Un’inutile perdita di tempo. Invocare le primarie per l’individuazione del candidato premier del centrodestra è un po’ come sfidare a braccio di ferro Mike Tyson. Troppo sbilanciati i valori in campo. Berlusconi scatenerà il suo partito, le sue aziende, le sue televisioni e la sua innegabile supremazia per sbaragliare ogni ipotetico avversario (chi sarebbe poi, Casini?). Perché non pensare, invece, a delle primarie per individuare i candidati al parlamento? Il fallimento del governo Berlusconi non può essere imputato alla sola responsabilità del premier. C’è tutta una classe politica sotto accusa. Impreparata, immobile e inamovibile. Chi ha selezionato una tale pletora di incapaci? Perché i partiti della CdL non lasciano scegliere i propri elettori da chi vogliono essere rappresentati?
Figuriamoci! Noi toscani abbiamo già dovuto subire la canagliesca azione degli oligarchi del centrodestra che hanno approvato insieme alla sinistra l’abolizione della preferenza. Sperare in un salutare rigurgito di democrazia partecipata sarebbe veramente utopistico.
E allora gli elettori di Alleanza Nazionale, per esempio, accorreranno in massa alle primarie che daranno la medaglia d’argento a Fini. Poi,nei collegi, si ciucceranno come sempre il peggio del peggio.
E' una vera vergogna la legge elettorale toscana, si esclude la possibilità a candidati che non siano perfettamente in linea con il programma o piu' in generale con lo stile di AN di partecipare perdendo così quelle intelligenze non allineate che potrebbero dare veramente la sveglia.
RispondiEliminaLe primarie quanto valgono? Poco...
è tutta campagna elettorale.
E come al solito è protagonista non la politica ma le istanze personali e gli interessi strategici funzionali agli assetti preesistenti.
Il 50% composto da rappresentanze elettive della Cdl (dai consiglieri comunali sino a quelli regionali, con esclusione dei parlamentari).L’altro 50% dovrebbe essere composto dalla società civile, dalle categorie professionali, e qui va studiata la forma per la partecipazione. Infine un numero di “grandi elettori”. Così in una grande convention non solo si elegge il candidato premier ma tutti partecipano alla stesura del programma. In questo modo abbiamo un sistema di “consultazione preventiva” che ha un suo senso e una sua efficacia. (fonte:Secolo d'Italia)
RispondiEliminaCosì Silvano Moffa, sottosegretario di AN, illustra la sua idea di primarie del centrodestra.
Solo fumo negli occhi. Soliti miserabili giochi di cooptazione elitaria delle rappresentanze. Nessun accenno (e ti pareva) a elezioni primarie per individuare i candidati.
Ma lui, il Silvano, chi l'ha scelto?
Moffa non l'ha scelto nessuno. E' stato trombato alla provincia di Roma ed è entrato nel governo. Come quell'altro trombato di Storace.
RispondiEliminaLa cosa di sicuro più interessante, che ha dato ampio spazio a dibattiti e alle polemiche, è il modo in cui il Presidente usa le parole per dare area alle pagine giornalistiche, piuttosto che segni tangibili di decisioni politiche, che oggi appaiano sempre più necessarie.
RispondiEliminaQuesto fa comprendere come ancora oggi, accettato o rifiutato, il “gran capo” trovi nella parola la sua ragion d’essere al di là dei formalismi stilistici con pastosità di linguaggio.
Ed è anche la ragione del suo lungo calvario politico alla continua ricerca di un ruolo ben definito all’interno del panorama politico italiano, nonostante che i sudditi privilegiati si affannano a sostenerlo e difenderlo, incapaci di atti di coraggio essenziali alla vita stessa del partito.
La modernità di un partito consiste nella sua capacità di non essere soltanto profondamente radicato nella società di cui parla, ma anche di capovolgere le regole, dando una lezione di modernità e vivacità a tutti quelli che al vecchio modo di fare politica sono appartenuti e appartengono.
Patrizio Giugni
Può ancora accadere che il casinò delle libertà vinca le prossime elezioni; non so peraltro se sia una prospettiva augurabile.
RispondiEliminaMa se dovesse vincere il csx una cosa dovrà essere chiara: l'intera classe dirigente di AN deve andarsene a casa; la ricostruzione di una nuova formazione politica non può, non deve, essere una nuova chance per questo branco di incapaci; lancio fin d'ora la proposta di pensare a forme nuove di auto-organizzazione della base o di quello che ne resta