13 novembre 2006

La fiamma e la celtica.

Sul blog di Luca Telese (che invitiamo a visitare) www.cuorineri.it si è aperta una ricca discussione sul libro di Nicola Rao "La fiamma e la celtica" edito da Sperling & Kupfer. Tra i vari interventi ci è sembrato particolarmente interessante questo di Gabriele Adinolfi che riportiamo di seguito.

l valore dell’ultimo libro di Rao che pur inserendosi in una linea di rivisitazione storica che vorrebbe relegarci in soffitta a vantaggio della DC e dell’Azione Cattolica stona magnificamente. Leggetelo!
Non tutte le ciambelle riescono con il buco. Sicché se per favorire la rinascente DC si commette l’errore di affidare ad un autore di cuore e coscienzioso il compito di parlare del neofascismo nell’intento di liquidarlo storicamente, può invece accadere che ne esca fuori un’opera bella e toccante.
È quanto è accaduto con “La fiamma e la celtica” di Nicola Rao edito dalla Sperling & Kupfer che giungerà di sicuro al grande pubblico più dei testi della Settimo Sigillo di Enzo Cipriano per la quale Rao aveva operato la sua prima stesura: “Neofascisti” e cui è opportuno rendere il dovuto onore.

In mezzo a mele marce

La Sperling & Kupfer va al sodo: volume rilegato male per risparmio di spesa con fogli che si sfilacciano immediatamente, collana diretta dal rampante Telese e, ciliegina sulla torta, nel retrocopertina quest’agghiacciante descrizione del libro: “tutto quello che è successo nella galassia della destra italiana da Il sangue dei vinti a Cuori Neri”. Come dire che le due operazioni commerciali in salsa democrista rappresenterebbero i suggelli narrativamente corretti di un mondo che certa gente vorrebbe far sparire e dimenticare.

E che il piano stia riuscendo fino ad attecchire in un’area che non ha più dirigenze adeguate lo comprovano tutte le piroette ideologiche e identitarie che vanno in scena ripetutamente. Non ci riferiamo solo ad AN ma soprattutto a chi si situa al suo fianco destro dove è vittima della progressiva avanzata di tesi controrivoluzionarie. A furia di abbassare la guardia di fronte agli ammiccamenti che da una ventina d’anni provengono da alcune confraternite, sempre più spesso qualcuno pressappochista o dalle idee confuse, pur ostentando paradossalmente una simbologia fascista, si propone invece come un’Azione Cattolica degli anni Cinquanta.

Che si sia in presenza di una libido di s-fascistizzazione è talmente chiaro che, come in genere avviene per tutto quel che è palese, solo in pochi se ne avvedono e ancor meno sono quelli che ne capiscono la portata.

Invece non solo bisognerebbe saper leggere gli slogan e capire il lessico politico (e quindi pretendere la correzione di ogni espressione d’estrema destra che vada nel senso della s-fascistizzazione) ma anche saper distinguere le letture, comprendere cosa muove gli autori, quali vanno sostenuti e quali no.

Se Telese e Pansa sono indiscutibilmente uomini che operano, oltre che per interesse personale, anche e soprattutto in una strategia democristiana, senza porsi minimamente il problema della mistificazione, Tassinari e Rao, pur provenendo da due percorsi diversi, sono invece spinti da attrazione reale per qualcosa che intendono esprimere com’era (e come in parte ancora è) e non invece per neutralizzarlo.

Il funerale del Comandante

La vita è buffa. Il libro di Rao inizia con il capitolo più toccante, travolgente, trascinante: quello dedicato al funerale di Peppe Dimitri. Ora, guarda caso, proprio il commento di quella vicenda fornì l’occasione per la peggior espressione di bassezza d’animo del curatore della collana, Telese.

Ma Rao non è sulla lunghezza d’onda del suo curatore, non è un borghese qualunque attratto dal piacere della mollezza e non scrive per esporre una tesi: entra nell’opera. In modo intero, assoluto, lo fa in quel capitolo che s’intitola “Un funerale per il neofascismo” ma che sarebbe stato più corretto denominare “Un funerale per una generazione guerriera” perché è quella generazione – la mia – che è stata sepolta in quel giorno con un rito vichingo.

Non aggiungerò altro su quel capitolo che è riuscito a farmi commuovere di nuovo: dico che, fosse anche solo per quelle pagine, il libro merita di essere letto.

Ma non è solo per questo che vale. Come in “Neofascisti” Rao ci ripropone sessant’anni di storie e di pulsioni. Lo fa ricorrendo a testimonianze dirette il che, ovviamente, non è esente da rischi, perché le memorie raccolte a posteriori sono spesso oggetto di possibili rivisitazioni soggettive anche inconsce.

Diverso è quando si riesce a fornire un documento d’epoca: è il caso, che si trova in appendice al capitolo dedicato all’ “autonomia nera”, del diario di Emanuela da cui scaturiscono con esattezza dei sentimenti che allora erano veramente condivisi fra cui anche l’esatta valutazione della lotta armata che la penna di una sedicenne riuscì a rendere semplice pur conservandone l’enorme complessità.

Oltre le soggettività

Rischi di soggettività? Ad esempio per la parte su Terza Posizione Rao si concentra su una vecchia testimonianza di Marcello De Angelis che però, qualche imprecisione a parte (ad esempio l’affermazione che vedessimo bene Gheddafi non è vera) e malgrado qualche interpretazione soggettiva (“non ci sentivamo più fascisti” non è di certo esatto) rende bene l’idea anche se indugia un po’ troppo su tratti d’amarcord intimistico.

Sempre riguardo TP Rao riporta estratti di articoli e di documenti politici che rendono in buona parte l’idea del Movimento. Anche se a mio avviso l’accento posto sul fattore internazionale ha fatto passare un po’ troppo in secondo piano l’altro pregio di TP: l’essere riuscita ad essere protagonista della rivolta generazionale e fortemente ancorata, in modo concreto, nel sociale. E non avrebbe guastato anche uno studio su quello che TP rappresentò poi nella maturazione ideologica della destra radicale.

Ma tutto sommato il capitolo va bene così e se tanto mi dà tanto è probabile che anche per i brani che riguardano il passato i percorsi a volo d’uccello siano globalmente riusciti.

Sessant’anni di storie parallele

Dal 1946 al 2006 si snoda la matassa di tante storie parallele: quella trasformista, quella reazionaria, quella intransigente, quella tradizionalista, quella social/rivoluzionaria. E si dipana il filo della vitalità fascista in neofascismo, feconda in particolare con il terzaforzismo e il Mito dell’Europa da Anfuso a Jeune Europe passando per il monumentale Adriano Romualdi fino ad esplorare gli avamposti più irrequieti: frediani e appunto terzaposizionisti.

Una storia sessantennale fatta di convivenze fra diverse istanze ma nella quale storia il gene più fertile non cessò di generare. Ed ora proprio quel gene si vorrebbe estirpare riducendo l’eredità di quel sessantennio soltanto al trasformismo e alla reazione. Persino del tradizionalismo viene proposta dai più esclusivamente la sua scimmia conformista moralista e in molti casi confessionale. Insomma il terreno sembra fertile e i tempi appaiono maturi perché quel che non riuscì neppure alla destra badogliana avvenga oggi per l’operato di individui tanto esterni che interni all’area che godono di un prestigio gonfiato e di notevoli appoggi proprio per l’operazione che stanno consumando

Ci troviamo insomma in presenza di una vera e propria mistificazione generalizzata.

L’Omega e l’Alfa

Questa compressione mortifera non è però l’intento di Rao e anzi, non sappiamo se consapevole o spinto da un’ispirazione irrazionale, egli si rifiuta di fare del suo libro un de profundis.

Tant’è che se “la fiamma e la celtica” inizia con un Omega (appunto “Il funerale del neofascismo”) si chiude inaspettatamente con un’Alfa (“I centri sociali di destra. Casa Pound e lo squadrismo mediatico”). Un capitolo nel quale Nicola Rao sottolinea come sia proprio il fascismo delle origini ad animare le componenti più dinamiche, innovatrici e d’impatto dei nostri giorni. Il gene, quindi, è vivo.

Anche per questa conclusione implicita vale la pena di leggere “La fiamma e la celtica” che, alla faccia di più d’uno, non rappresenta la storia di due simboli che stanno per essere inghiottiti, sia verso il centro che verso la destra, da scudi crociati di diverso stile. Sono simboli che vivono e che generano ancora dopo aver sventato per decenni sia il tentativo di mistificarli che quello di estirparli.

Il tentativo oggi si fa più serrato e viene da tutte le direzioni, ma noi, come ha potuto notare Nicola, siamo maledettamente testardi.

Gabriele Adinolfi

15 commenti:

  1. Anzitutto un grazie al blogger per aver postato questo intervento di Adinolfi (tra parentesi ricordo il suo sito www.noreporter.org su cui è apparso in origine questo post).
    Nella modesta palude dei ranocchi/principini di AN occorre gettare sassi "pesanti" nella speranza almeno che smettano di gracidare.
    Le tematiche trattate nel libro e nella sua presentazione sono di quelle che vanno al fondo delle questioni, superando le contingenze senza far finta che non esistano.
    In particolare mi pare affrontino il tema centrale della resa incondizionata e definitiva di tutto un mondo rispetto al problema di una autentica revisione storica e politica del passato, anche e soprattutto del proprio, appaltato in esclusiva ad autori ed intellettuali esterni.
    Se la trattazione di certi temi e la narrazione di certi eventi da parte di altri può favorirne la diffusione tra il largo pubblico è infatti evidente che l'interpretazione dei temi e degli eventi non ci può vedere solo come spettatori inerti o ,nel caso del mandarinato del partito, un po' infastiditi.
    Occorrerebbe ad esempio affrontare il nucleo centrale, filosofico e storico, dell'apparato propagandistico nemico (Sì, "nemico" recuperiamo in primis questa fondamentale dicotomia schmittiana amico/nemico).
    Continuare ad accettare per buone le menzogne di base del nemico ci condanna a continui sotterfugi tattici,a mezze smentite e mezze ammissioni, lasciando inconsciamente credere che si trattasse delle conseguenze della nostra malvagità di servi del Male, anzichè della attività propagandistica insita in uno scontro epocale di visioni del mondo.
    Certo, se si affrontano queste tematiche con le "illuminate" ed "elette" menti del mandarinato centrale e periferico di AN, il minimo che possa capitare è di vedere sguardi normalmente vuoti divenire terrorizzati, come se al loro tranquillo banchetto fosse apparso il terribile "Convitato di pietra".
    Una buona ragione in più per continuare a turbare i loro sonni beati; ma senza farsi illusioni: di questa classe dirigente non vi è NESSUNO da salvare.

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  2. Salve a tutti,volevo porre in essere una questione in qualche modo legata al libro di Rao e all intervento di Adinolfi,alle volte fin troppo criptico come suo solito ma pur sempre brillante.Cosa si deve fare con noi giovani?mi spiego meglio:A prato esiste una sola realta giovanile che si definisce di destra,Azione giovani in cui milito,e mi sto rendendo conto che la politica della amico dei rabbini non fa che disaffezionare i ragazzi dal partito.in particolare quei ragazzi che interessandosi si informano,leggono soprattutto si formano.E si formano in modo radicale,cavalcando la tigre....per poi ritrovarsi a cavalcare il vuoto perche di fatto non ti senti rappresentato,non ti senti parte di niente e allora si allontanano...Che cosa fare?Che cosa dbbiamo fare?Soprattutto che cosa dovete fare voi...Personalmente son al limite e non ne posso piu di sentire gente che grida viva al duce e non va oltre,di gente per cui esiste solo il fascismo del ventennio e non il neofascismo.Cordinateci!Informateci!istruiteci!Perche oltre al voto non continuiate a perdere anche la militanza di gente che ora serve come il pane!per non ritrovarvi solo con delle marionette

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  3. Caro Anonimo pratese militante di Azione Giovani,
    Non ho ben capito a chi ti riferisci quando dici: “coordinateci, informateci, istruiteci”. Come ho avuto già modo di precisare, Il Cerchio è un centro studi che si interessa dei fenomeni politici come materia oggetto di analisi, approfondimento, ricerca (studio, appunto). Ma non ha nessun titolo (e, aggiungo, nessuna intenzione) per occuparsi della cosiddetta “politica politicante” e di altre simili amenità esclusive dei partiti.
    Va da sé che se questo blog riuscisse a dare a qualcuno (in special modo ai più giovani) “informazione” e a fare “formazione”, non potremmo che esserne soddisfatti ancorché ciò non rappresenti la nostra “mission”.
    Tu affermi che i ragazzi di destra leggono e citi Evola, poi però dici di essere stufo di sentire sempre i soliti “viva il Duce” e inneggiare al ventennio. Allora una domanda te la faccio io: sei sicuro di frequentare Azione Giovani? Perché, sai, ho qualche dubbio che negli ambienti di Alleanza Nazionale questi siano temi che si possano affrontare senza essere messi alla porta.

    Vincenzo Bellini

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  4. Bellini , adesso basta per mesi hai permesso che tutti offendessero tutti e ora vieni a fare il moralista . ma vai .......
    venduto ! ti hanno inculato in tutti i modi e ti vanti di essere il più votato ! si alle elezioni dei vanagloriosi , boriosi , e stupidi come te

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  5. Il problema con gli utenti anonimi è che non si sa mai con chi si sta interloquendo. Mi spiego: io non credo che l'anonimo qui sopra sia lo stesso anonimo che milita in Azione Giovani, ma non si può sapere con certezza. Certo il tono, francamente fuori luogo, usato dal secondo meritava il sussulto di dignità almeno di uno pseudonimo. Ma tant'è, il coraggio, diceva Don Abbondio, uno mica se lo può dare...
    Comunque sia:

    1- Ho permesso che si offendesse? Questo blog non ha filtri ne moderatori, gli utenti sono liberi di usare i toni ed il linguaggio che meglio credono, vero "anonimo"?

    2- Faccio il moralista? Ma quando? E dove risulterebbe in questo thread una cosa del genere?

    3- Venduto? A chi? Quando? A quanto? Nomi, date, circostanze, please.

    4- Mi hanno inculato in tutti i modi? Probabilmente è vero, ma vuoi farmene anche una colpa?

    5- Sono il più votato? Questo è decisamente vero, ma essendo cosa che se potessi non rifarei, raramente me ne faccio un vanto.

    Vincenzo Bellini

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  6. mamma mia secondo me l'utilizzo del turpiloquio in sede di commenti dà il segno di quanto sia vero che A.N. sia frequentata da"omuncoli beceri ed ignoranti".
    Ma noi, poi, ce li meritiamo davvero, questi intrusi.

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  7. Sorvolando sull'anonimo...torniamo A NOI..

    Il militante di ag dovrebbe aver capito che se ora la situazione è così, non è detto che non cambi...

    Azione Giovani, appunto giovani, con una dimensione temporale dilatata, eterea, quasi senza fine...e non avete il coraggio di guardare neppure al prossimo decennio..??!?!?
    Non vi viene in mente che l'assetto politico italiano cambierà nei prossimi anni, come è cambiato in questi ultimi 10..?

    Certo ok Evola ed i miti della nostra cultura, ma non perdete mai lo sguardo lucido sul presente, vi aiuterà a comprenderlo ed ha intravedere le strade del domani!

    ..e se domani ci sarà ancora o no una destra identitaria e sociale dipende da quello che la vostra generazione porterà nel futuro..

    I sistemi politici, le persone, le religioni ed anche le ideologie cambiano con il tempo (magari con tempi diversi tra loro, ma cambiano tutte..) l'importante è traghettare nel futuro le nostre migliori idee ed il nostro modo d'essere, così come hanno fatto le persone a cui oggi chiedi di esser formato..

    Provavate a dare una identità al vostro movimento, cercate VOI di definirvi nel vostro piccolo DIVERSI da An e tutti i suoi piccoli fans...

    Dici che 6 al limite...pensa, prima di chiedere aiuto al movimento quante volte il movimento ti ha chiesto di fare qualcosa x lui..o, sarò + esplicito, sai benissimo che se entri in sede con una "prova" di volantino o adesivo tutti te ne sarebbero grati, xchè non provi?

    In ultimo, intendiamoci, il movimeto di cui parlo qui si chiama AG, ma si chiama così oggi..non attacchiamoci troppo ai nomi, quel che conta sono le idee e le persone, quello è il nostro movimento..

    ..scusate se sono uscito dal tema e se sono stato troppo lungo, ma x Ag evidenzio una nostalgia patologica..


    ...son ragazzi...

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  8. Di ritorno dalle foreste celtiche del Nord vedo che nel blog è comparso un infame orchetto ANale; sì perchè in AN è bene cominciare a distinguere i missini (pochi) e gli ANali (troppi); i secondi si distinguono facilmente dalla spocchia, dalla strafottenza e naturalmente dalla vigliaccheria.
    A Vincenzo ovviamente tutta la mia stima ed un suggerimento per un nick adatto all'orchetto ANonimo: Grima Vermilinguo.

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  9. Un saluto a tutti,sono il primo anonimo,che presto si registrera onde evitare confusioni(per intenderci quello che ha invitato Vincenzo Bellini a non fare il moralista non era il sottoscritto).Volevo un minimo chiarire quello che forse con troppa foga ho scritto precedentemente.A Prato esiste,a livello giovanile,una sola organizzazione avente una parvenza di tal nome collocata a destra:appunto AG.Io non mi permetto di insegnare niente a nessuno,ma anche per questo motivo facilmente si puo desumere che i suoi simpatizzanti,militanti,coloro che si avvicinano a questo mondo lo fanno nutrendo un certo apprezzamento per il ventennio fascista.Non mi sembra ci sia da meravigliarsi no?Rappresenta un po il percorso che han fatto tutti no?Se poi mi vuoi dire che la linea del partito,come an intendo,sia diversa non ci sono dubbi.Tuttavia e un dato di fatto.Quello che volevo fare emergere e che purtroppo per molti di questi ragazzi la nostra storia finisce col 45,ingnorando tutto il movimento neofascista,tutto il movimento NAZIONAL RIVOLUZIONARIO che ha avuto e ha enorme importanza(nel libro di Rao l avete letto il passo di Rauti in cui fa riferimento al ruolo che ha avuto Evola per il mondo della destra,aprendo porte e concetti prima sotterrati?).Di qui l invito rivolto a chi sta a capo di quesa organizzazione a informarci.L altro anonimo mi invitava poi ad entrare in una sede di Ag con una prova di un volantino...bene io lo posso anche fare e ti assicuro che lo faccio,il problema e che su quella prova non si discute,non si ha dialogo,non si costruisce,si prende e si da come pronto da stampare e non certo perche sia perfetto piuttosto perche si ha vogli di andare a vedere la vuotezza della Mussolini a la pupa e il secchione.E so benissimo che anche uno sforzo di indottrinamento se non supportato da un interesse che sorge spontaneo nel soggetto non puo portare a nulla:ecco che il mio scoramento si fa piu acuto.Mi dici poi di tenere ben presente il passato ma di gardare al futuro...hai ragione ma inatnto al passato guardiamoci con cognizione di causa.Per intenderci se il futuro ha uno scudo crociato..di certo io non moriro dc.Mi inviti,anzi ci inviti,a creare un movimentocon idee anche diverse da quelle che sono le progettualita di AN:2 osservazioni.La prima:un movimento portatore di idee deve fare in modo che queste idee circolino e siano SEBNTITE,VISSUTE di certo non puo essere il frutto di una persona sola.La 2:la tua proposta mi sa un po di politica del doppio petto,mi si passi l improprieta,da un lato il partito e i suoi progetti accentratori dall altro il movimento giovanile e la sua anima piu o meno radicale.Mi puo anche stare bene...ma al momento del voto?io chi delego?Posso delegare qualcuno in cui non credo che non mi rappresenta piu?E si badi non venitemi a dire che ci sono alternative a destra di an che possono rappresentare meglio i miei valori perche,eccetto la fiamma con le onc e il progetto del mutuo sociale,non ve ne sono.Questo mi fa male,mi rode,contribuisce a rendermi al limite.Infine:il movimento mi ha dato tanto,mi ha reso quel che sono,mi avete insegnato, non lo ripaghero mai abbastanza,mi ha dato forse quello che ho piu considerato come un amico fraterno,ma me lo ha anche tolto perche ora non c e piu.E mi manca.
    Scusate la prolissita.
    Angelo con la spada

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  10. Caro Angelo con la spada,
    prima di tutto grazie per aver fatto chiarezza sulla questione anonimato. Nessuno obbliga gli utenti a fornire le proprie generalità, ma basta il semplice inserimento anche di una firma (“Angelo con la spada”, “Son ragazzi” ecc.) per dar modo a tutti di indirizzare opportunamente i propri interventi.
    Voglio anche ringraziarti per aver precisato il senso del tuo precedente post. Purtroppo continuo a ritenere incompatibile con AN quello che tu definisci “apprezzamento per il ventennio fascista”. Può darsi che in AN vi siano ancora dei nostalgici ma ciò rappresenta una delle tante contraddizioni del partito di Fini, che ha sposato l’antifascismo e che continua ad essere forza politica di riferimento per tutti quelli che, per convinzione o per abitudine, antifascisti non sono. Illuminante a tal proposito il dialogo del sottosegretario aennino nel film “Caterina va in città” dopo la rimpatriata con i vecchi camerati: “Sono un po’ imbarazzato per loro. Dai, ancora quelle canzoni, col saluto romano e la retorica dei duri e puri. Io credevo che certi concetti fossero condivisi anche a livello di base. Forse certe cose non sono state spiegate abbastanza bene. E’ un problema di comunicazione, specialmente per le generazioni più giovani.”
    Tu parli di “percorso che han fatto tutti”. No, non tutti. Chi proveniva dal MSI certamente si, ma lo stesso non si può dire di chi in AN è arrivato partendo da altre esperienze politiche. E’ anche vero che a livello nazionale i vertici del partito di via della Scrofa sono tutti di provenienza missina, ma per costoro la storia non è finita al ’45, per costoro la storia è cominciata il 27 marzo 1994, quando con l’inopinabile vittoria di Berlusconi l’ambiente neo-fascista italiano si è trovato proiettato dalla suburra all’olimpo dei salotti buoni. La lusinga rappresentata dal potere ha avuto effetti devastanti su certezze che neanche cinquant’anni di repressione democratico-antifascista avevano scalfito.
    Non so se, come tu chiedi, in AN vi sia qualcuno “ a capo” disposto ad informare i giovani. Tu, per sicurezza continua a leggere, informarti, studiare per conto tuo. Ho paura che nel tuo partito non ti troverai, per questa pratica, in grande compagnia, però ne vale la pena.

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  11. "Togliete alla politica i sentimenti, e vedrete cosa rimane!". (Giorgio Almirante)

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  12. Il cerchio non me ne voglia, ma devo ad Angelo con la spada più di una risposta.

    Angelo, se stiamo scrivendo su questo blog sicuramente qualcosa non sta funzionando! Infatti sono caro a questo blog come alle persone che più volte vi scrivono, perché oltre ad essere degli amici e dei camerati, sono la mia formazione.
    Mi spiace, per questo, non essere stato fino ad ora la tua di formazione! Si vede che ancora non sono pronto, o che gli anni di militanza nel movimento mi hanno portato a guardare alla quantità più che alla qualità. In verità credo di essermi distinto nel mondo giovanile proprio perché ho sempre provato e in parte ci sono riuscito, a far andare la quantità di pari passo con la qualità (senza andare lunghi, visto che militi, gli eventi regionali di AG di Pistoia e Lucca ne sono la dimostrazione). Certo da “dirigente” non devo mai dimenticare quanto i numeri sono importanti. Forse non ricorderai o forse non eri presente, ma a Prato diversi anni fa 7 voti hanno fatto la differenza. Ancora ci penso, e forse se fosse andata diversamente molti amici adesso sarebbero ancora con me a sgomitare per continuare a tenere a destra il timone della nave AN.
    Comunque quello che dici è importante, e per quanto riguarda prato vorrei ricordarti alcune contingenze che hanno generato anche in AG diversi problemi:
    1. come ti ho detto l’unico gruppo capace di proporre progetti formativi nel partito, perse il congresso (7 voti)
    2. La politica per molti di noi è passione, ed è una passione che non paga economicamente. Problema da non poco per chi sta crescendo….(c’è chi trova lavoro, chi si trasferisce, chi si sposa, ecc.)
    3. Varie vicissitudini, tra cui la mia elezione a coordinatore regionale, hanno, purtroppo, fatto mancare una guida al movimento pratese
    4. La federazione di AN ha da sempre ostacolato il movimento. Pensa che in sette anni di mia presidenza provinciale ben 5 li ho passati fuori dalla federazione, facendo collette e trasferendo il circolo per tre volte…..ma questo lo sai

    Detto questo, mi sento di poter dire che queste non possono essere scuse. Il mio percorso in AG non lo cambierei con nessun’altra esperienza, e sono sicuro che tutti quei ragazzi che oggi non sono più con me alle riunioni non lo farebbero. Con tutti loro ho sempre parlato apertamente ed ho sempre capito, quasi mai condiviso, la scelta di allontanarsi (spero temporaneamente) dal “mondo”.
    A te chiedo di non mollare, anche lo “scettico” Vincenzo sa che fino a quando io sarò alla guida del movimento persone come te saranno apprezzate. Certo è vero, non aspettarti che i vertici ti ringrazino, ma questo succede anche perché è probabile che molti se ti ascoltassero non ti capirebbero, ma noi se non sbaglio ce ne freghiamo!!!!!
    Ultima cosa, ragazzini che inneggiano al duce senza cognizione di causa purtroppo ci saranno sempre (e se mi hai conosciuto, sai che non condivido), di solito mi armo di pazienza e cerco di “formarli” attualizzando quello in cui credono di credere (scusa il gioco di parole, ma penso che renda).

    Ringrazio ancora il cerchio per avermi dato la possibilità di risponderti, per quanto riguarda l’anonimo ANale, mi spiace che gli roda che Vincenzo abbia il record di preferenze, ma così è! E se lui non se ne vanta lo faccio io, visto che quell’anno ho imparato di più in un mese di campagna elettorale accanto a lui, che in sette anni di consiglio comunale.

    Il coordinatore regionale di AG Toscana
    Gianluca Banchelli

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  13. caro banchelli , a me non dispiace affatto che bellini abbia preso il massimo dei voti,tutt'altro ! l'unico probleme è che dopo ha messo il culo a terra , e ti fà onore ammettere che in 1 mese hai imparato molto , ma non hai imparato l'umiltà , non hai imparato il rispetto , se mi definisci ANale ti chiedo , tu in tasca che tessera hai ?

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  14. caro attimi di gloria, vedi in quanto anonimo non sapevo come risponderti, quindi ho pensato che, visto le parole da te usate, l'indentità coniata da bilbo_baggins potesse essere accolta dal blog.......

    Questo per quanto ti è dovuto!
    Cordialmente
    Gianluca

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  15. Povero banchelli, come al solito il tuo Q.I.si dimostra deficitario, io non sono invidioso di vincenzo,tutt'altro , sei tu che quando bini ti propose come responsabile dei giovani e ti presento'in ubblico a momenti te la facevi addosso dalla fifa,e dopo hai rinnegato il tuo mentore,mi definisci ANale,ma la tua tessera è di AN?o sbaglio? consigliere di AN:

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