Un utente ci ha chiesto quale è stato, secondo noi, il momento in cui Alleanza Nazionale ha effettuato quella che lui definisce "la seconda svolta in senso centrista, neo-liberista e antifascista del partito di Fini".
Siamo consapevoli di non poter fornire a tal riguardo una risposta esaustiva e quindi apriamo questo post per raccogliere opinioni e commenti dai nostri numerosi visitatori. Abbiamo però una nostra modestissima teoria.
Alleanza Nazionale nacque, come proposta politica ancor prima che come partito, nel 1994 sulla scorta di spinte e sollecitazioni esterne ed interne al MSI-DN.
Per quanto riguarda quelle esterne è ormai celebre il ruolo di "padre fondatore" di Domenico Fisichella al quale si deve anche lo stesso nome della nuova formazione politica. Meno celebrato ma invero assai più determinante il ruolo svolto da Silvio Berlusconi. Il futuro leader del centrodestra, con ammirabile lungimiranza, con il suo pubblico appoggio a Gianfranco Fini alle comunali di Roma del novembre 1993, contribuì a far ottenere il 47 percento dei voti al Movimento Sociale e contemporaneamente a far sdoganare tutto l'ambiente del neo-fascismo italiano. Berlusconi comprese subito che nel nuovo sistema maggioritario nessuno avrebbe più potuto tenere in frigorifero i voti dell'unico partito di destra, tanto più che questo sembrava attestarsi saldamente su percentuali a due cifre. Questo però comportava la necessità di dolorosi "strappi" ad una ortodossia e a certi rituali che, in verità, erano più nell'immaginario degli avversari che non nella pratica dei missini.
Ma anche dall'interno del MSI-DN arrivavano le spinte per la costruzione di una destra nuova, moderna e all'altezza delle nuove sfide che la caduta del muro di Berlino e la fine delle ideologie le ponevano di fronte. Il cuore pulsante - e anche il cervello - di questa esigenza di cambiamento ha un nome e un cognome: Pinuccio Tatarella. A lui e non certo agli omuncoli che gli scodinzolavano intorno si deve riconoscere la capacità di far navigare la nave di AN in acque aperte, su rotte che nessuno prima aveva osato esplorare. Oggi si direbbe un ideologo. Ma anche un personaggio che, unico, era in grado per autorevolezza e per carisma di "tenere a bada" un Gianfranco Fini ancora acerbo, come politico e come uomo.
L'otto febbraio 1999 Tatarella muore improvvisamente.
Fini si ritrova senza guida, senza la vera mente pensante e senza tutela. E da allora non ne ha più azzeccata una. E' vero che prima della repentina scomparsa di Tatarella si era celebrata la conferenza di Verona, con tutto il valore di svolta "liberal" che in quell'occasione si era affermato. Ma chissà che piega avrebbe preso in seguito se a guidarla ci fosse stato ancora il politico pugliese.
Fini da solo non ce la fa. E' stritolato all'interno dalla piovra delle correnti, all'esterno da situazioni più grandi di lui. Il primo appuntamento che gestisce senza la tutela di Tatarella sono le elezioni europee del 1999. Un disastro. Fini si fa infinocchiare persino da un politico da barzelletta come Mario Segni. Da allora in poi l'improvvisazione, la contraddizione, l'approssimazione diventano i suoi tratti caratteristici. Coinvolgendo in questo tutto il partito.
La nave adesso si trova, è vero, in mare aperto, ma al timone non c'è più nessuno.
La capacità di Fini di stabilire un controllo sulla classe “dirigente” è la chiave per comprendere il suo nuovo stile dittatoriale, una vera e propria «autocrazia competitiva».
RispondiEliminaUn autocrate agnostico che ha abbastanza appoggio, da parte degli “anacoreti” da poter disporre del partito a proprio piacimento.
Fini è diverso da altri tipi di “presidenti” autocrati. L'«autocrate temuto» si avvale, infatti, di un gran numero di “amici” ai quali dispensa con “giustezza certosina” i privilegi di casta, mentre fa ricorso “alla sopraffazione” nei confronti di chi si permette valutazioni critiche del suo operato.
Ha scoperto di essere in grado di concentrare il potere nelle sue mani più facilmente controllando una finta opposizione “ben retribuita” e disposta ad accettare la distribuzione d’incarichi ad ogni livello.
In questo modo il presidente mantiene una parvenza di democrazia: neppure il suo insuccesso elettorale e servito ad evitarli una sorta di benedizione ambivalente, da un lato, gli permette, infatti, un ulteriore accentramento del potere nelle proprie mani, dall'altro questo silenzio dei “ finti oppositori” lo lascia senza nessuno da poter attaccare.
Gianfranco Fini non ha mai capito una sega. E comunque dentro AN è il più intelligente di tutti!
RispondiEliminaA buon intenditor...
Chi legge questo blog sa che da queste parti siamo “rancorosi”, ci fidiamo poco e non abbiamo assolutamente ancora digerito, per intero, “ l’infamata” fatta con le liste elettorali.
RispondiEliminaInsomma, io non sopporto quelli che fanno della politica soltanto il loro tornaconto personale cercando la legalizzazione con argomenti più o meno pretestuosi o "perché la situazione è cambiata". E’ banalmente una questione d’onore, lo so. Insomma, il compito dovrebbe essere “almeno teoricamente” quello di trasmettere principi e valori.
Da anni continuo a pensare che, la mancanza dell’orgoglio di partito sia il male più grave di Alleanza Nazionale, troppa perdita d’identità, troppa paura delle proprie radici considerate scomode (elettoralmente parlando), troppa poca discussione interna sulle linee programmatiche con l’aggravante della mancanza di un congresso dove affrontare, con la base, un vero dibattito senza risultati già scritti.
Ma soprattutto troppo “dirigismo romano”. Almeno un tempo si aveva un partito di massa, con iscritti, con sezioni attive distribuite sul territorio, c’era confronto “democratico” all’interno, anche aspro e soprattutto si era capaci di raccogliere gli input della società e trasmettere alla società le proprie linee programmatiche, c’era il cosiddetto effetto “cinghia” dalla base al vertice e viceversa.
e il dirigismo poteva anche starci.
Ora, col partito ridotto ad essere composto e controllato perlopiù da” burocrati” assolutamente non permeabili al contributo esterno (leggi: o ti cooptiamo, o tornatene pure a cuccia… magari, quando c’è campagna elettorale, se vuoi dare una mano… ma niente di più), con pochissima voglia di spiegare e spiegarsi, persi più nelle discussioni di potere che non nello sviluppo delle idee e nel confronto, il dirigismo diventa assolutamente inaccettabile.
E gli elettori, in un modo o nell’altro l’hanno capito, visto che dopo 5 anni di governo nonostante le “gigantografie” del presidente e amici, nonostante che si siano sbiaditi diventando quasi incolori per accreditarsi ad un ipotetico elettorato moderato, non hanno preso un voto di più di 5 anni fa.
Sebbene che, all’interno del partito prevale una totale assuefazione alle scelte presidenziali penso che il gruppo dirigente una discussione seria su questo la debba fare se nò continuerà a rimanere lì, nè carne nè pesce, continuando a sognare gli infiniti pascoli del centro senza comprendere la perdita di consensi a destra “e tanti”
ed assieme ai consensi perde la sua identità, cosa se vogliamo assai più grave, almeno per me.
Bisogna saper confrontarsi con la gente, spiegare e spiegarsi
perchè la “democrazia” è questa: anche quando è scomoda, faticosa e difficile, ma è questa.
Come sempre, Fiamma Tricolore, non perde occasione per dimostrare la sua immensa ed inutile stupidità politica.
RispondiEliminaNavigare a vista:
RispondiEliminaNavigare a vista nei “mari” della politica italiana e la capacità di “grandi” personaggi che riescono ad essere, grazie alla loro esperienza, un teologo, un politologo e un teorico della politica che cammino politico percorso hanno saputo come cogliere, da tutti questi ambiti del sapere, “gemme di saggezza e conoscenza” anche per le scienze sociali.
Pongono le loro introspezioni come fulcro di tutto il loro indagare e del loro questionare.
Doverose sono le importanti prese di posizione sulla morale, sull’etica e su come
questa ultima debba essere coltivata per la edificazione di qualsiasi società democratica, virtuosa e libera, che sono la traccia di un discorso che non si esaurisce dentro semplicistici cardini interpretativi, ma procede verso una loro importante applicazione sociale.
Nel loro, complesso, percorso politico troveremo pagine dedicate al libero mercato, alla famiglia, all’autogoverno e alla fondazione delle basi per una società che sappia assaporare, ancora, il piacere della propria tradizione senza escludere la possibilità del cambiamento.
A tenere a battesimo le idee di questi personaggi sono, sempre, “dei grandi pensatori “
ma sono i “servi sciocchi” ad attuarle, rendendole “davvero preziose”.
Ma se Fini fosse solo un parafulmine? Fortunato si intende, dopotutto si trova alla guida del terzo partito d'Italia, ma se effettivamente fosse soltanto l'espressione massima di una deficenza generale della classe dirigente di AN?
RispondiEliminaInizio a pensare che il problema reale non sia Fini, ma quella classe di ex quarantenni che dipendono "dal posto" più del loro capo; che dimostrano giornalmente di non sapere incidere, non sul governo, non sulla società, non sull'opinione pubblica, ma sulle linee politiche di un partito di poco più di 200.000 iscritti!
Caro Pedro:
RispondiEliminaCome afferma il Maestro Riccardo Muti, non è una grande orchestra che fà un grande maestro,ma è un grande Maestro che fà una grande orchestra.
A buon intenditor....?
Una buona occasione persa per stare zitto?
RispondiEliminaCalciopoli: Gasparri (poeruomo) vuole la Juventus e la Fiorentina in C!!! chiedo lumi su come e dove posso infamarlo!!!
Spett.le Direzione di Alleanza Nazionale, mi ero già vergognato abbastanza di un Ministro della Repubblica che in televisione si permetteva di apostrofare con un "a m'becille" il suo interlocutore, ma con le dichiarazioni di oggi il Sig. Gasparri ha supetao i limiti di decenza. Un rappresentante del popolo italiano non può permettersi di parlare come un ultras! Non prenderò mai più nemmeno in considerazione l'idea di votare per voi fintanto che questa persona farà parte del partito." Inviata alla direzione di AN, perchè tanto, alla fine, l'unica cosa che può preoccupare un politico è questa.....
Gasparri: "Juve e Fiorentina se ne vadano in C"
RispondiEliminaFa discutere ancora l'intervista rilasciata dall'allenatore della Juve Fabio Capello a La Gazzetta dello Sport e dell'ormai famoso paragone tra quello che sta succedendo oggi al calcio e le inchieste di Tangentopoli. "Il paragone non mi sembra giusto - osserva l'ex ministro di AN Maurizio Gasparri, intervistato dal Messaggero - a Tangentopoli alcuni protagonisti non furono colpiti pur avendo avuto comportamenti disonesti. Adesso, invece, ci aspettiamo pene severe, la Juventus ma anche la Fiorentina in serie C.
Gasparri, da "buon romanista" si occupi più del partito, visto le continue sconfitte elettorali.
La sudditanza psicologica
RispondiEliminaGasparri :carriera sotto il segno di Fini e Berluscini:
Finora è stata una definizione da "aperitivo al bar", ma la cosiddetta «sudditanza psicologica» di Gasparri nei confronti dei potenti “capi” si è manifestata appieno nelle" bellicose" dichiarazioni rilasciate in merito allo scandalo del calcio. Il “nano da giardino” si è dimenticato nelle sue esternazioni di citare con Juventus e Fiorentina, le altre due squadre pesantemente coinvolte nell'inchiesta “piedi puliti” ovvero la Lazio, sponsorizzata e sostenuta dalla sig.ra Fini ed il Milan del grande capo Berlusconi. La dimenticanza, se di dimenticanza si tratta, può essere definita come «Off Side», termine da telecronista per indicare il fuorigioco dei calciatori. Ora in fuorigioco sembra finito l’ex ministro, per via di quella sudditanza psicologica nei confronti dei “padrini”.
Tornando al tema, penso che l'analisi del Cerchio sia una buona tesi.
RispondiEliminaSpiegherebbe anche perchè il "leader svuotato della sua guida " abbia continuato negli anni quello sfondamento al centro che era stato un po' come l'ultima indicazione di Tatarella.
Certo è che se quelle spinte centripete degli ultimi anni '90 avevano un elevatissima importanza strategica per sdoganare il partito,con il tempo, portato a compimento quest'operazione, An doveva attestarsi e rimanere un partito di destra.
Forse a Fini è mancata proprio quella capacità che in tanti gli riconoscevamo, capire e rappresentare le istanze della gente di destra.
Quello che prima era il nostro condottiero adesso sembra giocare e combattere solo per se stesso, e questo processo è iniziato pian piano dagli anni della morte di Pinuccio, sarà un caso..?
Per il resto, ha ragione penna nera (x me), solo così potremo spingere questa nave verso il largo, verso quel mare aperto che, anche andando a casaccio, ci farà approdare verso nuove terre, "..baciate dal mare, sfiorate dal vento.."
...son ragazzi...