questo sano e onestissimo Paese, importate da Berlusconi, dai leghisti e addirittura dagli ex-fascisti. Intendiamoci, i fascisti andati con Fini sono fior di galantuomini redenti perché il loro codice d’onore prevede al punto uno, anzi unico: sfasciare Berlusconi e il suo governo, pentirsi di aver vissuto per tutti questi anni con quel leader, con quel programma, e di essere stati perciò eletti, diventando perfino maggioranza e forza di governo (chi l’avrebbe mai detto, camerati). Ora, si sa bene che la corruzione non nasce con la destra al governo o con Berlusconi e nemmeno con la sinistra, a essere onesti. C’era già dai tempi della Dc e anche prima. Anzi se volete l’onestà estrema, l’unico periodo in cui la corruzione non prevalse sull’onestà e il merito fu durante il fascismo. Scoccia dirlo ma è così. Ma qualcuno è disposto a rinunciare alla libertà e alla democrazia e beccarsi un regime autoritario per avere onestà ed efficacia, meno mafia e più opere pubbliche, meno ladri e più politica sociale? No, e allora il discorso si chiude lì, torniamo al presente. Dunque, che famo? Colpiamo la corruzione in sede penale, il malcostume in sede civile e culturale, il clientelismo in sede politica, ma evitiamo di stabilire teoremi ideologici e razzismo etico: non c’è la razza dei corrotti a destra e degli incorrotti a sinistra. La responsabilità è personale e si proceda caso per caso e non secondo razza.
Sul malaffare a destra, lasciatemi invece dire una cosa: sconforta sapere che i «propri» eletti non sono migliori degli altri, si adeguano agli standard di potere precedenti, Dc e sinistra. E non c’è nemmeno l’alibi consolatorio per dire: sì sul piano clientelare e nepotistico agiscono come gli altri, ma almeno lasciano segni mirabili in altri campi, impronte di grandi imprese, esempi fulgidi, simboli, idee e principi finora calpestati. No, è tutto così scarso, dappertutto.
Poi vedi quel che scrivono i giornali, quel che dice la partitocrazia, quel che fanno i magistrati, vedi quella disonestà cieca, unilaterale e militante che stabilisce chi sono i corrotti e chi gli esonerati, e sei costretto a preferire i mali minori, e a chiedere perfino l’arbitrato di Mastella. Italia, ora pro nobis.
Marcello è sempre il meglio.
RispondiEliminaIl termine ipocrisia indica l'incoerenza tra azioni svolte e valori enunciati tacitamente o esplicitamente. Per ipocrita si definisce la persona che afferma una determinata idea e poi si comporta in una maniera contraddittoria ad essa.
RispondiEliminaNell’insieme degli ipocriti possiamo inserire tutti quei “politici” che fino a pochi mesi fa nel nome e per nome di Gianfranco Fini si sono accomodati su poltrone più o meno ben retribuite.
Ipocriti sono coloro che oggi e non a Fiuggi prendono le distanze dal presidente della Camera in nome di un posto sicuro all’interno della “azienda” Berlusconiana.
Ipocriti sono coloro che per anni si sono adeguati alle scelleratezze del Presidente Fini accettando senza colpo ferire lo scioglimento prima del Movimento Sociale ed in seguito di Alleanza Nazionale.
Ipocriti sono coloro che hanno affermato una determinata idea di destra sociale e poi si sono comportati in maniera contraddittoria ad essa soltanto per non incorrere nelle ire per “ lesa maestà” nei confronti del “tiranno” Fini.
Per concludere il sinonimo di ipocrita da attribuire a molti ex Alleanzini potrebbe essere….. paraculi.
Ancora qualche passo del grande Marcello:
RispondiEliminaIn Fini le rughe che scendono accanto alle labbra segnano un incattivimento e una sete di vendetta; nel suo sguardo si nota una meticolosa ferocia, una voglia di farla pagare, un risentimento d’inferiorità a lungo covato. Non c’è l’ambizione della conquista, il progetto futuro, la tensione ideale verso il nuovo; c’è una studiata, sofferta, biliosa, carica di odio unita a una punta di sadismo, interamente rivolta al passato. Ma lo vedo lontano dal suo passato giovanile, lontano dai suoi, ricordo la dolcezza di sua madre, le tagliatelle caserecce preparate con le sue mani e mangiate con lei a casa di Patrizia... Passato sepolto.
(...) Fini ha fatto sempre troppo poco, ha giocato sempre di rimessa, ha vissuto da secondo, ha detto molto ma non ha mai fatto nulla, non ha sbagliato perché non ha osato o inventato qualcosa, ha comiziato per una vita ma non ha mai governato neanche un condominio, ha ereditato partiti e li ha seppelliti, ha ricevuto presidenze, rendite di posizioni, patrimoni immobiliari dal vecchio partito. Raramente ha detto nei suoi primi quarant’anni di vita politica qualcosa fuori luogo; anche quando esaltava Mussolini lo faceva nel quadro del suo contratto di impiego come segretario del Msi. Solo negli ultimi due anni ha pazziato, ma per una vita ha detto solo misurate ovvietà, nullità incravattate...