
"I partigiani non erano amati da tutti, c'erano anche quelli che dopo aver fatto qualche azione scappavano sulle montagne, lasciando la popolazione civile a subirne le conseguenze".
Non si pensi che a pronunciare queste parole sia stato Giorgio Pisanò, né tanto meno quel revisionista prezzolato di Pansa. No, a dire questa banale verità ci ha pensato Spike Lee, regista, americano, negro e di sinistra. Un erede dei "liberatori" evidentemente poco avvezzo al rispetto della vulgata resistenziale italica. Poche ciance, noi americani sappiamo bene quale fu il contributo della resistenza alla risoluzione del conflitto! Inesistente.
Comunque questa chiave di lettura è costata al regista la reprimenda dell'ANPI e di tutta la fanfara antifascista. Si attende la ferma, indignata presa di posizione di Gianfranco Fini contro questa inammissibile ingerenza storico-cinematografica e in difesa degli inalienabili valori della lotta di liberazione partigiana.
