16 febbraio 2010

La tangente è viva e lotta insieme a noi.



Qualcuno pensava che con la seconda repubblica il fenomeno della corruzione politica si fosse quantomeno attenuato? Che dopo lo sconquasso delle inchieste su tangentopoli i protagonisti della scena politica nostrana si fossero almeno fatti un po' più prudenti?
L'irruzione della cosiddetta "società civile" nella gestione della cosa pubblica e la contemporanea dissoluzione dei partiti tradizionali non hanno portato quel rinnovamento che ci si aspettava. Anzi, l'ingresso dei nuovi attori sulla scena politica ha comportato l'avvento di un'etica a volte persino peggiore di quella corrotta e decadente dei vecchi partiti "di regime". Tutto come prima, dunque?
No, una cosa è cambiata: non ci sono più i "carabinieri missini" a presidiare le istituzioni, a sorvegliare queste vere e proprie "cittadelle del malaffare". Nessuno più denuncia le irregolarità, gli illeciti e gli intrecci tra politica ed economia. Perché gli ex missini ancora in servizio, un tempo gli unici allenati all'opposizione e al rigore morale, sono diventati qua e là forza di governo e quindi sono passati dall'altra parte della barricata; e perché gli ex amministratori della sinistra, precipitati qua e là all'opposizione, non hanno voglia, interesse e cultura per denunciare il malaffare, avendola, quella parte della barricata, occupata per lunghissimo tempo.
"Oggi - dice Fini - chi ruba non lo fa per il partito ma solo per se stesso". Non sappiamo sulla base di quale esperienza il presidente della Camera faccia questa affermazione. Avrà i suoi buoni motivi. A noi pare che manchino quegli uomini che in tempi molto più difficili degli attuali, svolgevano con serietà il loro mandato non a favore solo di un partito, ma a vantaggio di tutta la collettività.

3 commenti:

  1. sempre il solito magna-magna

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  2. Visto che si avvicinano le regionali....
    La questione morale!?!?!?!?!?

    Gianbanc

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  3. A Gianbanc, attento osservatore delle questioni politiche nazionali e locali, e - se posso aggiungere - in odore di candidatura per le prossime regionali, non sarà certo sfuggito quanto affermato da Berlusconi:

    "Noi, per convinzione, siamo garantisti, ma certo con tutto quello che sta succedendo dobbiamo prestare ancor più attenzione alle persone che candidiamo".
    Senza nominare mai né Bertolaso né Verdini - ma secondo i presenti con un più esplicito riferimento al consigliere comunale di Milano Milko Pennisi - il premier avrebbe perciò invitato a prestare la "massima attenzione" alle liste, per non dare adito agli oppositori di poter dire che nelle liste del Pdl non c'é gente per bene.
    Berlusconi avrebbe anche spiegato di non essere entrato "per nulla" nelle scelte dei candidati nelle tredici regioni. Ho espresso la mia opinione - ha ricordato - ma non ho scelto nessun candidato, ha fatto tutto il partito.

    Oltre alla politica molto intrattenimento, nella cena che il premier Silvio Berlusconi ha offerto a Palazzo Grazioli a una quindicina di senatori del Pdl, al capogruppo Maurizio Gasparri ed al vicecapogruppo Gaetano Quagliariello.
    Il premier ha cantato, accompagnato alla chitarra da Mariano Apicella.


    ANCHE LORO SE LA CANTANO E SE LA SONANO.

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