20 settembre 2007

Quando uno non capisce una Mazza...


L'ennesima prova dell'involuzione subita dalla destra politica italiana ce la fornisce il direttore aennino del TG2. Mauro Mazza di fronte al montante fenomeno di Beppe Grillo e della sua antipolitica, non trova di meglio da fare che autonominarsi difensore d'ufficio della partitocrazia. In completino grigio-democristiano e in perfetto linguaggio politically-correct, evoca precedenti di cattivi maestri, pazzi e pallottole. Come se il movimentismo del comico genovese fosse una fucina di fanatici estremisti e un pericolo per le istituzioni. Una visione, la sua, ridimensionata perfino dal suo datore di lavoro Gianfranco Fini, il quale, forse, si è ricordato di quando faceva parte di una forza politica che scelse fin dalla costituzione di non chiamarsi "partito" e che della lotta alla partitocrazia e alla degenerazione della politica fece la sua stessa ragione di essere.

6 commenti:

  1. Bravo Bellini!

    Luca.

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  2. Le scrivo di nuovo con piacere, dato che anch'io ho messo un post, con un grandioso commento di Stenio Solinas sul libro di Giuli e qualche post dietro solo un'accenno a quello che dice e fa Beppe Grillo.
    Credo sia una lotta tutta interna al centrosinistra, o alla Sinistra vera e propria.
    Anche Berlusconi si è definito un antipolitico. Forza Italia si è partitizzata per 5 minuti ed è subito spuntata di fuori "la signora in rosso".
    Con Berlusconi, l'antipolitica si è istituzionalizzata. Io, dalla mia parte di centrodestra che spero il mio paese abbia un giorno, spero che questi partiti cambino. Eccome. Ne ho scritto, se avrà tempo da dedicarmi nel mio blog.
    Ma io, democrazie e stati democratici degni di questo nome e che quindi si possano definire tali, SENZA PARTITI, non ne conosco.
    In uno scambio di battute, diventato poi intervista (sempre nel blog) con GianAntonio Stella -sì,proprio lui- anche lui non poteva che darmi una risposta del genere: democrazia senza partiti?
    A presto, Giambattista Salis

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  3. Suvvia, spendiamo una parola buona per Mazza che si sarà detto : "Se il Capo dice così tante cazzate avrò diritto anch'io a dire qualche mazzata..."

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  4. Verissimo.
    Voleva-doveva-poteva essere una mia domanda: ne ho soltanto fatto un accenno al Dott.Stella.
    Frettoloso sono stato io nel chiederglieLo e non mi ha non potuto rispondere di conseguenza.

    Come Stella, comunque, anch'io riconosco che la Magistratura è un potere statale.
    Forse avrei dovuto essere più preciso, parlando dei "veti" che la magistratura, attraverso una esagerata -a parer mio- "voce" che si fa sentire dalla sua componente più "associata e associativa" riesce sempre a far valere quando si tratta di riformarla.

    Mi chiedo se:
    1) sbaglio io, pensando che anche la Magistratura debba procedere ad una sua "auto-riforma" come dovrebbero fare i partiti, essendo queste due forze citate dalla Ns. Costituzione Repubblicana; e che, essa, a differenza dei partiti che non hanno mai rispettato l'art.49 della Ns. Carta, dovrebbe dare il buon esempio;
    2) dovrebbe essere la Politica, una volta riformata, ad occuparsi, poi, della Magistratura stessa.

    Lei che ne pensa?

    giambattista salis

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  5. Per consentire anche agli utenti che non hanno linkato il tuo blog (lasciamo da parte questo "Lei", daccordo?) di capirci qualcosa, copio quanto avevo postato in merito alle dichiarazioni di Stella.

    "Stella dimentica un'altra potentissima casta di intoccabili: la magistratura. Quando gli equilibri e i mutui soccorsi tra politici e magistrati saltano scoppiano i bubboni stile tangentopoli. Ma a uscirne con le ossa rotte sono sempre i primi.
    Nesuno si sogna (forse qualche pazzo visionario) di costruire una società senza organizzazione democratica del consenso. Tutto sta a vedere se i partiti abbiano mai adempiuto a questo scopo. Nella prima repubblica, salvo rare eccezioni, si sono dimostrati semplicemente dei centri di potere e di saccheggio delle risorse pubbliche. Oggi somigliano molto di più ad aziende con fini esclusivamente di lucro, dove la gestione territoriale degli "affari" viene delegata in una sorta di franchising a soci, affiliati o dipendenti.
    Forse è proprio l'ora di pensare ad altre forme di organizzazione della democrazia."

    Per rispondere alla tua domanda:
    in una società come io la sogno la magistratura si limita ad applicare le leggi. Senza commentarle e senza interpretarle. Le leggi le fa il parlamento in nome del popolo.
    In una società come io la sogno il parlamento non è pieno di corrotti, incapaci e carrieristi. E tutti sono chiamati a rispondere del loro operato e dei loro errori. Anche i magistrati.

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  6. Come new impiegato di A.N. anche Mazza, con la sua esternazione, credeva di chiamare a raccolta la comunità di “licenziare”- con o senza giusta causa - il comico diventato disobbediente alla volontà politica nazionale.
    Non rendendosi conto che, lo scontro in atto fra “destra e sinistra” è uno specchietto per le allodole, messo in atto, soltanto per rinforzare l'orgoglio difensivo delle due parti, incapaci di capire in maniera critica l'interdipendenza tipica del nostro tempo.
    Si potrebbe dire che la “globalizzazione” della politica italiana ha compiuto il cerchio perfetto: ha riempito il parlamento di incapaci, ha contaminato le ideologie portanti del nostro bagaglio politico-culturale, ha portato chi dovrebbe, per grazia ricevuta, amministrare la nazione distante dalle vere necessità dei cittadini.
    Con la globalizzazione sono finiti i luoghi tabù e noi, “metropolitani”, non possiamo più ignorare il mondo politico di fatto esistente, perchè gli “onorevoli” godono di immensi privilegi, dormono sonni tranquilli, fregandosene altamente di quello che accade all’’interno delle nostre case, perchè la disoccupazione trafigge la gioventù italiana, perchè i globapolitici sono global ed i terroristi anche.
    Non meravigliamoci di un comico che riesce, in questo marasma politico a riempire, negli animi della gente comune, gli spazi lasciati vuoti dai politicanti nostrani.

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