17 settembre 2013

La ministrina riscaldata.

Giorgia Meloni debutta in parlamento nel 2006, dopo essere stata eletta, con l'appoggio dei potentissimi Gasparri e La Russa, presidente nazionale di Azione Giovani, battendo al fotofinish l'ottimo Carlo Fidanza, esponente della destra sociale di AN.
Benché neo-eletta e quindi senza la minima esperienza, il padre-padrone di Alleanza Nazionale la impone come vice-presidente della Camera; uno schiaffo evidente e sonoro ai tanti "colonnelli", di lungo corso parlamentare, che a quella carica ambivano.
Sempre per volontà del suo mentore Gianfranco Fini viene inserita, due anni dopo, nella squadra di governo del Berlusconi quater, come ministro della gioventù. Carica che ricopre fino al 2011.
Con una carriera così brillante e così rapida la Meloni deve essersi autoconvinta di avere delle straordinarie capacità, delle doti non comuni. Un carisma da sfruttare. Prima proclamandosi vincitrice virtuale di primarie ancor più virtuali. Poi raccogliendo per sé stessa e per altri otto miracolati un passaggio per Montecitorio al traino del PdL.
Oggi è lei il principale ostacolo ad una ipotetica ricomposizione della diaspora ex aennina. Non l'unico, obiettivamente, ma quello che appare più difficilmente sormontabile, in quanto fondato concretamente su un pregiudizio di tipo "personalistico". Il timore che da eventuali riunificazioni delle forze politiche di riferimento possa scaturire una nuova leadership che non sia quella della giovane Giorgia. Che è giovane -per carità!- ma ha raggiunto un'età alla quale noi missini eravamo già vecchi.

5 commenti:

  1. Bene sottolineare che la "ministrina" non è l'unico ostacolo alla ricomposizione della diaspora ex aennina. Il fatto vero, per quanto mi riguarda, è che tutti coloro che hanno fatto parte e sono stati causa della diaspora sono a tutti gli effetti un ostacolo alla ricomposizione di quel mondo che solo il Movimento Sociale seppe ricomporre. La ferita inferta alla Destra da Fini e il suo enturage è talmente profonda che di acqua sotto i ponti ne dovrà passare tanta. Facciano pure Meloni, Storace, Alemanno & Company. Sbranino pure quel poco che è rimasto. Il loro destino, se continuano così, potra essere solo, anche se in ritardo, quello che il loro ex capo FINI si è riservato per se stesso. UN RICCO ESILIO!

    Gianbanc

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  2. Permettetemi, intervengo coi riguardi dovuti a chi ha più anni e storia di me. Le vostre considerazioni però partono da assiomi un po' deboli.. innanzitutto tra le righe sembra quasi che la diaspora degli ex AN sia una cosa negativa, quando a mio avviso è la cosa più salutare che potesse capitare al mondo della destra. L'unico modo per veder lentamente scomparire una classe dirigente che, con alterno giudizio (e il vostro non credo certo sia benevolo) ha fatto il suo tempo e deve solo più o meno lentamente lasciare il passo. In fondo col meccanismo delle correnti si alimentavano a vicenda e alimentavano il vuoto imperatore (dividi et impera), anche quando ormai di destra non avevano più nulla da dire.
    Seconda questione molto distante dalla realtà è quella che vede nella sua prima fase politica Giorgia come una novella ambra col microfono alla testa che prende ordini da Buoncompagni, quasi telecomandata da Fini. Cosa che non corrisponde assolutamente a verità. Così come non corrisponde a verità che la Meloni si sia svegliata un giorno sentendosi una novella Evita Peron con un carisma che la rende onnipotente. Ha semplicemente fatto quello che non ha smesso mai di fare: trovarsi con la sua comunità e ascoltare quello che le veniva detto, ovvero da diversi mesi, di dare vita ad un percorso politico nuovo. E ce n'è voluta per convincerla dato che tra le tante cose raramente ho conosciuto politico più umile di lei.
    E non credo che l'ostacolo posto all'ingresso del nuovo percorso sia per paura di una nuova leadership, proprio no, visto e considerato che proprio ad altri leader nuovi e giovani aveva rivolto i suoi appelli, ne un'obiezione anagrafica, ma bensì è un ostacolo di sostanza.. perchè imbarcare chi è rimasto alla finestra in attesa di capire dove poteva andare a fare meglio il suo interesse? Non escludo che poi con qualcuno ci si ritrovi, ma è evidente che serve un cammino per farlo, per capire veramente dove finisce l'istinto di sopravvivenza e dove inizia invece la voglia di costruire.. costruire qualcosa che con AN non abbia niente a che vedere.

    Cosimo

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  3. Con altrettanto riguardo ed immutata stima, caro Cosimo, permettimi di dire che non condivido niente di quello che scrivi. Soprattutto quando affermi che la Giorgia non sia stata teleguidata da Fini e che non si sia sentita, bontà sua, un tantino sopravvalutata. Cose di cui sono invece fermamente convinto.
Ma anche il non voler considerare la diaspora di AN un fatto negativo mi sembra del tutto sbagliato. E, se permetti, anche un po’ troppo semplicistico. Alleanza Nazionale non era solo una classe dirigente (per altro ancora dura a morire) ma anche uomini e donne, ideali e passioni. Come dico spesso: muscoli, nervi e sangue. Vedere polverizzato quel mondo ci fa lo stesso effetto della diaspora ex fascista prima ed ex missina poi.
Tra i motivi che impediscono a tanti ex “camerati”, non dico di riunificarsi, ma perfino di parlarsi, credo che non possa essere annoverato il fatto che qualcuno, come dici, sia rimasto a guardare dove tirava il vento. Credimi: quell’unovirgolanovepercento di Fratelli d’Italia non è esattamente un boccone così prelibato da attirare stormi di avvoltoi…
Anche perché, nel caso, che cosa dovrebbero dire gli altri di quelli come la Giorgia e Ignazio che invece se ne andarono tranquillamente nel PdL insieme a Fini quando il piatto era ricco e c’era trippa per tutti? Chi scelse di non seguire il capo supremo non credo che l’abbia fatto per “stare alla finestra”.
Fatto sta che se tutti non faranno altro che rimproverarsi l’un l’altro le scelte contingenti di un passato recente, recentissimo, sarà difficile costruire un barlume di futuro. Se poi questo futuro avrà le sembianze di qualcosa che non abbia niente a che vedere con AN, poco male: ho avuto, come altri anziani, il privilegio di appassionarmi ad un’idea immortale ed al suo piccolo ma enorme contenitore; non sono per niente innamorato di Alleanza Nazionale. E’ stata solo un’infatuazione…

    Vincenzo Bellini

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  4. La discussione si fa finalmente interessante.

    Come non condividere le parole di Vincenzo quando parla dell’AN Partito come un insieme di Uomini e Donne, ideali e passioni.

    Come dimenticare anche che il gioco dei Colonnelli nell’ AN Correnti ha spostato l’attenzione non più su quel popolo, ma sui “capi”!?

    Come tacere che le “espulsioni” e le "sospensioni" avvenivano per simpatia anziché per dissenso sulla linea politica, e che ormai prima di esprimere un concetto ti si chiedeva con chi stavi !?

    Come non ricordare che tutte le persone che sono state citate hanno volontariamente alimentato e sostenuto quel sistema !?

    Potrei, da ex dirigente, ricordare decine di aneddoti dove a turno mi si diceva: “devo sentire Altero”, “devo vedere cosa ne pensa Maurizio”, “dipende da quello che dice Gianni”.
    Nessuno esente, neanche i due “capi” Fidanza e Meloni, che hanno traghettato la loro generazione ad uno scontro furibondo che a distanza di anni ha ancora strascichi evidenti.

    Una cosa però la voglio dire, anche per chiarezza nei confronti di chi ancora perde tempo ad alimentare quelle divisioni, anziché provare ad andare avanti, sia chiaro non a ricucire, semplicemente ad andare avanti.
    Al di là delle fortune o meno, al di là delle investiture, dei presunti auricolari, dei presunti fili da marionetta, Giorgia ha dimostrato, per lo meno a me, di meritarsi quello che ha avuto, e la mia stima (per quello che conta). Ha comunque, nell’era Berlusconi/Fini, saputo ricucire lo strappo di cui era stata in qualche modo “complice” al congresso, ha saputo tenere insieme e ben rappresentare nel suo ministero le istanze che venivano da quel mondo che era Azione Giovani, e questo in quel consiglio dei ministri mi sembra tanto.
    Certo adesso il periodo storico richiede di diventare grandi, e non anagraficamente, a quello ci pensa il tempo che passa. Qui non si tratta di rappresentare le istanze di una sola generazione, che tra l’altro ha incominciato a fare figli e dare vita a nuove generazioni, ma a tutto il Paese nella sua complessità. Qui si tratta di proporre agli Italiani un modello di giustizia sociale e di Stato che non abbia ne colore ne posizione parlamentare. Qui si tratta, per me, di tornare a pensare ad un IDEOLOGIA (nuova si intende) e non alle Idee. Le ultime hanno bisogno degli uomini (con tutti i loro difetti) le prime NO.
    L’impressione è che si sia persa l’occasione per diventarlo sul serio, Grandi. La scelta di sopravvivenza fatta da Fratelli d’Italia apparentandosi con il PDL, per la gente che era fuori da tutto è stata come la decisione di Fini di buttarci nel calderone con Foraza Italia quanto la gran parte della classe dirigente intermedia si era opposta a questa soluzione e credetemi non parlo da ex quadro, ma da cittadino.
    Dare a Ignazio La Russa, parte della primogenitura di Fratelli d’Italia è stato per chi era fuori, un ritorno al passato tale e quale alle ridicole riproposizioni di Forza Italia e AN che in questi giorni stanno prendendo forma.
    Chi era fuori ha sentito in certe scelte echi romani che nulla avevano a che fare con un progetto per il Nostro Paese.
    Inoltre e per ora mi fermo il “problema” per Giorgia e con Giorgia non è sulle sue qualità da Leader (per quanto mi riguarda è stata l’unica ad aver riacceso la “fiaccola” della passione politica, che credevo ormai spenta dopo la delusione della Destra sociale di Alemanno), ma sulla collocazione e gli obbiettivi strategici del suo nuovo progetto. Sul volere basare le fondamenta su Idee anziché elaborare nuove IDEOLOGIE.

    Perché cercare di ri-percorrere, anche se in modo diverso, la strada di chi ha già fallito prima di lei, Berlusconi e Fini su tutti?

    Perché cercare di ri-proporre ancora una volta, con colpevole caparbietà, lo schema Berlusconiano della scelta di campo, Centro-Destra-Centro-Sinistra?

    Perché Centro – Destra?

    Perché Centro?

    Perché Destra?

    Perché PPE ???????

    Un abbraccio ad entrambi e, perché no, a Giorgia

    Gianluca Banchelli

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  5. Ma non scherziamo, perchè bisognerebbe riunificarer AN? Una convivenza forzata tra gente che si disprezza e non ha niente in comune
    Poi basta guardare i commenti, Vincenzo che vuole la Destra, Cosimo il centrodestra e Gianluca nè la detrsa nè la sinistra! Fate meglio a stare separati!!!

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